Questo libro è un inno alla vita e anche alla morte, in quanto normale conseguenza di essa. Parla senza filtri di come abbia contratto egli stesso l’HIV e di quanto sia stato traumatico per lui. Ma come proprio in quel momento abbia abbracciato questo insegnamento per poi trasmetterlo agli altri e affrontato le sue paure con speranza. Racconta tutti gli incontri fatti con i numerosi compagni di fede, più esperti, e di come lo abbiano accompagnato e sostenuto durante le riunioni di discussione. Durante i tanti eventi promossi dall’associazione di cui egli è diventato membro ha imparato molto su d sé e sulla vita. Durante quel periodo, in Italia, non era facile ricevere un Gohonzon (la pergamena di fronte al quale ogni buddhista prega ritenendolo lo specchio della propria vita.)

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p style=”text-align: justify;”>Inizialmente chiamata Nichiren Shoshu (AINS). 
In seguito alla separazione dal clero della Nichiren Shoshu, l’Associazione cambia il suo nome in Associazione Italiana Soka Gakkai (1990), che nel 1993 contava circa 13.000 membri. Oggi presente in 192 paesi del mondo con migliaia di membri. Dose riuscì nell’intento di diventare membro anche se non ricevette subito il Gohonzon.

Durante i tanti viaggi in Italia e all’estero, inseguendo i sogni di una carriera di successo, Antonello realizza molti obbiettivi, e capisce molte altre cose: riesce con saggezza e determinazione ad accettare che talvolta qualcosa va abbandonato durante il percorso. Spesso perdiamo anche le persone care, ma la sua scelta di non demordere e andare avanti risulta forte. Accompagnato ogni giorno dagli insegnamenti di Daisaku Ikeda che lo hanno spinto sulla via dell’illuminazione. Ammette di avere comportamenti di tipo borderline e di passare serate nel mondo del cruising e di essere riuscito inseguito a superare questi comportamenti e di aver imparato a gestire i rapporti umani, sentimentali sopratutto creando valore.

Non è facile mettersi a nudo nella società di oggi, ancora meno scrivere storie autentiche e per niente romanzate. L’autore è riuscito nell’impresa con un coraggio eccezionale (appunto da leone), e con un linguaggio scorrevole, tanto da tenermi incollata alle pagine per moltissime piacevoli giornate. Per chi come me, segue la sua stessa strada, sia quella della filosofica buddista, e sia la scrittura, questo libro è stato veramente molto incoraggiante.
Concludo con una sua ultima citazione:

Se penso a cosa mi resta di questi anni dedicati al buddismo, oltre il ricordo di tante battaglie, è il fatto di aver stabilito una serie infinita di relazioni umane in tutto il mondo, ma soprattutto con me stesso, dentro casa, con Morgan.

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