Edito nella versione italiana da Atmosphere libri, per la collana Asiasphere, Il paese dei desideri è una raccolta di racconti del celebre scrittore giapponese Hara Tamiki. Si tratta di uno dei più importanti omaggi al ricordo di Hiroshima, entrato a far parte di quella che viene definita la letteratura dell’atomica.

L’autore

Hara Tamiki

雪屏的相册-日本著名私小说作家72人, Public domain, attraverso Wikimedia Commons

Hara Tamiki, nato nel 1905, visse in prima persona la tragedia del 6 agosto 1945, e sopravvisse per miracolo allo sgancio della bomba atomica. Nei suoi stessi scritti si definisce un sopravvissuto, ma utilizza questa parola quasi come fosse una maledizione, accogliendo su di sé il senso di colpa per il semplice fatto di essere ancora vivo.

Già profondamente segnato dalla morte della moglie, avvenuta nel 1944, quel fatidico giorno del 1945 Hara, tornato a Hiroshima da qualche mese, si apprestava a commemorare la sua scomparsa in occasione della festività dei morti. L’esplosione dell’atomica creò una profonda spaccatura dentro di lui, una sofferenza che dominò il resto dei suoi giorni, conducendolo al suicidio, nel 1951. Non prima, però,  di aver svolto il suo compito: lasciare il suo passaggio sulla Terra come monito, dando voce a tutte quelle anime che si erano perse nel disastro di Hiroshima, una testimonianza dell’orrore che sono in grado di creare le armi nucleari.

Prefazione di Ōe Kenzaburō

È ai giovani che si rivolge lo scrittore Ōe Kenzaburō (Premio Nobel per la Letteratura nel 1994) nella prefazione che apre questo libro. Riporta chiaramente la sua alta considerazione per la produzione letteraria di Hara Tamiki e ne evidenzia l’importanza.

È importante secondo Kenzaburō che siano soprattutto i giovani a leggere la malinconia che pervade la scrittura di Hara Tamiki; è necessario che la memoria di ciò che è stato non vada perduta nelle spire del tempo, ma si conservi nel futuro per non commettere gli stessi sbagli e non cadere nella guerra, che distrugge gli uomini.

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Il paese dei desideri. Il ricordo di Hiroshima di Hara Tamiki
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Mi trovo d’accordo con il suo pensiero, poiché a distanza di 75 anni dalla catastrofe, le nuove generazioni sembrano quasi non avere idea del pericolo e l’orrore della bomba atomica; io stessa ho potuto comprendere la gravità dell’argomento solo adesso, dopo aver letto Il paese dei desideri. Proiettati a tutta velocità nelle nostre vite, non siamo più in grado di prenderci il tempo per riflettere; non siamo più in grado di commemorare, ricordare e dire “mai più, non dovrà succedere mai più”.

Il lamento dei morti

All’interno di questa raccolta sono presenti cinque tra i più famosi racconti di Hara Tamiki: Requiem, Labbra di fuoco, Sulle rive di una morte meravigliosa, Il paese dei desideri e Verde infinito. In ognuno di essi è presente la nuova visione del mondo che si instaura nello scrittore successivamente allo scoppio dell’atomica; la realtà e l’irrealtà si perdono una dentro l’altra, e la vita e la morte non possono più avere il significato che gli attribuisce l’uomo.

Nel lamento dei morti, i suoi protagonisti odono una supplica eterna. Nel bisogno d’acqua è intriso il peggior risvolto di quella tragedia, perché le sofferenze degli ustionati erano tutto, in quel nuovo mondo di fiamme e macerie. Il passato e il presente si scontrano con una tristezza disperata; la pesantezza dei giorni fa presa sul cuore del lettore ponendolo direttamente in contatto con quello che è il panorama interiore dello scrittore.

Nella storia Sulle rive di una morte meravigliosa, Hara ricorda il dolore della perdita della moglie. In Requiem le vittime, voci innocenti che non hanno più voce, sembrano prendere possesso del protagonista; attraverso di lui avessero ancora la possibilità di lamentarsi, di chiedersi cosa sia la salvezza, se davvero esista la salvezza.

il paese dei desideri Hara tamikiNe Il paese dei desideri, invece, è ben chiaro il modo in cui il protagonista si pone nei confronti della morte; attraverso il ricordo del bambino che è stato, quel bambino che si divertiva ingenuamente a schiacciare le formiche, vi è il confronto con quegli uomini a cui, senza conoscere davvero il male che avrebbero causato, venne ordinato di distruggere in pochi secondi migliaia di vite. In quello che per un umano è un insignificante gesto, come schiacciare un insetto, è racchiuso l’effimero senso della vita.

Il dovere di ricordare

È dunque questo un libro molto duro, da leggere almeno una volta nella vita per non tradire il ricordo di tutte quelle vite spezzate; un libro necessario per capire che l’unico vero nemico dell’uomo è l’uomo stesso, fomentato dal demone che è la guerra. Attraverso la testimonianza di Hara Tamiki, viene chiesto a tutti noi d’impegnarci nel nome della pace, poiché il peggio dei conflitti non è solo la morte, ma anche l’annullamento dello spirito umano.

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