Il contributo di Mala Spina per la raccolta di Pandemonium è un racconto che ha per titolo Quasi Cavaliere. Ancora una volta il nostro viaggio ci porta ad avere a che fare con un villaggio afflitto dal morbo della peste.

Quasi Cavaliere – Trama

Goffredo degli Spini si trova a dover percorrere il proprio cammino con i fantasmi dei genitori morti a causa della peste alle proprie calcagne. Per poter liberare i loro spiriti, infatti, Goffredo dovrà portare a termine un’impresa valorosa. Il suo viaggio lo condurrà fino a Fossa Burrata, ma i risvolti si preannunciano inaspettati.

Recensione

Ancora una volta, come per tutti i racconti precedenti, ci troviamo a che fare con uno dei dieci comandamenti che anche in questo caso farà da guida l’intera trama.

Onora il padre e la madre.

I genitori del povero Goffredo non sono certamente degli individui che potrebbero definirsi amabili. Sia il padre che la madre per buona parte del loro viaggio si presentano come figure invadenti e pedanti che non fanno altro che criticare il modo di agire del proprio figlio. Goffredo, dunque, non si trova solo nelle’incombenza di dover portare a termine la missione per loro conto, ma anche sentirsi continuamente ripetere cosa deve fare e come lo deve fare.

Eppure nonostante tutto il “ragazzo” riesce a raggiungere fino a Fossa Burrata, ma anche qui sembra che la peste lo abbia preceduto. Si scopre, così, che a portare il morbo sono stati degli individui che prendono il nome di Untori.

Questi, infatti, cospargono, o meglio ungono, le porte delle case dei cittadini e altri oggetti che possono essere toccati ed in questo modo chiunque entri in contatto con essi si ammala della peste.

La peste come maledizione demoniaca

Nel racconto Quasi Cavaliere la peste non è quindi una malattia derivata da cause naturali, ma piuttosto sembra che essa venga causata da persone che si affidano ad entità malefiche.

cavaliere

Title: “London, edited by C. K”
Author(s): Walford, Edward, 1823-1897 [person] ; Knight, Charles, 1791-1873 [person]

Non è stato raro nel corso della storia che in periodi di grandi epidemie venissero cercati dei possibili capri espiatori in modo tale da poter attribuire Il morbo ad una causa soprannaturale derivata dall’influenza di qualche maligno. Come abbiamo visto nella nostro percorso dedicato a Draculea, per esempio, l’essere umano spesso ignorante aveva la tendenza a cercare una spiegazione a ciò che gli generava paura.

E molto spesso questa spiegazione veniva fornita da coloro che possedevano maggiore autorità: il clero. E quale migliore occasione per il clero di portare maggiore i fedeli alle proprie file se non con la paura della morte e di una malattia? Ed è così che sono nati i miti di streghe, vampiri, demoni e anche di untori. Nel caso specifico del racconto, questi si affidano a una sorta di divinità crudele che dona loro la capacità di diffondere il morbo. Si vede, a dirla tutta, anche all’interno del racconto di come essi comunichino con l’entità che da loro gli ordini e come quindi agiscano per suo conto.

Il quarto racconto

Questo racconto si è dimostrato come una svolta all’interno dlla narrazione. Per un qualche motivo l’ho sentito come distaccarsi dai suoi precendeti e prendere una via differente. Non avevo mai letto nulla di questa autrice, ma avevo già sentito il suo nome e l’ho trovata, a dire il vero molto piacevole.  Ho apprezzato molto lo stile, ma anche la trama si è rivelata particolarmente interessante. Il finale risulta come una stimolante sopresa che ben però si confà alla storia portata al pubblico.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.