Ancora loro, i vampiri, con un nuovo telefilm Netflix che tenta di identificarli. Ancora una volta la scienza si contrappone all’antica credenza che segregava queste creature solo nel folklore.

Trama

Nata in una famiglia di vampiri, la liceale Doina si ribella alle regole della madre, rifiutando le pillole che è obbligata a ingoiare ogni giorno. Sono per il suo bene, lo sa, ma che succederebbe se smettesse di assumerle? Forse Doina è pronta a scoprirlo, e la realtà è molto più complicata di ciò che sembra.

Anteprima

In questo telefilm, i vampiri si fondono di nuovo con la scienza e la Storia umana. A causa di una grave malattia che 500 anni fa si è abbattuta sulla popolazione, si è creata una nuova mutazione: i superstiti di allora hanno sviluppato un’avversione per il cibo e il sangue sembra sia l’unica cosa che sono in grado di digerire, mentre i raggi bollenti del sole provocano gravi ustioni. L’invecchiamento delle cellule è rallentato e il loro organismo sembra resistere ai secoli.

Tratto dall’omonimo romanzo scritto dall’autore francese Thierry Jonquet, Vampiri è una storia che richiama una realtà nelle periferie di Parigi e la intreccia a una trama piuttosto misteriosa.

Recensione

Vampiri mi ha intrigato, ma non completamente soddisfatto. È ben fatto, racconta la vita di un’adolescente nelle periferie di Parigi, in una scuola multietnica che deve fare i conti ogni giorno con ragazzi problematici. È guardabile, anche se cade un po’ nel cliché, la solita ragazza che subisce una trasformazione, lei che sembra essere più speciale degli altri vampiri.

Doina ha una vita sicuramente fuori dal comune: sua madre, sua sorella e suo fratello maggiori sono dei vampiri; lei e l’altro fratello maggiore Andrea sembrano invece essere dei comuni umani, avendo ereditato i geni del padre.

Ma le cose cambieranno molto presto, e la giovane si ritroverà a essere a metà tra i due mondi, con un piede negli intrighi dei vampiri e uno nella vita di tutti i giorni. Si addentrerà nei meandri della comunità vampiresca, fatta di individui poco affidabili, primi fra tutti Ladislas e sua madre.

Quello che mi è piaciuto davvero è che mostra una Parigi semplice, lontana dalla più turistica Île-de-France; la Parigi che deve fare i conti con i soldi che scarseggiano e i lavori più umili, il luogo ideale in cui una famiglia di vampiri possa mimetizzarsi. Il luogo perfetto per degli adolescenti ribelli.

La storia non è male, nonostante cada sovente nel cliché, si svolge bene e i vampiri sono molto più umani di ciò che sembrano; anche loro possono morire per qualsiasi ferita profonda, e non hanno nessuna particolare capacità di guarigione (almeno non all’inizio), e questo mi è piaciuto perché se dovessi immaginarmi l’esistenza reale di queste creature, allora sarebbero identiche a queste, seguendo la logica della realtà. Le scene sono molto crude, molto vivide, e questo contribuisce a renderlo originale.

Insomma, per adesso una chance se la merita, anche se mi sento di dire che c’è di meglio.

Conclusione prima stagione

Premettendo che non ho idea se deciderò in futuro di guardare anche la seconda stagione, il finale è forse la cosa migliore di questa serie. Il colpo di scena è stato ben costruito, un nuovo personaggio prende parte alla storia, qualcuno che promette di creare molti guai, e grazie al quale la vicenda si complicherà.

Mi è dispiaciuta molto la dipartita di Rad, era un personaggio che avrei voluto vedere ancora, non me l’aspettavo. E la natura di Doina pare proprio essere l’occasione per dare una possibilità ai vampiri di uscire dall’ombra. Cosa farà Ladislas? Davvero uscirà di scena? O il suo legame con Doina lo costringerà a restare? Tutto è ancora sospeso.

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