Riprendiamo la nostra serie di recensioni dedicate a Storie da Incubo con Lo Sfortunato di Tim Lebbon. Il racconto fu scritto originariamente per la raccolta As the Sun Goes Down e porta a galla l’equilibrio fra i concetti di fortuna e sfortuna quasi esse dovessero compensarsi a vicenda.

Lo Sfortunato – Trama

Uno strano incidente aereo cambierà per sempre la vita di Adam. Essere l’unico sopravvissuto può certo considerarsi una grande fortuna. Ma può questa fortuna trasformarsi in una tremenda maledizione?

Recensione

Quanti di noi hanno acquistato almeno una volta nella vita un biglietto della lotteria sentendosi per quel giorno fortunati? Questa domanda di pone Tim Lebbon nell’introduzione di questo racconto e la sua risposta è che,in fondo, lo abbiamo fatto tutti. Perfino i più scettici. E da qui nasce l’idea di analizzare il complicato rapporto che analizza i due concetti. Fortuna e sfortuna vengono poste su due piatti di una bilancia che devono equilibrarsi a vicenda e restare sempre paralleli l’uno all’altro.

Quando ad Adam viene concessa la possibilità di sopravvivere all’incidente che ha fatto sprofondare il suo aereo nelle profondità dell’oceano e in più di essere uno dei fortunati, non può che accettare. E del resto chi non accetterebbe? Ma c’è sempre un prezzo da pagare e lo scoprirà molto presto.

Un crescendo di atmosfere e uno schema circolare

Il racconto di Lebbon parte da quella che pare essere la sua naturale conclusione per poi ricorrere a uno step back e raccontarci come ci si sia arrivati a quella conclusione.

Seguono quindi gli eventi, l’incidente, l’incontro con le strane creature che si presentano come Amaranth e il patto che diventa la chiave di volta che tiene in piedi il delicato equilibrio fra fortuna e sfortuna.

Sulle prime note della narrazione ammetto di non aver percepito quella tensione che mi aspettavo. Le creature, per quanto al protagonista suscitassero una certa inquietudine, sembrano sempre essere ben disposte nei suoi confronti e gli eventi che seguono l’accordo sono effettivamente… fortunati… Quale termine migliore per descriverli? Sembrerebbe quasi che il protagonista si sia ritrovato improvvisamente in un mondo ideale dove ogni suo desiderio si trasforma in realtà. Dov’è l’orrore quindi ci domandiamo? Forse proprio lì, nella perfezione, perché a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. E Adam dovrà quindi fare i conti con il peso delle sue scelte e delle conseguenze che esse portano con sé. E la presenza di Amaranth sara come una spada di Damocle puntata sul capo. Sempre più costante, sempre più imponente, soffocante. Un’oscura presenza pronta ad afferrare con lunghi artigli la sua preda per nulla ignara.

La maledizione della fortuna

Come ci si può liberare dunque di tanta fortuna? E qui sta la vera maledizione. Quando la buona sorte resta appiccicata addosso si può davvero riuscire ad evitarla? E qualunque strada si cerchi di intraprendere come si fa ad essere davvero certi che in essa non vi sia l’intervento del fato? Lebbon affronta bene il dilemma interiore e la pressione derivante da una tale consapevolezza. Il ciclo continuo, il confine fra il finire sommersi ed essere salvati, la sensazione di ritrovarsi a sbattere contro i vetri come una mosca intrappolata alla finestra.

E il finire in qualche modo a riscoprirsi dannati. Perché il giudice più intransigente è proprio quello nascosto all’interno del nostro animo.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.