Abbiamo recensito Rombo di tuono cilentano, la storia di Antonio Esposito pubblicato da Saggese editori. Oggi l’autore Alfonso Pierro è nostro ospite e ha risposto ad alcune domande per permetterci di conoscerlo meglio.

La prima domanda che vorrei farti è questa: sicuramente questo lavoro è frutto di tante ricerche e d’innumerevoli spunti, ma cosa ti ha ispirato principalmente per raccogliere una storia intensa come quella di Antonio Esposito?

Certe cose ti capitano per caso. Credo che sia stato il destino o la mano invisibile a farmi imbattere con questo diario e, successivamente, nella ricerca per poter far si che questo racconto storico-sportivo potesse avere la luce. Dirò di più: inizialmente ero molto scettico. Poi sono entrato nell’anima di Antonio Esposito ed è stato lui a guidare le parole. Tempo fa dissi che questo è stato una sorta di lavoro a quattro mani.

Il calcio è sicuramente parte integrante del tuo modo di essere, hai mai giocato?

Non condivido il tuo pensiero. Nella mia vita ci sono tante cose e tanti sport. Sicuramente il calcio è quello che ho praticato di più ed è stato il mio Pharmacon. Ho giocato? Sì! Il mio sogno si è infranto come tanti nel nulla. Però lo sport, in generale, mi ha lasciato dentro il rispetto delle regole e dell’avversario. Oltre a farmi superare quella che era la mia timidezza. Io, come Esposito, socializzavo solo parlando o giocando a calci”.

Parlaci anche un po’ di te non soltanto del tuo lavoro di scrittore e giornalista ma anche di te Alfonso Pierro.

Alfonso Pierro

Alfonso Pierro

Io sono colui che gli altri pensano che io sia! Sì perché a volte mi comporto secondo l’empatia che provo per una persona e pochi mi conoscono nell’ego più profondo. Per cui questo atteggiamento mi fa sicuramente personaggio molto interessante per Pirandello. In fin dei conti penso di essere una persona semplice, di poche parole. Odio gli sproloqui pieni di retorica. Adoro le persone che cercano di costruire cose senza dover a tutti i costi farlo sapere a tutti. Questo mondo valuta le apparenze e non la sostanza. Io sono per le cose concrete e giuste.

Ogni scrittore è sicuramente anche un lettore, quale genere preferisci leggere?

Nel tempo ho spaziato in vari scrittori e saggi. Oggi preferisco leggere romanzi ambientati nel medio-evo o comunque con riferimenti storici. La mia lettura di questi giorni è Carlos Ruiz Zafón e nella fattispecie Il gioco dell’angelo. Fino a pochi anni fa ti avrei detto Ken Follet.

Quale dei grandi autori del passato o di quelli contemporanei hanno ispirato il tuo lavoro?

Rombo di tuono cilentano di Alfonso Pierro

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In realtà Rombo di Tuono cilentano non trova ispirazione in un personaggio particolare. Nel libro ci sono sensazioni personali, ben nascoste, che vengono estratte da ciò che mi è rimasto dalle varie esperienze di lettura o di vita. Quello che posso dire che, spesso, mi sono immedesimato in Esposito questo per esprimere, al meglio, certe sensazioni che la ricerca o la lettura mi faceva pensare che potesse essere successo o capitato. Qualche passaggio mi è parso, a volte, di viverlo al suo posto. Come se fossi trasportato nello spazio e nel tempo che lui ha vissuto. Questo aspetto mi ha aiutato molto a far si che la sua vita venisse raccontata con più pathos possibile. Ed era quello che volevo e spero di aver trasmesso ai lettori.

Esiste un libro in particolare che consiglieresti di leggere e sì perché?

Ne ho tanti che mi sono rimasti nel cuore. Siddharta, perché fa capire che la vita si evolve e cambia e tu devi essere pronto a cambiare con lei per viverla al meglio; Il nome della rosa perché la ragione e la razionalità dovrebbero essere sempre gli strumenti da utilizzare per arrivare alla conoscenza.

Cosa consiglieresti agli autori esordienti che lottano per farsi strada nel mondo editoriale italiano?

Ma di strada ne devo percorrere anch’io. Umiltà e duro lavoro. Non essere banali nel racconto e cercare di trovare nuove parole che possano colpire il cuore e la mente del lettore. Devo dire che ci sono tanti che sanno scrivere bene, ma alla fine, oggi, viene pubblicato, credo, solo chi ha seguito sui social anche se esprime il vuoto di questa società.

Consiglieresti ai più giovani la carriera nel giornalismo?

È  un mondo sempre più complicato. Per me necessita una buona formazione e dedizione. Purtroppo questo mestiere oggi s’improvvisa tantissimo. Si pensa di fare giornalismo stando a casa e copiando le notizie da portare sul sito di propria pertinenza. Se si pensa di fare giornalismo così dico di trovare un’altra strada.

Puoi svelarci qualcosa dei tuoi prossimi progetti editoriali?

Al momento sto cercando di dare una mano a un amico che ha voglia di fare nel mondo dell’editoria. Spero di poter dare un contributo fino al massimo delle mie modeste capacità. Siamo agli inizi di questo progetto. Vedremo cosa mi porterà e dove mi condurrà.

Grazie di cuore per essere stato con noi e continua a farci sognare con i tuoi libri.

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