I misteri della città di Lavaesh è il primo capitolo della saga di Axel Meyn scritta da Simone Sarnataro. L’autore, conosciuto ai più come il fondatore di Progetto Fantasy (gruppo Facebook che tratta di tutti i temi legati al fantasy e al fantastico), porta finalmente su carta la sua prima opera.

Axel Meyn nasce, tra l’altro, in questo periodo di covid che ha costretto molti di noi a rinchiuderci nelle nostre case un po’ più del solito e forse anche per questo ci ha consentito di viaggiare verso altri mondi chiusi all’interno della nostra mente.

I misteri della città di Lavaesh – Trama

AXEL MEYN: I misteri della città di Lavaesh

AXEL MEYN: I misteri della città di Lavaesh di Simone R. R Sarnataro
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Nel 2999 dell’ Età Quarta, il mondo si prepara a ricevere una scossa. La città di Lavaesh è intrisa di misteri: nell’ oro si cela troppa avidità e nella celebre bevanda “Strongin” si affogano non solo dispiaceri, ma anche verità.

Il giovane Axel Meyn è pronto ad assaggiare il sapore del cambiamento: attraverso tradimenti e realtà scomode stringerà nuovi legami e scoprirà che il mondo non è quel che sembra. Muovendosi tra storie di furiosa vendetta e le scelte folli di sadici governanti, si accorge che una scintilla dimorerà sempre nel cuore di chi si ribella.

La Città del Sole, che viene bagnata da una pioggia di metallo, è pronta per essere lavata dalla menzogna.

C’è qualcosa di epico tanto quanto di oscuro:

“Non sarà una stella a fare il firmamento, ma basta a far brillare il cielo.”

Recensione

Quando nasci in una piccola città dove la routine sembra consumare le tue giornate, quando la superstizione sembra dilagare nelle menti come una macchia d’olio e tu sei quello additato come strano solo perché questa corrente di pensiero ti calza troppo stretta, forse allora dovresti riprendere in esame le file della tua vita.

La storia di Axel Meyn inizia proprio così, in una cittadina di nome Darsby che, a dirla tutta, non eccelle particolarmente né per arte né per cultura e tanto meno nemmeno per la brillantezza dei sui abitanti. Si tratta di un luogo semplice, dove gli abitanti si occupano delle loro faccende e trascorrono il loro tempo libero nelle taverne. L’unica particolarità di Darsby è una statua di un soldato con la bocca spalancata. E di questa statua si dice che sia maledetta o almeno lo pensano gli abitanti della piccola città. Tutti meno che Axel che non ha fede nelle leggende popolari anche quando queste sembrano riguardarlo da vicino considerando che il padre del ragazzo morì poco dopo aver troncato la mano del monumento. Ma forse, questo, è anche il motivo per cui ne è tanto attratto.

Reietti e prescelti

axel meynData la sua visione peculiare della realtà e i fatti che si legano alla sua famiglia, Axel non è certo visto di buon occhio all’interno della sua comunità. Se a questo si aggiunge che certo il suo carattere ha più una vocazione pacata che rude (se con questo termine possiamo riassumere il resto degli abitanti) possiamo facilmente renderci conto di quanto egli possa sentirsi fuori posto.

Così, come il buon Propp insegna, il nostro protagonista, nonché eroe, deciderà di partire  per risolvere il mistero legato a quel monumento e, perché no, anche per scoprire un po’ sé stesso. Del resto, si sa, non  è spesso la meta, ma il viaggio stesso. Ed  è nel viaggio che ci troviamo tutti noi ad affrontare le situazioni della vita, comprenderle e impariamo a venirne fuori. Sì, anche quando il viaggio non è il nostro, ma è stampato su un pezzo di carta perché in fondo in quel momento non siamo noi stessi, ma qualcun altro. Ed è questo il grande potere della letteratura.

Tornando al nostro Axel, non  è spoiler, se il suo nome da il titolo all’intera saga, dire che il viaggio verso Lavaesh, e Lavaesh stessa, lo porteranno a scoprire qualcosa in più sulle proprie origini e quindi sul proprio destino. Ora, in linea di massima, io non ho una grande simpatia per i prescelti che in molti contesti si trovano dal non essere nessuno a essere in grado di compiere prodigi straordinari. Però c’è anche da dire che Axel Meyn non fa nulla di questo. Resta, se così si può dire, umano.  E questo è solo un punto a suo favore.

E che siamo? Bestie o uomini?

Fino a ora abbiamo parlato solo ed esclusivamente di esseri umani. Tuttavia è naturale, quando si tratta di questo genere, pensare che siano in qualche modo presenti anche altre creature degli universi fantastici. In questo primo capitolo facciamo quindi la conoscenza di folletti, gnomi, elfi e vahramut (una razza suppongo inventata dall’autore stesso). Tutte queste creature nell’universo di Sarnataro vengono viste dagli umani come esseri inferiori e pertanto trattati come tali. Il loro destino è quello di vivere nella povertà, se non peggio come prigionieri o schiavi.

Ora, ci troviamo di fronte all’allegoria più antica del mondo che però è sempre bene tenere presente. Quando in realtà che hanno a che vedere con il fantastico ci troviamo di fronte alle differenti razze, e ai rapporti che si intrecciano fra esse, è naturale anche pensare a quelli che sono i rapporti fra esseri umani di luoghi e culture differenti.  In contesti immaginifici queste differenze sono più evidenti, evidenziati tra l’altro anche da una serie di caratteristiche fisiche. Non si può negare, tuttavia, che esse persistano anche nel mondo reale fra umani “diversi” per così dire per un motivo o per l’altro.

Ora, il fatto che la razza umana venga vista come dominante, nel senso che concentra nelle sue mani il potere dal punto di vista politico, certamente non nega ogni creatura abbia in qualche modo la sua ricchezza. E il protagonista, da reietto fra i potenti, ha modo di avvicinarsi a quella che è l’altra faccia della medaglia. E quello che vi trova non  è poi così diverso, soprattutto a livello di emozioni e sentimenti.

Se gli umani si trovano nel romanzo a svolgere questo ingrato compito è perché, nel reale, è così che siamo. Tracciamo linee di confine e dividiamo la società fra un noi e loro. E siamo arbitro, giudice e giuria di cosa che sia dovuto all’uno e cosa invece all’altro.

Il potere della letteratura, ancora una volta, ci viene in soccorso. E ci insegna ancora una volta che l’altro il più delle volte è ricchezza. E dobbiamo solo imparare a comprenderci gli uni con gli altri.

Autore

  • KeiLeela

    Classe '90. Nella vita mi occupo di codice e grafica, nel tempo libero navigo verso mondi fantastici. Fondatrice del portale Vampire's Tears, tratto di argomenti legati all'horror e al fantastico. Indago su miti e leggende e misteri esoterici.