La Regina delle Nevi (Снежная королева) è un piccolo capolavoro di animazione che ha visto la luce nel 1957 a opera del regista russo Lev Atamanov e basato su una favola dello scrittore Hans Christian Andersen. Il film meritò un Leone d’oro per la categoria animazione alla Mostra del cinema di Venezia, il primo premio per la categoria animazione al Film Festiva di Cannes e il premio speciale al Film Festival di Mosca.

La Regina delle Nevi – Trama

The Snow Queen Poster

The Snow Queen Poster © IMDB

Gerda e Kai, un ragazzo e una ragazza, sono cresciuti insieme e si vogliono bene come fossero fratelli. Un giorno, durante una bufera di neve, per il terribile maleficio della Regina delle nevi gelosa della felicità dei due, una scheggia di ghiaccio entra nell’occhio di Kai e un’altra nel suo cuore, rendendolo insensibile e cattivo. Kai viene rapito dalla Regina, che lo porta nel suo palazzo di ghiaccio. Gerda decide di partire per ritrovarlo e portarlo a casa. Soltanto la forza del suo amore le permetterà di superare ogni ostacolo e sciogliere il maleficio che allontana Kai da lei.

Recensione

Propriamente parte di Memorie Dimenticate in quanto decisamente irreperibile, questo film ha fatto parte della mia infanzia quanto immagino di tutti quelli nati negli anni ’90 e probabilmente anche un poco prima. È chiaramente figlio della sua cultura o meglio quella del suo autore e ripercorre perfettamente le atmosfere dei luoghi citati.

Favole, miti e il Mago dei Sogni

La storia della Regina viene narrata da un simpatico personaggio chiamato Ole-Lukøie che dichiara di aver raccontato ad Andersen molte delle fiabe che egli ha narrato nei suoi libri.

Ole Lukøje da La Regina delle Nevi

Ole Lukøje da La Regina delle Nevi © Russian Animation in letters and figures

Ole-Lukøie (od Ole Chiudigliocchi) è in realtà un personaggio dello stesso Andersen e che ha, a sua volta, una fiaba dedicata a sé stesso. Egli viaggia portando con sé due ombrelli e il suo ruolo è quello di soffiare sugli occhi dei bambini per farli addormentare (nella fiaba in realtà usa una siringa con la quale spruzza del latte). Una volta che i bambini si sono addormentati, Ole-Lukøie utilizzerà uno dei suoi due ombrelli. Se sono stati buoni userà quello colorato che li farà sprofondare in sogni di fiabe meravigliose, mentre se sono stati cattivi utilizzerà l’ombrello scuro ed essi non avranno nessun sogno.

Il personaggio di Ole-Lukøie non è ben definito. Nel nostro film appare con un omino piccino, quasi uno gnomo e in alcune leggende viene creduto addirittura essere un dio. A lui vengono riscontrati alcuni personaggi similari in altre tradizioni come ad esempio Morfeo o Sandman.

Una fiaba, tante fiabe

Come nella favola originale, anche qui si possono riscontrare una serie di microstorie che però, per motivi di tempistiche, vengono ridotte all’osso. Eppure si percepisce perfettamente che esse siano state concepite per poter essere considerate singolarmente. Chiave di esse è il personaggio di Gerda che con la sua bontà, gentilezza e innocenza riuscirà a toccare anche i cuori che sembrano più duri.

Ogni personaggio in questo racconto gioca la sua parte e molto spesso a essi sono associati una serie di significati allegorici. Esaminarli tutti, ora, significherebbe dilungarci troppo  e certamente saremo in grado di fare un lavoro migliore qualora venissimo a trattare il testo scritto della fiaba. Tuttavia ci sembra opportuno prenderne in esame almeno alcuni.

La figlia dei briganti

La Regina delle Nevi - Gerda e la figlia dei Briganti

La Regina delle Nevi – Gerda e la figlia dei Briganti © IMDB

La figlia dei briganti, che poi assume anche il ruolo di capo della banda, è una ragazzina viziata. Cresciuta in un ambiente di predoni, unica bambina nel suo contesto conosce solo un modo di agire. E cioè quello di prendere con la forza e l’arroganza ogni cosa ella desideri. Perfino pretende di avere Gerda come suo giocattolo, di poter disporre di lei a suo piacimento. Proprio come fa coi suoi animali, conigli, tortore, la volpe e la renna, tutti legati o chiusi in gabbia in modo che non possano fuggire. Tuttavia perfino le, i commossa dalla storia di Gerda, non  solo libererà la bambina, ma addirittura le offrirà in dono la renna in modo tale che possa accompagnarla nel suo viaggio.

Ma non  è questa la parte più interessante.

Una volta che Gerda sarà andata via, la ragazzina libererà anche il resto degli animali scacciandoli in malo modo. In realtà, ci renderemo presto conto che la ragazza non vuole veramente rimanere sola, ma che si è resa conto che quelle creature restano con lei solo perché prigioniere e terrorizzate da lei.

Assistiamo quindi a una vera e propria catarsi di questo personaggio che si riscopre per quello che è realmente: una bambina molto sola. Senza amici, senza coetanei, senza nessuno con cui poter parlare o confidarsi. La conversazione con Gerda, il rapporto che vede esistere fra lei e Kai, quanto ella sia disposta a dare pur di trovare e salvare il suo amico la mettono di fronte a questa realtà.

Il cambiamento nel film ci appare improvviso, ma in realtà quella che vediamo è una pura presa di coscienza.  La figlia dei briganti non è cattiva, è solo il risultato di una realtà che non le ha permesso di conoscere altro.

La donna della Lapponia e la Maga Finlandese

La Regina delle Nevi - La donna della Lapponia

La Regina delle Nevi – La donna della Lapponia © IMDB

Questi due personaggi, come anche la coppia di corvi, hanno un ruolo ben preciso nella storia, ovvero quello degli aiutanti. Chiunque abbia un minimo di conoscenza di quella che sia la struttura della favola e dei ruoli e funzioni di  Propp si renderà conto di quanti di questi elementi sono presenti nella fiaba.

Questi personaggi sono di supporto alla protagonista che senza di loro avrebbe serie difficoltà a proseguire il suo viaggio. Tutti loro, in un certo qual modo, sono spinti dalla bontà che vedono nella ragazza, dal suo coraggio e dalla sua forza nell’affrontare ogni avversità per ricongiungersi con il suo amico. Le offrono il loro supporto. Le danno  non solo informazioni, ma anche  strumenti o il modo di entrare in contatto con qualcuno che può fornirle ciò di cui ella ha bisogno.

La Regina delle Nevi – Un’antagonista che non ha bisogno di presentazioni… O forse sì.

Nella favola originale di Andersen, a dire il vero, vengono date molte più informazioni sulla Regina e su perché il suo cuore sia diventato di ghiaccio. Nel film, invece, ci viene mostrata solo come una villain fredda, bellissima, non toccata da qual si voglia sentimento. La regina è eterea, razionalità pura. Conosce, forse sì, la rabbia, il rancore, ma nel suo regno non c’è spazio per nulla, né gioia né tristezza come ella stessa afferma.

Nessun vero torto viene fatto alla regina, se non una battuta scherzosa fra i due bambini tuttavia lei decide di punirli. E lo fa trasformando la natura del piccolo Kai in qualcosa di molto simile alla sua. Freddo e privo di sentimenti.

Alla fine della storia, la Regina resta un personaggio statico. Non si pente delle sue azioni, non cambia nella sua visione di percepire il mondo. Semplicemente libera i due bambini quasi si fosse stancata di essi. Nessun commento per quell’atto e nessuna emozione compare sul suo volto. Tutto sommato nemmeno subisce una vera e propria sconfitta. Infatti sebbene Gerda sia riuscita a liberare Kai dall’incantesimo è pur sempre vero che i due bambini restano in balia della Regina e sua è la decisione ultima sul loro destino.

Un capolavoro troppo a lungo dimenticato

Nonostante gli anni passati La regina delle Nevi resta comunque un film che potrebbe ancora far parlare di sé. Se forse potrebbe sembrare un po’ old style certamente questo non è da considerarsi un difetto. Colori e ambientazioni sono quelli che ci si aspetta e sono in grado di esprimere la magia della favola. Lo scorrere delle stagioni si percepisce sullo schermo. Il calore degli ambienti familiari fa contrasto con quelli rigidi dell’inverno. Perfino le linee morbide dei bambini possono essere messe in opposizione con quelle più rigide e spigolose che contrassegnano la regina e tutto il suo palazzo.

A oggi, è probabilmente il prodotto di animazione che maggiormente rispecchia la fiaba originale. Almeno fra quelli che ho visto io. E no, il paragone con Frozen è inesistente su ogni punto di vista. Quella è decisamente un’altra storia…

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.