Scritto da Emilia Pardo Bazán, Lo scongiuro è l’ultima delle storie che prendiamo in esame per la componente magia delle bellissime Imbustastorie create da ABEditore.

Lo Scongiuro – Trama

L'imbustastorie I - La Magia La setta del Loto Bianco di Richard Wilhelm -Lo scongiuro di Emilia Pardo Bazán - La vernice gialla di Robert Louis Stevenson - Il mago di Toledo di Juan Manuel

L’imbustastorie I – La Magia
La setta del Loto Bianco di Richard Wilhelm -Lo scongiuro di Emilia Pardo Bazán – La vernice gialla di Robert Louis Stevenson – Il mago di Toledo di Juan Manuel
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MondadoriFeltrinelliIBSLibraccio

Un uomo invoca una forza ancestrale affinché esaudisca un suo desiderio. Ma si dice bene che bisogna stare attenti a ciò che si chiede.

Recensione

Forse il racconto dalle tinte più dark dell’intera bustina dedicata alla magia. Curioso che sia scritto proprio dall’unica donna presente all’intero della bustina dedicata alla Magia. Del resto Emilia Pardo Bazán fu quella che potremmo definire una femminista ante-litteram, giacché fu una delle prime a occuparsi di diritti delle donne sotto diversi aspetti.

Tuttavia avremo tempo di approfondire questa enigmatica figura che già così ci pare alquanto interessante.

Lo scongiuro è, come abbiamo detto, il racconto dalle tinte più fosche dell’intera raccolta  giacché ci presenta un caso di evocazione da parte di un uomo di quella che potrebbe essere una figura demoniaca. Ne vediamo il rituale nei minimi dettagli sin dal tracciamento del pentacolo dinanzi al camino, sia dalla comparsa dell’essere da chissà quale dimensione.

In realtà, il giovane in un primo momento non è ben consapevole di chi sia questo Cavaliere del Nulla, poiché nella sua invocazione egli non sembra aver richiesto nessuno di specifico. Lo scopre, di fatto, solo a invocazione già avvenuta e, sebbene terrorizzato, si prodiga comunque a eseguire la propria richiesta. Ma otterrà davvero ciò che desidera? Al lettore l’ardua sentenza.

Il ruolo del sovrannaturale

In questo racconto il sovrannaturale assume una vera e propria identità fisica. Se ne La vernice gialla si trattava soprattutto di scienza, e se il Mago di Toledo e quello della Setta del Loto Bianco erano loro a controllare la magia, qui ci troviamo di fronte a una vera e propria creatura, quasi una sorta di divinità che deve decidere di come rispondere alla richiesta che gli viene posta di fronte. E se tali entità non sempre sono benigne, anche quando siano del tutto neutrali c’è da aspettarsi che non siano troppo cortesi nel momento in cui vengano disturbate senza una vera e propria ragione. Ragione che loro possano ritenere valida risultando piuttosto vendicative.

L’atmosfera del racconto, del resto, non è certo rassicurante e se la storia di Stevenson ci ha fatto sorridere, e quelle di Manuel e Wilhelm avevano l’aria di essere delle favole, qui l’atmosfera diventa davvero cupa. Perfino l’essere senza volto e, paradossalmente, senza tempo ha un’aria lugubre e nefasta tanto che quasi il protagonista sembra sul punto di annullare tutto l’incanto quasi volesse desistere dai propri propositi.

E ammetto che, forse proprio per le sue tinte, sia la storia che mi è piaciuta di più. Seppur breve è un vero concentrato di esperienze che richiamano sia al mondo magico che a quello delle storie di fantasmi. E se quindi devo darvi un consiglio per questa lettura direi che è quello di farlo la sera, prima di andare a letto quando fuori infuria la tempesta.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.