yoshiki-we-are-x-xjapanSono passate oramai due settimane da quando ho avuto modo di prendere parte all’anteprima italiana di We Are X di Stephen Kijak, film documentario che ripercorre la tormentata storia della band nipponica più famosa. Gli X Japan, in realtà, sono un’icona in Giappone, ma all’estero sono meno conosciuti forse solo perché hanno avuto la “sfortuna” di nascere in un paese così lontano da noi in ogni senso. Come dice Gene Simmons, grande amico della band e soprattutto del suo frontman Yoshiki, se gli X Japan fossero nati negli Stati Uniti o in Inghilterra, sarebbe stata la Rock band più grande al mondo. E come dargli torto, dopo tutto hanno venduto 30 milioni di copie solo in Giappone, hanno un record di presenze ai live imbattuto per ben diciotto volte. Ma i motivi non sono legati solo a questi due fattori: non a torto sono considerati i precursori e tutt’ora padri indiscussi del Visual Kei che a quei tempi era qualcosa di inesplorato, un genere che gli X Japan hanno lanciato per dichiarare guerra, pacificamente, a quelle che erano le tradizioni, le convenzioni e la ristrettezza della mentalità dei giapponesi di quei tempi. E se oggi si vedono ancora tante band nascere e definirsi Visual Kei, se per le strade di Tokyo e non solo si possono vedere ragazzi e ragazze con i capelli biondi (ossigenati, ovvio) o colorati, oppure vestire in maniera ricercata, stravagante e anche ‘sconvolgente’ è solo granzie a quella fame di ribellione che ha caratterizzato la prima parte della carriera degli X Japan.

we-are-x-film-posterEppure la storia e la carriera degli X Japan non sono affatto state un cammino facile, tutt’altro: partendo dal suicidio del padre di Yoshiki quando quest’ultimo era un bambino e che gli ha segnato la vita per sempre, la morte dell’istrionico e amatissimo Hide (chitarra), passando per la morte del bassista Taiji (Loudness) e Toshi che ad un certo momento della sua carriera prende la distanza dagli altri per una conversione ad una setta che, parole testuali, gli aveva fatto il lavaggio del cervello.  Tutti questi elementi sono stati la base dell’ispirazione compositiva di Yoshiki che oltre ad essere un grandissimo batterista, si cimenta anche in bellissime parti classiche che hanno segnato la storia della musica Rock giapponese, come ad esempio Art of Life. Infatti Yoshiki ha un background classico mescolato al Rock, un genere musicale che ha scoperto in età molto giovane. Yoshiki soffriva moltissimo per la perdita del padre e il Rock per lui è stato la salvezza; da qui è nata la leggenda degli X Japan.

Yoshiki_playing_drums

By Julio Fugimoto [CC BY-SA 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

Ma We Are X non è solo questo, guardandolo si possono avvertire un mare di emozioni e a volte anche contrastanti tra loro, puoi ritrovarti a sorridere davanti a questi ragazzi ribelli, vestiti di pelle, borchie e capelli ossigenati lunghissimi tirati su come le famose ‘creste’ dei Punk della migliore era, mentre avverti un sussulto perché sai già che quei sorrisi e quelle immagini di gioia sono il preludio a racconti di fatti che sono, alla fine, il leit motif del film: la sofferenza, il dolore e inevitabilmente la sfera dei sentimenti umani. La sofferenza è stata un elemento onnipresente all’interno della storia della band, è quella cosa che ha ispirato Yoshiki a comporre perle di musica che ha strappato il cuore ai suoi fans, perché la sofferenza stessa e il dolore sono alla base della vita di Yoshiki. Eppure nonostante tutto, egli rimane un uomo posato, capace di sorridere e di far sorridere, un uomo dalla forza interiore che non può passare inosservata. E se la sua musica è intrisa di dolore e sofferenza, ciò che sboccia è solo un diamante splendente e dalle mille facce, proprio come la musica degli X Japan.

Non è certo mio compito mettermi a elencare i vari significati e le riflessioni che We Are X può suggerire, credo invece valga la pena andare a vederlo anche solo se curiosi di capire un mondo, quello del Rock, che apparentemente è tutto “Sex, drugs and Rock ‘n’ Roll“. Gli X Japan visti attraverso la pellicola di Kijac sono ben oltre l’immagine standard del Rock, sono ciò che di più umano e fragile si possa trovare in queste anime tormentate e che tuttora sono in grado di regalare fortissime emozioni. La sala del Cinema La Compagnia, che ha ospitato il Festival dei Popoli e che ancora ringrazio per la bellissima opportunità che ci ha dato di incontrare un personaggio davvero eccezionale come Yoshiki, era gremita dei fans del celebre batterista, e nonostante la forte ansia ed eccitazione che si avvertiva nell’attesa di entrare in sala, quest’ultima è caduta in un naturale silenzio carico di emozione e commozione durante tutto il corso della proiezione. Qui è il fascino degli X Japan e della loro storia.

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Vedere We Are X vi aprirà sicuramente qualche porta, magari vi porterà a riflettere sulla vostra stessa sofferenza che può essere simile a quella vissuta da Yoshiki, oppure manifesta in altre forme. Potrebbe solo e semplicemente farvi conoscere una band che prima ignoravate e scoprire che il Rock, per come è e per come dovrebbe essere, non esiste solo in occidente e che per definizione non conosce confini né barriere, semplicemente è musica e ti lega indissolubilmente a qualcosa che non sai descrivere, ti porta a rispecchiarti in qualcuno che reputi poi il tuo ‘salvatore’, o meglio dire una ‘guida’. Questo e molto altro è We Are X!

Seguite gli X Japan ovunque sui vari siti e social ufficiali e, perché no, ascoltateli se ancora non lo avete fatto!

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