Ebbene sì, i Motionless In White fanno il loro ritorno in Italia per un unico incontro speciale ai Magazzini Generali di Milano, il 2 dicembre. Una data molto vicina eppure… siete ancora in tempo per acquistare gli ultimi biglietti disponibili!
Un appuntamento importante per la band, che si trova per la prima volta a essere il gruppo principale del concerto, con Tim Sköld come unico guest d’apertura. Chris, il cantante, ha rilasciato anche un breve video per esprimere il suo entusiasmo, eccitato all’idea di avere finalmente un concerto tutto per loro.
Da tutta Italia si è scatenata la risposta dei fan, che sono accorsi a prenotare i biglietti da ogni parte della penisola, tanto che l’organizzazione ha dovuto cambiare la sede dell’evento da Legend Club (poco spazioso) ai famosi Magazzini Generali.

Un evento considerevole, che vede come protagonista indiscusso della serata il nuovo album del gruppo, uscito proprio quest’anno: Disguise.

L’album

Composto da 11 tracce, l’album ha riscosso un grande successo, soprattutto grazie alla versatilità della voce di Chris, che sa muoversi con destrezza tra il più demoniaco growl e la più pulita melodia. In particolare, troviamo un perfetto esempio di modulazione, nelle canzoni Headche, Thoughts & Prayers e c0de.
Dal significato profondo sono invece Disguise, il cui video musicale trasmette brividi d’oscurità, e Brand New Numb; quest’ultima con un inizio così ritmato da risvegliare anche il più immobile degli stoccafissi.
Undead Ahead 2: The Tale of the Midnight Ride è intrisa di quell’atmosfera “halloweeniana” che ricorda un po’ i film del celebre Tim Burton, mentre con Broadcasting from Beyond the Grave il gruppo si spinge con audacia verso una cadenza più elettronica.

Due canzoni che lasciano davvero il segno sono Another life e Legacy, nelle quali Chris ha utilizzato una tonalità più chiara e pulita conferendo al significato dei testi maggiore profondità. E poi, be’, che dire di Catharsis? Una canzone da ascoltare quando lo sconforto ha la meglio, per ricordare che, cito testualmente, “the absence that haunts you, won’t hurt much longer”.
Un trionfo di testi e musicalità che dimostrano quanto il gruppo sia cresciuto durante questi anni, quanto ha offerto e quando ancora può offrire. Dal mio punto di vista, forse l’album migliore prodotto, in testa di poco al precedente Graveyard Shift.

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