L’incredibile Hulk è un film del 2008, secondo della fase 1 del Marvel Cinematics Universe che andiamo a trattare nella nostra rubrica Il Mito del Supereroe. Il film è diretto da Louis Letterier. C’era stata un primo film di Ang Lee intitolato Hulk e Il protagonista è interpretato da Edward Norton, il quale contribuì anche alla stesura della sceneggiatura insieme a Zak Penn. In questo reebot Bruce Banner si sottopone all’esperimento di proposito e non viene investito accidentalmente dai raggi Gamma per salvare un altro scienziato. Il gigante non è un malvagio orco omicida, ma  una creatura titanica che vuole essere lasciato in pace dagli uomini, cosa che non fanno. Nel cast Liv Tyler, William Hurt e Tim Roth.

Trama

Lo scienziato Bruce Banner è disperatamente a caccia di una cura per annientare gli effetti delle radiazioni gamma che hanno avvelenato le sue cellule, scatenando una incontrollabile forza rabbiosa dentro di lui: Hulk. Costretto a vivere nell’ombra, lontano da una vita normale e dalla donna che amava, Betty Ross, Banner lotta per sfuggire alla sua nemesi, l’ossessivo Generale Thunderbolt Ross, che con la sua macchina militare cerca di catturarlo per sfruttare brutalmente il suo potere.

L’incredibile Hulk – Recensione

Parto dal presupposto che Hulk come personaggio mi è sempre piaciuto pochissimo. Il film, benché sia studiato al meglio, con una buona sceneggiatura e ottimi interpreti, anche discreti affetti speciali non mi ha convinta. Ed è l’unico del MCU ad avermi lasciata piuttosto indifferente.

Edward Norton è sicuramente un grande interprete e anche credibile, ma semplicemente non sembra Bruce Banner. Apprezzo l’idea di base che vede lui un brillante scienziato, un uomo intelligente, che si offre per un esperimento innovativo per la propria e altrui carriera, ma che semplicemente, diventa una vittima, di esperimento  che non funziona come gli scienziati si aspettavano. A quel punto l’uomo che fa? Cerca di liberarsi della bestia.

La morale

Noto in questa pellicola la palese ed eterna metafora del Dottor Jekyll (Banner)  e Mr. Hyde (Hulk). Noto anche l’etica di fondo dell’antieroe. Non è il protagonista a diventare un super, ma Bruce Banner quando si eccita o si arrabbia perde se stesso.  Diventa un altro, letteralmente. Il titano verde si impossessa del suo corpo e non può in alcun modo conformarsi alle regole della società umana.

Banner non accetta di perdere il controllo e rivelare la propria natura violenta. Immagino che se lo scienziato non avesse già posseduto una forte rabbia repressa, anche investito dai raggi gamma, il mostro non avrebbe visto alla luce. Hulk è quindi frutto di sentimenti troppo a lungo sedati e desiderio di di ribellione forzato dall’esperimento scientifico. La componente psicologica e il progresso sono alla base del mostro verde.

Il generale Ross (che è anche il padre dell’unico amore di Bruce Banner) è l’avversario, con le manie di controllo, che vuole a tutti i costi imbrigliare una potenza sovraumana, ponendo Hulk come una minaccia assoluta, che tale non sarebbe senza la persecuzione dell’esercito. Nel tentativo disperato di distruggere il mostro, il generale ne crea uno anche peggiore.

Muscoli o cervello? In questa pellicola sembra vincere il secondo. Alla fine Bruce Banner impara a dominare il suo mostro.

Considerazioni

I concetti sono giusti, ma non coinvolgenti, almeno a mio avviso. Io vedo Hulk come un mezzo per un fine e non come un vero supereroe. Non me ne vogliano coloro che amano il titano verde. La cosa curiosa è che Norton avrebbe potuto interpretare Hulk nei film seguenti soprattutto nella serie dedicata agli Avengers e la saga dell’infinito, ma la produzione non strinse l’accordo e quindi  fu sostituito da Mark Ruffalo. Quest’ultimo ha saputo dare un’altra sfaccettatura a Banner. Norton era più deciso e impetuoso come Bruce Banner, mentre il secondo mostra il personaggio dal lato più umano e insicuro, spaventato da se stesso e da ciò che potrebbe fare in caso di trasformazione.

In conclusione

Rimango dell’idea che la pellicola non sia stata un gran successo e che sia servito a poco sostituire l’interprete, è il personaggio in se che non mostra nell’interesse uno spessore ragguardevole.

Personalmente chi potrebbe identificarsi o appassionarsi ad Hulk?

Io sicuramente no.

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