Attenzione: questo articolo contiene spoiler. Tuttavia può essere un pratico approccio per chi vuole affacciarsi al mondo di Lovecraft e vuole prendere visione a grandi linee di quello che troverà all’interno. Vi consigliamo, in ogni caso, la lettura dell’opera originale

Come promesso, eccoci qui, nel nostro appuntamento del giovedì con i racconti di Lovecraft. Siamo oggi esattamente a metà dal nostro percorso.

I racconti del Necronomicon. Ediz. integrale di Howard P. Lovecraft

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Il richiamo di Cthulhu è sicuramente, The Call of Cthulhu è sicuramente il più famoso fra tutti i racconti di Lovecraft e lo stesso Cthulhu, il mostro dal capo cefalopode, ali di drago e corpo antropomorfo, è, senza alcuna ombra di dubbio, il più famoso fra le sue creature.
Il racconto, il più lungo fra quelli finora trattati si divide in tre filoni principali che condividono la stessa voce narrante che va a documentare una serie di differenti eventi che si catapultano per una serie di eventi, o meglio un unico scatenante evento all’interno della vita del protagonista.
Egli venuto in possesso dell’eredità di uno zio, il professor Angell. Il primi due sotto-racconti sono basati appunto su ricerche precedentemente eseguiti da questo zio in circostanze che se al principio appaiono comuni, ma sulla quale mano a mano che le indagini del protagonista si evolvono appaiono sempre più sospette. Non primo dei capitoli L’orrore di argilla, il protagonista rinviene una strana scultura che rappresenta un essere antropomorfo, il capo simile a una piovra e ali di drago sotto al quale sono incisi una serie di strani geroglifici. Secondo i documenti questo artefatto è stato consegnato al professore da uno studente di scultura di nome Wilcox che afferma di averla formata nel mezzo di uno strano sogno di città antiche, formate da blocchi titanici, ricche di monoliti coperti di melme verdi e geroglifici. Incolti i sogni sono accompagnati da una serie di suoni che il giovane ha tentato di ricostruire con l’espressione «Cthulhu fhtagn».
Le visite del giovane al professore si intensificarono e fra i vari termini di quel guazzabuglio di suoni i più ricorrenti risultano essere due «Cthulhu» e «R’lyeh». Dubbioso sulla veridicità del racconto del giovane il protagonista decide dunque di contattarlo personalmente, ma sebbene lo ritenga onesto non riesce a credere ancora agli strani fenomeni descritti seppure si renderà conto questi sono molto simili a quelli descritti nel secondo documento appartenente a suo zio e che vengono espressi nel capitolo successivo Il racconto dell’ispettore Legrasse. Qui il protagonista rinviene un secondo testo che racconta l’esperienza del professore con il suddetto ispettore, il quale gli aveva presentato una statuetta che risulta per aspetto molto simile alla scultura di Wilcox. Legrasse racconta di aver reperito tale oggetto durante un’incursione della polizia durante quello che doveva sembrare uno strano raduno vudù  in un boschetto a sud di New Orleans. Il rituale in corso appare subito folle all’ispettore che si ritrova, insieme ai suoi uomini, di fronte ai proseliti danzanti intorno alla statuetta e ad alcuni corpi terribilmente martoriati. Arrestati gli adepti al culto, l’ispettore viene a scoprire alcune informazioni in merito e riesce anche a ottenere una trascrizione di quella sorta di mantra che essi ripetevano continuamente «Ph’nglui mglw’ nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn» che Legrasse è riuscito anche a farsi tradurre con «Nella sua dimora di R’lyeh il morto Cthulhu aspetta sognando».

A questo punto cominciano ad essere evidenti alcuni punti di contatto fra la storia del giovane Wilcox e quella proposta dall’ispettore. Tuttavia, deve ancora accadere un ultimo evento prima che il protagonista prenda pienamente coscienza di ciò con cui ha a che fare. Ed è ciò che accade nell’ultimo capitolo La follia che viene dal mare dove egli entra casualmente in possesso di un articolo di giornale che racconta di un uomo, unico superstite de proprio equipaggio che dopo aver subito un attacco di pirateria approda con quelli che sono rimasti del suo equipaggio su una strana isola che sembra essere sconosciuta la cui “architettura” ricorda però abbastanza fedelmente quella descritta nei sogni di Wilcox. Trovata quella che sembra una grossa porta Johansen, questo il nome del sopravvissuto, e i suoi uomini trovano modo di varcarla per poter controllare cosa si possa trovare all’interno ed è così, che per puro caso, riescono dove gli adepti del culto avevano fallito: risvegliare Cthulhu.
Gli unici superstiti a questo scontro risulteranno essere proprio Johansen e un suo compagno che però perde completamente il senno mentre sono ancora in mare e lì lo raggiunge la morte. Quella stessa morte che raggiungerà anche l’ufficiale nella sua casa molti mesi dopo lasciandogli tuttavia il tempo di annotare questi eventi. Ed è a questo punto che il protagonista si rende conto che la morte del proprio zio non è stata casuale, così come non lo è stata quella di Johansen e come probabilmente non lo sarà nemmeno la propria.

È interessante a questo punto notare come si sia ripetuto spesso, nei racconti finora analizzati questo sentimento, che accomuna i vari protagonisti, di essere coscienti del fatto che la loro morte giungerà presto a causa delle proprie conoscenze e che non risulterà, probabilmente, nemmeno piacevole. Tuttavia, quello che caratterizza questo racconto e che lo rende il più famoso è il fatto stesso che l’orrore assuma dei connotati ben precisi e delineati. Se ne Il Cane, il famoso cane non viene mai mostrato realmente e il protagonista stesso non lo vedrà mai, qui invece vi è descritto un vero e proprio scontro con il mostro. Johansen lo affronta e almeno la prima battaglia riesce a vincerla in quanto riesce a raggiungere terra vivo, tuttavia è già consapevole che quegli orrori torneranno a perseguitarlo ed ecco il perché raccoglie tutte le proprie memorie che riguardano il culto di Cthulhu ed ecco perché lo farà anche il protagonista vero e proprio, seppure, entrambi, tutti loro tentano di assicurarsi che tali scritti non vengano mai letti.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.