Qualche giorno fa abbiamo recensito sul nostro portale Oltre la rapina, un romanzo di Manuel Sgarella. La storia del Cieco, e in realtà anche di altri personaggi, ci ha molto appassionato, così abbiamo contattato Manuel per chiedergli se era disponibile a rilasciarci un’intervista.

E lui ha felicemente accettato per cui eccoci qui.

Benvenuto Manuel sul nostro portale, grazie di essere qui con noi.

Buongiorno a tutti, grazie e voi per l’ospitalità.

La prima domanda che ti pongo è molto semplice, ma dato che è la prima volta che sei nostro ospite, potresti presentarti ai nostri lettori?

Mi presento come come una persona a cui piace scrivere storie, sotto diverse forme. Adoro il cinema, per cui ho studiato come sceneggiatore, lavoro come giornalista da molti anni, pubblico libri come autore self da quando Amazon ha aperto questa possibilità. Insomma, ogni forma narrativa che permetta di raccontare storie cerco di conoscerla ed esplorarla. Una passione che condivido con la mia famiglia, cresciuta negli anni: oggi vivo con mia moglie, le mie due bambine e il nostro piccolo beagle.

Oltre la rapina trae ispirazione dall’evento Milano Expo, come mai proprio questa decisione?

Per raccontare l’attualità, per raccontare questa occasione (non persa): è stato un’appuntamento sottovalutato. Secondo me è stata l’iniziativa più importante degli ultimi decenni, eppure non siamo riusciti a valorizzarla come avrebbe meritato. Se pensassimo oggi a un Expo, con tutto quello che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, forse sapremmo viverlo e apprezzarlo meglio. Oggi, invece, rimane un’area per cui si parla solo di come sfruttarla.

Suppongo che il personaggio a cui ti senti maggiormente legato sia il Cieco, del resto è il protagonista di altre due avventure.

Sì, ma non solo. Ogni personaggio di queste storie con protagonista il Cieco rappresenta una parte di quello che penso. Anche i cosiddetti “cattivi” hanno una loro morale, seppur discutibile. Ma in fondo non è l’ambiguità che ci rende anche unici? Il Cieco nasce dalle mie più grandi paure, che avevo deciso di mettere sulla carta, sotto forma di storia. Per superarle, o per lo meno cercare di fronteggiarle, volevo che le affrontasse qualcun altro. E così è nato il Cieco.

oltre la rapina

Foto di Steve da Pexels

Per quanto mi riguarda ho trovato molto interessante il Celerino. Come nasce questo personaggio.

Il Celerino nasce inizialmente come mentore negativo del Cieco. Ma come ogni mentore, anche lui è stato protagonista della sua storia in passato. Una storia che lo ha portato a essere come è oggi, con le sue ambiguità, ma anche con il suo codice morale, quello che porta ognuno di noi a compiere le proprie scelte. A differenza di altri, non teme il giudizio delle persone: il suo personalissimo codice è la bussola che regola i suoi comportamenti.

Nel romanzo sono presenti due figure femminili, in realtà tre ad essere precisi, ma parliamo di Eva e Diana. Sono due donne molto diverse eppure entrambe sono molto importanti per Luca.

Eva e Diana sono due personaggi opposti caratterialmente, da cui Luca/Cieco è attratto, con motivazioni diverse. Ma sempre con l’istinto di protezione nei loro confronti. Anche se loro non ne hanno bisogno. È come se Luca sentisse il bisogno di chiedere il loro aiuto, ma non ne è capace. Quindi cerca di entrare nella loro vita con la scusa di salvarle.

Facciamo un altro passo indietro. Come abbiamo detto, questo non è il primo racconto del Cieco. Vuoi dirci qualcosa di Cosa rimane di noi?

Cosa rimane di noi è il primo libro con protagonista il Cieco e, come accennavo prima, nasce dalla mia più grande paura: cosa succederebbe se all’improvviso perdessi mia figlia e non la ritrovassi più? Se mi girassi un attimo mentre siamo in giro e quando torno verso di lei, lei non c’è più. Cosa succederebbe? Non solo come sviluppo della storia, per le ricerche: dentro di me cosa si romperebbe? Come si svilupperebbe il mio rapporto con gli altri? E con mia moglie? Sarei ancora in grado che sviluppare empatia? Ecco, tutto questo mi ha portato a scrivere la prima storia: se dovessi dirlo con una punta di egoismo, è stato solo per liberarmi di tutte queste domande.

E invece cosa puoi dirci di Il passato non è un posto tranquillo?

Anche Il passato non è un posto tranquillo nasce da una paura, anche se meno invadente e diffusa: cosa succederebbe se non avessi più una via di fuga, se rimanessi bloccato in una stanza senza vie di uscita. Qui lo sviluppo della storia è stato più metaforico, per certi versi ancora più duro. Ma è la storia dove si è sviluppata di più la nascita delle maschere che accompagnano i personaggi dei romanzi del Cieco.

Parliamo un po’ di te, da dove nasce la tua passione per la scrittura?

 Dal cinema. Fin da piccolo leggo e studio tutto quello che posso sulla settimana arte. Ho frequentato la Scuola del cinema di Milano come sceneggiatore e anche il Corso Rai Script a Roma. Ho fatto qualche lavoro in questo mondo mantenendo sempre vivo l’altro percorso come giornalista. La scrittura è il mezzo che mi permette di raccontare delle storie; per questo mi piace esplorare le diverse possibilità che presenta: sceneggiatura, romanzo, o semplici articoli.

E come lettore, che lettore sei? Qual è il tuo genere preferito e un libro che ti senti di consigliare?

Sono un lettore onnivoro. Vado dai thriller italiani (l’ultimo che ho letto è Carrisi, la stanza delle voci) ai romance (come quelli di Daniela Volontè o Amabile Giusti). In mezzo anche autori stranieri che adoro come Lansdale (con la saga di Hap & Leonard) oppure attendo sempre con ansia un libro di Joel Dicker (L’enigma della camera 622 l’ho appena finito ed è stupendo). Per finire mi piacciono anche i libri che raccontano la storia del cinema da punti di vista diversi (sto finendo di leggere Forte respiro rapido. La mia vita con Dino Risi, scritta dal figlio Marco: molto intenso e commovente).

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Questa è una domanda delicata. Ne ho tanti e non ho ancora deciso quale strada percorrere. Mi piacerebbe affrontare un fantasy, oppure sviluppare un thriller. I soggetti esistono già, ma devo trovare il momento giusto per affrontare la scrittura, per trovare lo stile giusto.

Hai qualche consiglio per chi voglia intraprendere il tuo stesso percorso?

Non so se posso essere già nella posizione di dare consigli. Più che altro sono io che ne ho bisogno. Ecco, forse direi che ascoltare gli altri e poi decidere in base al proprio sentimento di scrittura, è il primo consiglio che mi viene da dare.

Grazie mille di essere stato con noi, spero questa intervista sia stata piacevole e di tornare a parlare dei tuoi lavori. Vuoi lasciare un ultimo saluto ai nostri lettori?

Grazie a voi per l’ospitalità. Auguro una buona lettura a tutti, qualsiasi sia il romanzo che state leggendo. Con la mente aperta le belle storie si trovano ovunque.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.