Dopo aver letto i libri, visto il film del 2013 e la serie andata in onda dal 2016-2019, su Netflix, vi recensirò The mortal instruments la prima serie di Shadowhunters. Premetto che non è mai facile trasportare correttamente e fedelmente una serie di libri su pellicola. Tuttavia, nonostante le notevoli differenze a mio avviso la serie in modo conciso è riuscita a riassumere l’anima della saga creata da Cassandra Clare e in sole tre stagione vista la decisione di chiudere la serie.

Trama della prima stagione:

Milleni or sono l’angelo chiamato Raziel mescolò il proprio sangue con quello degli esseri umani, dando vita alla stirpe dei Nephilim, metà uomini e metà angeli. Essi abitano il nostro mondo, nascosti ad occhio umano. Sono Shadowhunters e obbediscono alle leggi fissate nel Libro Grigio. Il loro compito è dare la caccia ai demoni che portano rovina e distruzione. La loro organizzazione governativa è il Clave.

Clary Fray (Katherine Macnamara) è un’artista brillante, vive con la madre Jocelyn (Maxim Roy) Ha un migliore amico di nome Simon Lewis (Alberto Rosende) con cui passa la maggior parte delle sue giornate. Allo scoccare del diciottesimo compleanno, Clary passa la serata al Pandemonium Club con Simon. Lì assiste a un omicidio, ma pare sia la sola in grado di vederlo. In seguito viene attaccata da un demone. Viene salvata da ragazzo bizzarro e inquietante già visto al Pandemonium. Il suo nome è Jace Wayland ( Dominic Sherwood). Questi le spiega di essere uno Shadowhunter, metà umano e metà angelo che protegge i Mondani ovvero gli esseri umani dai demoni. Porta con sé la ragazza all’istituto di New York, e dopo farà conoscenza di Alec Lightwood (Matthew Daddario) e sua sorella Isabelle (Emeraude Toubia)

In seguito si verrà a conoscenza che anche Clary è una di loro. La ragazza dovrà imparare a comprendere il proprio potere: sembra avere la dote innata di creare nuove rune. Simboli tatuati sul corpo di ogni Shadowhunter per aumentare la forza, permettere loro di guarire, compiere salti, diventare invisibili e molto altro. L’obbiettivo è quello di distruggere Valentine Morgenstern(Alan Van Sprang), l’uomo più ricercato nel mondo degli Shadowhunter. Questi anni addietro fondò un circolo di rinnegati. Il suo obbiettivo è chiedere un desiderio a Raziel. E vuole ottenere uno degli strumenti mortali, ossia la Coppa Mortale, uno strumento che gli permetterà di creare nuovi Shadowhunters che lo aiuteranno a sterminare i Nascosti (vampiri, licantropi, fate). Si scoprirà la verità sul padre scomparso di Clary e sulle origini di Jace che sebbene fosse fratello adottivo di Alec e Isabelle Lightwood, ha un passato e molto più oscuro.

The mortal instruments –  Recensione della prima stagione

La prima stagione (13 episodi) racchiude la trama dei primi due romanzi: Città di ossa e Città di cenere. La seconda invece (20 episodi) prende spunto dal terzo romanzo ossia Città di vetro. La terza ed ultima è suddivisa in due fasi: i primi 10 episodi si basano sul quarto libro: Città degli angeli caduti. La seconda è di 12 episodi ed accorpa gli ultimi due libri, rispettivamente Città delle anime perdute e Città del fuoco celeste.

Non mi permetto di sindacare sulle scelte riguardanti la sceneggiatura, poiché anche le serie sono spesso soggette a tagli di badget e ciò porta ad una riduzione delle stagioni previste inizialmente. Ho trovato comunque avvincente la scelta della linea principale della serie. Mi sono piaciuti gli interpreti scelti per i singoli ruoli. Ho apprezzato molto anche i combattimenti, gli effetti speciali e il fatto che sia le citazioni più importanti dei libri, sia i dettagli siano stati spiegati, seppur riadattato per esigenze di trama.

L’amore tra Jace e Clary, nei libri è spesso impossibile ma passionale, capace di superare ogni ostacolo o battaglia. Nella serie purtroppo viene reso un pò piatto e poco profondo. Avrebbe dovuto essere il cardine di tutto ed emozionare, ma forse a causa del ritmo caotico dei combattimenti e dei colpi di scena degli episodi, non c’è stato sufficiente spazio per la loro storia romantica. Jace è un personaggio egocentrico e complesso. Cresciuto da Valentine per essere un guerriero spietato, è invece di buon cuore. Clary andando oltre la facciata se ne innamora incondizionatamente.

L’autrice dei romanzi, Cassandra Clare, ha inventato un mondo molto ampio. Sono presenti diversi ambientazioni, la storia degli arcangeli e soprattutto moltissime armi speciali ed oggetti magici. Devo ricordare lo stilo, simile ad una bacchetta e strumento indispensabile per gli Shadowhunters, possiede molti utilizzi. Viene in particolare usato per aumentare il potere delle rune sulla pelle dei Nephilim. Questi sono tutti dei guerrieri, con sangue di angelo. Coraggiosi e inarrestabili in battaglia, seguono alla lettera le regole del conclave: “Dura lex sed lex”, La legge è dura, ma è la legge. È uno dei loro motti principali insieme a: Tutte le leggende sono vere.

Forse la serie non coglie nel complesso la natura di questi personaggi semi angelici, resi fin troppo umani e simile a comuni adolescenti. Presi dalla moda, dai cellulari e dalle loro relazioni, più che dalla caccia. Tuttavia nell’insieme lo trovo funzionale, soprattutto per chi non avrà letto i romanzi.

La seconda coppia che si forma tra i personaggi è tra il Sommo Stregone di Brooklin, Magnus Bane (Harry Shum Jr), e il suddetto Alec Lighwood. Il loro amore, reso meno nei libri, nella serie è molto più marcata. Nella versione cartacea si nota la paura del giudizio del clave per il personaggio di Alec riguardo la sua omosessualità. Tema ben delineato anche la grande differenza d’età tra i due: Alec appena diciottenne, Magnus con secoli alle spalle. E lo Shadowhunter non si sente mai all’altezza di una relazione dove lui invecchierà e il suo amante, stregone e figlio di un demone, invece no. Tuttavia un pubblico giovane può trovare credibile la coppia, io non mi sono particolarmente emozionata.

Mi sono piaciuti anche Isabelle e Simon, diversi dai libri, ma abbastanza somiglianti. Lei bella e impetuosa, una combattente pronta a tutto persino in tacchi alti e minigonna. Emblema del girl power. tralasciando la sua relazione col vampiro Raphael che non ricordo dai libri.

Simon invece è un musicista imbranato sarcastico da sempre innamorato di Clary qui si rassegnerà ben presto ad un amore non corrisposto e cercherà la felicità altrove. Poi diventerà un vampiro diurno e intorno a lui si scateneranno parecchie diatribe nel mondo dei nascosti. Anche qui hanno mescolato molto le carte, ma pazienza. Mi sono piaciuti i vampiri e i licantropi, nonché gli stregoni.

La malvagia Lilith, la regina di Edom, e persino Sebastian o Jonathan, il fratello di Clary. Sebbene i cattivi siano mostrati in modo rapido e non facciano un grande effetto, sono accettabili.

Qualcuno ha avuto più o meno spazio nella serie, ma nel complesso una piacevole visione che non ha mi ha deluso e che potrei consigliare agli amanti di questo genere.

Autore