Chi conosce i Versailles sa che sono stati in pausa dal 2012, un silenzio che non è mai stato tale perché questo nome ha continuato a stare sulla bocca di tutti i loro seguaci, più o meno datati. Mai nessuno ha smesso di credere nel loro ritorno, e quando ciò è stato annunciato l’anno scorso, anzi a fine 2015, il movimento e l’entusiasmo attorno ad una delle band Visual nipponiche più apprezzare all’estero è salito alle stelle.

E così, a Settembre 2016, sono state rilasciate le date di un tour europeo partito da Mosca e finito a Parigi, passando per Helsinki, Londra, Bochum, Varsavia e Barcellona. Ed è proprio di quest’ultima data che vi state apprestando a leggere parole che per una band come i Versailles non sono mai sufficienti.

versailles_04La sala che li ha ospitati è il Salamandra la cui entrata si è presentata praticamente vuota in tarda mattinata, vi erano pochissime persone che assegnavano i numeri per mettere ordine tra le file; già, perché non ve ne era una sola, ma quella riservata ai possessori del biglietto VIP acquistato tramite i fan club dei membri della band, poi i VIP normali, e le altre due dei biglietti standard acquistati o meno tramite i fan club. Persone rispettose e anche accoglienti che salutavano tutti man mano che arrivavano gli altri per farsi assegnare il loro posto nelle rispettive file. Ragazzi e ragazze, ma anche uomini e donne (ebbene sì!) che manifestavano in diversi modi il loro perché lì davanti: tutti per i Versailles! Capelli di tutti i tipi e colori, stessa cosa per l’abbigliamento, ma un elemento che univa tutti o quasi era la presenza di una rosa per animare e accompagnare la band durante la loro esibizione. Anche questo è un elemento tipico che caratterizza i loro live che, nei momenti più concitati e intensi, dipinge ogni sala del colore della rosa, perché i Discendenti della Rosa sono un vero e proprio clan che inneggia alla bellezza e all’eleganza, ma anche alla violenza stessa della bellezza e della musica. Ed è per questo che verso le 17.00 le file erano già abbondanti e trepidanti: erano tutti lì per entrare e prendere il proprio posto in attesa della salita dei Versailles sul palco.

versailles_01L’attesa è stata di due ore per coloro che entravano alle 18.00 e man mano che passava il tempo nell’aria si avvertiva un’eccitazione crescere e aleggiare nella sala che già mezz’ora prima della chiusura delle porte era piena. Ogni volta che uno staffer riprovava uno strumento erano urla e grida, incitamenti a farli salire sul palco, chi chiamava TERU quando veniva riaccordata la sua chitarra, chi MASASHI per il suo basso e HIZAKI per la sua sei corde. Ma l’ovazione è iniziata quando le luci si sono abbassate ed è iniziato l’intro che oramai per tutti è un must: dietro al coro “We are Versailles” tutto il pubblico ha cominciato ad alzare in alto la propria rosa ed esultare all’arrivo di YUKI (batteria), accompagnandolo fino al momento in cui ha preso posto dietro alle pelli.

Subito dopo è stata la volta di MASASHI (basso) omaggiato anche lui con cori e rose, poi quello di TERU (chitarra) prima e di HIZAKI (chitarra) dopo. L’ovazione più calorosa e sentita però è stata quella per KAMIJO (voce), non solo perché è il frontman, non solo perché è molto apprezzato e amato per mille e più motivi, ma perché se quella serata è stata fatta è perché KAMIJO è stato in grado di poterlo fare nonostante l’incidente di Varsavia, dove cadendo dal palco si è infortunato il piede sinistro. Una serata in forse fino al giorno prima dunque, ma che KAMIJO ha voluto con tutto se stesso, assicurando i suoi fans il giorno prima su Twitter che ci si sarebbe visti a Barcellona. Dunque un’ovazione anche di ringraziamento e incoraggiamento a lui specie perché non ha voluto rinunciare a regalare emozioni nonostante fosse con le stampelle.

versailles_07Sebbene KAMIJO fosse stato impossibilitato a camminare e fare le sue oramai famose movenze che accompagnano i brani dei Versailles, è stata un’esibizione molto intensa, un continuo scambio di energia tra loro della band e il pubblico. L’incidente ha mostrato che i Versailles possono andare oltre le difficoltà e sanno come comportarsi regalando spettacoli di tutto rispetto, carichi di energia e intensità alle stelle.

Quello di Barcellona è cominciato con un cazzotto dritto in faccia nonché oramai classico Aristocrat’s Symphony, accolto dal pubblico con un entusiasmo tutto meritato, continuando poi sempre con altre pietre miliari fino ad arrivare a Inheritance, brano presentato per la prima volta nel mondo proprio in questo tour europeo. Inheritance è tratto da Lineage, album che è stato in vendita/regalo solo al Nippon Budokan dieci giorni dopo, il 14 Febbraio. Un enorme onore per tutti e applaudito quando è stato annunciato da KAMIJO, stessa cosa per la title track, Lineage appunto. I brani composti dai Versailles dopo la loro rinascita sono stati tutti quanti proposti, infatti oltre a Inheritance e Lineage, hanno scosso la sala anche Melodic Thorn e Chandelier, bellissimi brani che potete trovare nell’ultima raccolta della band, intitolata semplicemente “Greatest Hits 2007-2016”.

Prima di presentarci Zombie, KAMIJO ha raccontato in grandi linee cosa è successo a Varsavia, di essere caduto e che nessun osso era rotto, ma anche un altro particolare riguardo alla ‘libera’ concessione che a volte i fans si prendono per fare foto alla band durante i loro live, infatti ha detto: “In Polonia ho detto no camera, ma poi la Polonia mi ha fatto un altro tipo di foto”, rifedendosi sicuramente alla visita dopo la caduta.

Ci sono stati momenti in cui era visibilmente affaticato, eppure nonosdtante ciò la cavalcata è proseguita con altri pezzi tratti dai loro album antecedenti alla pausa del 2012, come la tanto acclamata e attesa Masquerade che in un certo senso ha penalizzato KAMIJO il quale è solito fare passi e giravolte come nel video della stessa, ma ci ha pensato HIZAKI cercando di non far mancare nulla. Oppure l’inattesa Serenade, un vero e proprio momento di raccoglimento generale volto al ricordo di Jasmine You, il bassista che è venuto a mancare nel 2009, sostituito poi da MASASHI. Commozione generale dunque che ha ceduto il posto poi ad altri brani del passato, durante i quali è stata lanciata la bandiera italiana sul palcoscenico per essere raccolta da MASASHI e posata sulla grancassa; il nostro tricolore che ha fatto compagnia fino alla fine, quando è stata presa assieme alla bandiera spagnola per lo scatto finale con il pubblico.

Un grande concerto che ha mostrato ancora una volta l’alta capacità dei Versailles di intrattenere, divertire e caricare il pubblico, ma anche che sono pronti per affrontare il futuro con una carica ed un entusiasmo tutti rinnovati. E’ scoppiato il delirio quando è iniziata The Revenant Choir, grande classico, veloce, intenso che ha trascinato il pubblico dall’inizio alla fine in un canto sfrenato e appassionato.

Non poteva finire in maniera migliore.

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