Eccoci tornati ad una nuova intervista sul nostro portale. Oggi torna a farci visita Sebastiano Brocchi che abbiamo già incontrato qualche tempo addietro in merito al progetto Symmes. Tuttavia, coloro che conoscono Sebastiano sanno bene che tipo di personaggio poliedrico egli sia.

Forse molti di voi hanno già sentito parlare della saga dei Pirin, l’opera più grande e complessa di questo autore. Proprio questa saga ora sta per arricchirsi di un artbook che vedrà la collaborazione di diversi artisti.

Ma procediamo con ordine ed andiamo a scoprire insieme questo progetto.

Innanzitutto bentornato Sebastiano, spero che tu sia felice di essere di nuovo qui.

Grazie, è sempre un vero piacere e onore essere ospitato da una testata interessante, ricca e culturalmente sfaccettata come Vampire’s Tears.

Puoi farci una panoramica della tua Saga, in modo che anche chi non ne ha mai sentito parlare possa avere un’infarinatura?

Re Helewen è uno dei pochi superstiti di un’antica e gloriosa civiltà di semidei nati dall’unione di una fata e un uomo mortale: i Pirin, stirpe beneficiata di grande bellezza, longevità e giovinezza, dai capelli bianchi e gli occhi dorati, visse in un reame benedetto e rigoglioso, difeso da alte vette tra i monti d’un Oriente leggendario (i riferimenti storici e geografici non riguardano il nostro mondo bensì uno alternativo, e un continente in particolare: la terra di Gaimat, in cui si svolgono i fatti narrati).

Le profezie di quelle terre parlano della ricerca di un predestinato a indossare la Sacra Corona di Sibereht diventando così il Re del Mondo, e il corso degli eventi sembrerà far volgere gli occhi del fato sui figli gemelli di re Helewen, Nhalbar e Nothal, come possibili candidati al titolo. Tuttavia, i due gemelli sono opposti in tutto e senza mezze misure, come la luce e le tenebre, tanto che di loro gli oracoli annunciano i più grandi portenti ma anche le peggiori sventure, la rovina e la salvezza del mondo.

Questo solo per tentare di delineare il principale filo conduttore di una saga che in realtà si rivela un vero e proprio intreccio di trame, labirintico e complesso come delle Mille e Una Notte dal sapore high fantasy, in cui però ogni singola storia, ogni tassello di mosaico, concorrerà a formare un unico grande disegno. Quest’ultimo risulta chiaro solo alla fine del viaggio, per questo non bisognerà farsi fuorviare all’inizio dall’aspetto ramificato e arzigogolato della trama.

In realtà la trilogia di romanzi che costituiscono il corpus centrale della saga ha, fra i singoli volumi, alcune marcate differenze narrative. Il primo, “Le Memorie di Helewen”, ha uno stile molto fiabesco, e tenta di delineare una sorta di passato mitico, ricostruire il background che porterà agli eventi maggiori. Saranno soprattutto i volumi successivi, “Hairam Regina” e “Le Gesta di Nhalbar”, a entrare per così dire “nel vivo” dell’azione, a scendere anche (molto) più in profondità nella psicologia dei personaggi, e ad abbandonare progressivamente l’intreccio di racconti per andare a concentrarsi solo sui maggiori protagonisti di quella che potremmo quasi definire un’epopea in prosa, ispirata ai grandi classici dell’epica ma anche ai testi sacri di varie civiltà.

Come nasce il mondo di Pirin?

La volontà di delineare questa saga affonda le sue radici nella mente di un Sebastiano ancora adolescente, innamoratosi di alcune delle più grandi perle dell’immaginario fantasy-scifi cinematografico (da “Star Wars” a “Il Signore degli Anelli”…), e da lì quell’adolescente non ha mai smesso di fantasticare provando a delineare anche attraverso il disegno un mondo alternativo studiato negli aspetti più diversi, dalla geografia alla lingua, passando dalle razze con i loro vari usi e costumi.pirin civilization artbook

Riallacciandomi a quanto dicevo poco fa, sicuramente questo mondo fantasy deve molto al mio amore per la letteratura antica, più ancora che al fantasy contemporaneo (fatte salve alcune eccezioni di rilievo come “La Storia Infinita”). È innegabile inoltre una forte impronta mistica e simbolica che percorre tutta la saga: non si tratta quasi mai d’immaginazione fine a se stessa, ogni personaggio, ogni luogo, ogni racconto, persino i manufatti o le creature incontrate, hanno sempre un messaggio di cui sono portatori a livello più o meno palese. I livelli di lettura sono stratificati: si può leggere per puro intrattenimento se si è in cerca di un’evasione per la mente verso luoghi evocativi e magici, ma anche scegliere di andare oltre e tentare di cogliere le profonde implicazioni umane e spirituali di queste storie.

So che dal mondo di Pirin non sono nati solo romanzi, ma anche un videogioco. Vuoi parlarcene?

Proprio nel periodo in cui stava vedendo la luce il primo romanzo della saga (la prima edizione de “Le Memorie di Helewen” fu pubblicata nel 2012) ebbi la fortuna di stringere una bella e profonda amicizia con Stefano e Tania Maccarinelli, i quali gestivano una piccola ma appassionata e intraprendente software house indie nella Svizzera italiana, chiamata Stelex Software. I miei amici lessero il romanzo e ne rimasero molto affascinati, perciò l’idea di pensare a un adattamento videoludico per la mia saga emerse in modo molto spontaneo, quasi come “naturale” evoluzione dell’incontro tra i nostri rispettivi campi creativi.

pirin civilization artbookCosì, dopo alcuni anni di lavoro incessante e assolutamente “artigianale” (considerate ad esempio che si tratta di un gioco interamente disegnato a mano, senza l’ausilio della computer grafica tridimensionale in voga sui titoli mainstream) nel 2018 ha visto la luce l’avventura grafica punta&clicca “Eselmir e i cinque doni magici”. Il videogioco è sì ispirato alla saga dei Pirin nel senso che si svolge nello stesso mondo, annovera alcuni dei personaggi incontrati nei romanzi ed è possibile percorrere alcuni luoghi descritti negli stessi, ma si tratta di una storia a se stante con un suo protagonista inedito, che non ricalca assolutamente gli eventi della trilogia e può essere affrontata anche da chi non conosca ancora la versione letteraria.

Pur fatte le dovute premesse, ovvero che si tratti di un gioco “di nicchia” pensato soprattutto per estimatori del genere, posso dire che Eselmir si sia guadagnato diverse ottime recensioni un po’ da tutto il mondo, oltre a una nomination come “Best Writing Drama” agli Aggie Awards, che potremmo definire gli Oscar dei videogiochi.

Una chicca riguardante il gioco è che tra le voci del doppiaggio abbiamo l’onore di annoverare due personaggi noti al grande pubblico: il cantante Angelo Branduardi, qui impegnato nella sua prima e unica esperienza di doppiaggio videoludico, il quale ha dato la sua voce evocativa e carismatica a re Helewen, e l’attrice Gea Lionello, stupenda voce della Dea Monusadah.

Date queste premesse passiamo a quello che è il nuovo progetto. Da come lo hai raccontato si tratta di un artbook realizzato a più mani, dico bene?

Esatto, da un bellissimo team di nove artisti per la precisione. Oltre al sottoscritto: Paola Andreatta, Michele D’Angelo, Marco Pennacchietti, Andrea Piparo, Giuseppe Rava, Anna Schilirò, Miriam Tritto e Alessandra Valenti. Tutti illustratori già noti e amati, chi in ambito italiano chi addirittura internazionale, in particolare dagli appassionati di arte fantasy o, come nel caso di Rava, nel campo dell’illustrazione storiografica.

Come è nata questa idea? Perché unire così tanti artisti in un solo progetto? E come mai hai deciso di pubblicarlo proprio adesso? Lo ritieni una sorta di opera summa dei tuoi lavori precedenti?

Prima di tutto la saga dei Pirin ha sempre avuto una profonda, direi intrinseca, connessione al mondo dell’arte. È una saga in cui la letteratura nasce e si sviluppa a braccetto con il disegno e i contenuti visivi, che rappresentano una delle sue ricchezze più peculiari. Tuttavia, all’interno dei romanzi che vanno a impreziosire, gli elementi artistici sono comunque sempre, per forza di cose, un po’ “sacrificati” rispetto al loro potenziale, per quanto riguarda lo spazio a disposizione, l’impaginazione, la qualità di stampa ecc… rispetto al trattamento di cui possono beneficiare in un artbook, in cui ogni cosa è pensata per valorizzare l’immagine, il layout, gli accostamenti cromatici…

pirin civilization artbookInoltre va detto che la saga, dal 2012 a oggi, si è ampliata incredibilmente. Abbiamo una trilogia che supera nel complesso le 1’800 pagine, un videogioco che può protrarsi oltre le 15 ore di gameplay, una serie di racconti spin-off per ulteriori 400 pagine di avventure, e molto presto potrebbe arricchirsi di un primo albo a fumetti. Perciò questo artbook può rappresentare in un certo senso una “guida visiva” per orientarsi tra i luoghi e le civiltà del continente di Gaimat.

Volevo però che questo viaggio non fosse interpretato unicamente attraverso il mio sguardo e il mio stile. Per iniziare realmente a vivere di vita propria una saga deve diventare patrimonio condiviso, veicolato da diverse voci o, come in questo caso, dalla mano di diversi artisti, ognuno dei quali possa apportare il proprio tocco unico, la propria magia, il proprio talento peculiare nel dare forma agli elementi di quell’universo immaginario.

Come hai scelto i tuoi collaboratori?

Eravamo praticamente già tutti amici sui social, o comunque avevo già avuto modo di apprezzare la loro arte da diverso tempo, imparando a conoscerne i tratti distintivi, coglierne il potenziale. Ma naturalmente si è tratta di una scelta che doveva andare nelle due direzioni: non volevo pormi come “committente” nei confronti di artisti che non fossero, a loro volta, spinti ad affrontare il progetto con entusiasmo poiché affascinati da questa saga, i suoi valori narrativi e i suoi contenuti visivi che vantano stilemi unici e piuttosto riconoscibili nel vasto panorama di questo tipo di letteratura. Per questo abbiamo scelto di imbarcarci in questo progetto da coautori: gli artisti non sono stati implicati solo per il tempo della realizzazione concreta delle tavole illustrate per poi lasciarle “involare” verso il loro destino, ma sono essi stessi gli “imprenditori” di questa avventura editoriale alla pari con me.

Ho avuto la fortuna di formare un gruppo di grandi professionisti che hanno lavorato con talento e dedizione, ognuno apportando il meglio delle proprie competenze.

pirin civilization artbookCome si divide esattamente questa opera? Mi spiego meglio, hai creato una suddivisione per aree tematiche o semplicemente per autore?

L’opera è in primo luogo pensata per esplorare delle civiltà, perciò è così che è stata strutturata, suddivisa in aree tematiche rappresentate appunto dai diversi popoli e razze fantasy che abitano le terre di Gaimat. Alcune razze sono quelle “tradizionali” associate all’immaginario high fantasy, abbiamo quindi Elfi, Nani, ecc… sebbene rivisitati e reinterpretati in modo direi abbastanza profondo per acquisire tratti e caratteristiche che non li rendano gli ennesimi deja-vu. Altri popoli sono invece totalmente specifici di questa saga, pur preservando e reinventando alcune peculiarità di civiltà storiche.

Ultima domanda che è un po’ di routine. Ci sono altri progetti che intendi lanciare legati a questo mondo?

Accennavo prima a un albo a fumetti: si intitolerà “La Vita di An”, e potrebbe essere inteso un po’ come l’anello mancante, la congiunzione tra eventi dei romanzi, del videogioco (di cui rappresenta per certi versi l’ideale sequel) e della serie di racconti spin-off “Tasar”. Mi auguro che il fumetto possa vedere la luce a breve, non so se entro la fine dell’anno o, più verosimilmente, nella prima metà del 2021. Ricordo anche che la trilogia è in corso di traduzione ad opera del validissimo Giovanni Carmine Costabile, quest’anno è già stato pubblicato il primo volume in versione inglese con il titolo “Memoirs of Helewen”, molto presto dovrebbe arrivare “Hairam the Queen” e in seguito toccherà anche al volume conclusivo ricevere la sua trasposizione anglofona con il titolo “The Gests of Nhalbar”.

Ma posso assicurare che anche altre cose stiano bollendo in pentola. Sia io che altri creativi siamo all’opera su altri interessantissimi progetti che potrebbero ampliare la saga in modi imprevisti a partire dai prossimi anni, e su più fronti, quindi non solo letterario.pirin civilization artbook

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.