Passiamo a un lato più tecnico. Come hai scelto cast, location e musiche?

Non disponendo di fondi per il progetto (che ricordo non è a scopo di lucro perché non intendo commercializzarlo), per il cast mi sono affidato soprattutto alle conoscenze dirette, ad amici insomma, o persone che via via si sono interessate al progetto trovandovi un messaggio importante, o ispirate dalla qualità artistica che vi hanno riconosciuto.

Per le location ho individuato diverse località nel Cantone Ticino (Svizzera) che per la loro architettura richiamassero aspetti avveniristici o comunque connessi alle ambientazioni di stampo tecnologico-industriale richieste dallo scenario. Tra l’altro non è stato sempre facile o possibile ottenere i permessi per girare in certi luoghi, ma per altri ho avuto la fortuna di imbattermi in persone molto cordiali, disponibili e affascinate dal mio progetto, che mi hanno permesso di filmare alcuni edifici davvero significativi e stilisticamente impressionanti.

Tutto ciò che, invece, per ovvie ragioni non poteva essere trovato “sulla Terra”, è stato generato con photoshop, ad esempio i paesaggi, le vedute panoramiche, o l’estensione fittizia di molti edifici.

Quale è stata la parte più difficile di tutto il progetto?

Il tempo. Anche se “Symmes” non sarà un filmone di 2h (immagino che il risultato finale sarà un mediometraggio), anche le scene più brevi, che magari sfileranno sotto gli occhi degli spettatori in pochi secondi, hanno richiesto e stanno richiedendo una pazienza titanica. Tempo per essere concepite, tempo per essere “rese possibili” (non foss’altro che per combinare la disponibilità di cast e location), tempo per essere elaborate e trasformate nel loro aspetto definitivo.

Un conto è girare dei video e postarli in internet aggiungendo magari un paio di filtri e una musichetta di sottofondo, è qualcosa che possiamo fare in tempi molto brevi. Ma in un tipo di film come “Symmes” la maggior parte degli elementi presenti in una singola scena devono essere prima disegnati a mano, poi creati con Photoshop, poi integrati nella scena “reale”, poi armonizzati con vari altri effetti (luminosi, climatici…), con il sonoro… possono volerci anche 4 o 5 ore per sequenze di 3 secondi.

È come creare dei mosaici pieni di minuscoli ma irrinunciabili tasselli. No anzi, è sicuramente sbagliato dire “irrinunciabili”, perché mi rendo conto che la maggior parte di essi sono “irrinunciabili” solo ai miei occhi, ma forse sono proprio quelli a “fare la differenza”. Dettagli che forse nessuno noterà, ma che qualora venissero notati farebbero apprezzare più profondamente l’impegno e l’amore che li hanno visti nascere. L’attenzione per le piccole cose.

Grazie mille Sebastiano di essere stato con noi e di averci fatto conoscere il meraviglioso mondo alle spalle di SYMMES. Speriamo con questa intervista di aver incuriosito i nostri lettori e consigliamo a tutti voi di vederlo non appena avremo una data di uscita.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.