Mar 10, 2020 | 0 commenti

Locke&Key: recensione prima stagione

Mar 10, 2020 | Cinema | 0 commenti

I creatori di questa nuova serie Netflix sono riusciti a produrre un trailer così potente da convincermi a guardare la prima stagione. Una storia che ha in sé qualcosa di molto “burtoniano”, ma andiamo a scoprire davvero cosa ne penso.

Trama

Dopo la perdita del padre, la famiglia Locke si trasferisce alla Key House, dove il piccolo Bode fa una nuova inquietante conoscenza, mentre i fratelli maggiori, Tyler e Kinsey, cercano di dimenticare il passato e ricominciare da capo in un nuovo liceo. Ma la grande casa di famiglia nasconde un segreto, anzi molti segreti, che sussurrano ai nuovi abitanti, riportando a galla un vecchio pericolo.

Anteprima

Locke&Key è una serie statunitense basata sui comic-book di Joe Hill. È la storia di una famiglia che ha subito un terribile lutto e si ritrova a trasferirsi in un’enorme magione, situata in una piccola città del Massachusetts.

È qui che avvengono cose piuttosto strane e il giovane e intelligente Bode inizia a sentire dei sussurri provenire da parti diverse della grande casa; questi bisbigli lo conducono a delle bizzarre chiavi, ognuna con un potere ben preciso. Ma questo è solo l’inizio. Sono ancora molti i segreti da svelare e il passato, quel passato che suo padre aveva sepolto tanti anni prima, torna a bussare alla porta della Key House.

Questo telefilm mi ha riportato alla mente le tipiche atmosfere burtoniane: una casa cupa, un cimitero antico, anime che si librano nell’aria e ombre più nere della notte. La magia nella sua forma più gotica.

Locke&Key: Recensione

locke&Key jackson robert scott

Original image by IMDB .

Nina Locke, una mamma che tenta di rimettere insieme i pezzi scheggiati della sua vita. Tyler Locke, il figlio maggiore che cerca di intontire il senso di colpa con l’alcol. Kinsey Locke e la paura paralizzante che infesta il suo cervello dal giorno di quel terribile incidente. E infine il piccolo Bode Locke, intelligente e coraggioso.

Sono questi i personaggi principali della storia, una famiglia comune sconvolta da una tragedia che ha radici profonde e che si può riassumere in un unico simbolo: l’Omega.

La vicenda inizia bene, avvolta nel più totale mistero, e prosegue con una scoperta dietro l’altra, fino a rivelare un mondo magico e pericoloso, per poi concludersi con un finale che… be’… lascia un po’ a desiderare.

Se i primi episodi sono ben strutturati e mirano a catturare l’attenzione, gli ultimi invece perdono un po’, fino a sfociare in un combattimento finale che non possiede neanche l’ombra dell’azione che mi aspettavo, e in un colpo di scena abbastanza scontato.

Ho provato subito antipatia verso il personaggio di Nina; questa mamma che cade un po’ dalle nuvole e sembra non conoscere nulla del passato di suo marito. Mentre mi è piaciuto molto il piccolo Bode, un bambino coraggioso e arguto.

E ho adorato l’imperfetta Kinsey, la quale, invece di affrontarle, seppellisce le sue paure (nel vero senso della parola), e si lascia andare a piccoli momenti di vendetta.

Dodge, la cattiva della situazione, questo personaggio ambiguo di cui si scopre la vera storia solo alla fine, me la sarei aspettata più minacciosa, più ombrosa e malvagia; invece utilizza sotterfugi per ottenere quello che vuole, e si rivela essere un male sottile e meschino.

Dunque abbiamo una situazione famigliare traumatica, un omicida che evade di prigione, uno zio con un buco di memoria, una donna che tenta di colmare una mancanza nel cuore e una cattiva che è molto più di ciò che sembra: il mix perfetto per un telefilm con i fiocchi, elementi forti che avrebbero potuto essere usati meglio. Insomma, un telefilm niente male rovinato da un finale un po’ mediocre.

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