L’alleanza dei tre è un fantasy scritto dall’autore francese Maxime Chattam e pubblicato per la prima volta nel 2008 dalla casa editrice Albin Michel. Fa parte di una saga intitolata Alterra, composta da ben sette volumi, divisi in due cicli, più un volume disgiunto che serve da prequel all’intera narrazione.

Ho acquistato questo volume, pubblicato nel 2011 da Fazi Editore, cinque anni fa. Un po’ come il protagonista nell’incipit della storia, mi sono ritrovata a rovistare tra una montagna di libri impolverati, esposti sul banchetto di un venditore ambulante. Qualcosa di quei disegni in sovrarilievo che decoravano la copertina mi ha ispirata e spinta a comprarlo. Si direbbe un ottimo caso di “mai giudicare un libro dalla sua copertina”. Ma partiamo dal principio.

Trama

Improvvisamente, lo spirito natalizio si spegne quando un evento inatteso si abbatte sulla città di New York: una spaventosa tempesta di lampi. Max, un ragazzo riflessivo ed in piena età dello sviluppo, è nella sua stanza quando la vede arrivare ed invano cerca di avvertire i propri genitori. Un fulmine distrugge i vetri della finestra dalla quale assiste al terribile avvenimento e lo colpisce in pieno.

l'alleanza dei tre

Foto di Keli Black da Pixabay

Al suo risveglio, scopre di essere rimasto solo. La bufera sembra aver portato con sé tutti gli adulti e trasformato le strade di New York in un ambiente selvaggio ed inospitale, ricoperto da una fitta vegetazione, abitata da animali dalle dimensioni insolite. Insieme all’amico Tobias, un boy scout esuberante, ma ingegnoso, cercherà di capire cosa è successo. Scoprirà che la tempesta altro non è che un tentativo della natura per liberarsi dal dominio dell’uomo e rinascere, affidandosi agli unici esseri puri ancora esistenti, i bambini. Ma un nuovo nemico si prepara a minacciare il loro governo.

L’Alleanza dei Tre – Recensione

Premessa: recensione non adatta ai deboli di cuore.

In un certo modo, Chattam sembra riproporci un Signore delle Mosche moderno, in cui bambini sicuramente più sensibili e responsabili riescono a capire abbastanza rapidamente gli innumerevoli errori fatti dalle generazioni precedenti: sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, inquinamento, violenza, egoismo.

Il soggetto di partenza su cui si basa la narrazione è sicuramente molto affascinante e molto attuale, se si considera il sottofondo ambientalista. Tuttavia, l’autore non riesce a staccarsi da esso e far decollare in maniera interessante la storia.

Ciò che infastidisce di più è la continua ripetizione delle motivazioni, tra loro identiche, che si trovano alla base delle azioni dei protagonisti. L’analisi psicologica dei personaggi è monotona, cosa che li rende addirittura antipatici sotto certi aspetti. Senza contare che lo scrittore ha scelto come protagonisti della sua storia dei bambini, con i quali però non riesce assolutamente a simpatizzare, rischiando troppo spesso di trasformarli in adulti che indossano delle maschere di carnevale.

Un altro aspetto fastidioso, che sfortunatamente è sempre più presente nella narrativa moderna, è l’incessante desiderio di sorprendere il lettore con un colpo di scena. Il momento-sorpresa è sempre dietro l’angolo ed inevitabilmente diventa prevedibile ed evapora.

E non è tutto. Più che il primo capitolo di una saga, sembra di leggere la parte introduttiva di un libro. La storia, nel complesso, lascia troppe questioni in sospeso per renderla abbastanza interessante come nucleo a sé, soprattutto se si considera che molti colpi di scena sono facili da prevedere, rendendone inutile la risoluzione che ci viene offerta un centinaio di pagine dopo. Quando poi si scopri che i libri a seguire (ben sette) non sono mai stati tradotti in italiano, la situazione diventa quantomeno tragicomica per un comune lettore italiano.

In sintesi, non è una lettura che consiglierei. Il mondo è pieno di libri che vale davvero la pena di leggere per sprecare il proprio tempo con un testo che non porta da nessuna parte. Caro Chattam, c’est la vie!

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