Parliamo di Siren, prodotta da Freeform e disponibile solo per i fan americani, al momento, sul sito ufficiale.

Siren, come si può evincere dal titolo tratta di sirene, ma non immaginate quelle creature gentili e delicate che abbiamo imparato a conoscere nelle favole. Se state aspettano di trovare la piccola Ariel, presentata dal lungometraggio di animazione Disney, allora non potreste commettere errore più grande. Se invece siete rimasti affascinati dal mito presente nell’Odissea, allora è il caso che ditate una possibilità a questa nuova produzione.

Dai toni scuri, Siren ha luogo nella piccola comunità di Bristol Cove, famosa per le sue leggende in merito a queste misteriose creature. Tuttavia, sebbene i miti narrino di una storia d’amore fra una di esse e uno dei padri della località, la verità è ben altra cosa.

Ed è l’incipit stesso della serie a provarlo, dove, durante una tempesta, una di esse rimane impigliata all’interno di una rete da pesca e farà di tutto per difendersi, letteralmente con gli artigli e con i denti. Ma dal momento che la sirena viene catturata, sarà compito di una sua compagna di ritrovarla e riportarla lì, da dove era venuta, dovendo tuttavia affrontare i problemi che comporta la terraferma e un mondo, quello al di sopra della superficie che le è del tutto sconosciuto.

Da come si percepisce, a parte la leggenda narrata nelle prime scene, Siren vuole essere tutt’altro che una serie leggera. D’altra parte i colori usati all’interno di essa e in particolare i toni freddi del blu che seguono la figura della protagonista non vogliono lasciare intendere diversamente.

Eline Powell riesce in qualche modo, con i suoi grandi occhi perennemente spalancati riesce a trasmettere attraverso la  figura di  Ryn (che poi sarà davvero il suo nome?) una certa inquietudine. Oltre ciò, il suo modo di muoversi e di esprimersi, seppure con difficolta, ma con una chiarezza che ha un qualcosa di glaciale rendono perfettamente lo spirito di queste creature così come erano raccontate nei miti antichi.

La sirena qui è vista come ammaliatrice, grazie al suo canto, che no, certo non manca, ma anche e soprattutto come un predatore spietato. Il viso, d’altro canto, che si mostra in quella che è la forma reale di queste creature non è certo grazioso e innocente. Al contrario presenta file di denti affilati, la pelle ricoperta di squame di un colorito nemmeno troppo umano. Se a questo aggiungiamo una non tralasciabile forza fisica possiamo ben renderci conto di quelo con cui abbiamo a che fare.

Il trailer, ammetto, mi aveva dato buone speranze per questa serie e devo dire che per questi primi tre episodi sono state pienamente soddisfatte. Ammetto che per qualche istante avevo avuto il terrore che potesse prendere una piega del tutto diversa, ma i rapporti che la protagonista va a creare con gli altri personaggi sono perfettamente bilanciati e la sua diffidenza e smarrimento sono perfettamente comprensibili.

Sono curiosa di vedere come si evolverà questa faccenda anche per una serie di risvolti interessanti che già vengono a formarsi, ma non lo diremo in questa sede anche per evitare di essere tacciati di spoiler. Al massimo, scriveremo un nuovo articolo quando la stagione sarà terminata.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.