Oggi vorrei trattare un argomento molto interessante e mi servirà citare un articolo ispirato dal sito Cronache esoteriche di due cari amici del nostro portale, docenti di discipline esoteriche e persone che stimo molto. Ringrazio I tarocchi di Bimbasperduta e il marchese di Carabà.

Vorrei raccontare qualcosa sull’origine di una delle feste più attese dell’anno o meglio le sue origini più antiche. Il Natale è festeggiato in tutto il mondo e da sempre ha rappresentato la celebrazione invernale più sentita e più attesa.

Ma prima di diventare la nascita del bambino Gesù, che come sappiamo nacque a Nazareth in una grotta, sicuramente senza neve e non il 25 dicembre, c’erano altre culture che celebravano il cosiddetto trionfo della luce.

Le tradizioni sono state poi completamente assorbite con l’avvento del cristianesimo e tutto ciò che molti ritengono una festività assolutamente cattolica, in realtà affonda le sue fondamenta nei rituali pagani.

Che cosa significa Yule?

Partiamo dall’origine del nome e dalle fortissime assonanze con il Natale:

Il nome deriva dal norreno Hjól che vuol dire ruota e ciò con riferimento al fatto che nel solstizio il sole si trova nel punto più basso dell’orizzonte e che inizia a risalire secondo altri, la parola “Jo’l” è stata ereditata dalle lingue germaniche da linguaggi pre-indoeuropei, in ogni caso è assodato che la parola sia di origine nordica poiché ancora oggi nelle lingue scandinave il termine «Jul» indica tanto il Solstizio d’inverno tanto il Natale.

Come in quasi tutto il nostro emisfero sì il culmine delle tenebre ma anche la loro sconfitta grazie alla nascita del Figlio della Luce, in altre parole il sole, l’energia Samos.

the green man and the goddessLa nascita di un bambino divino che trionfi sull’oscurità e sul male non è affatto una prerogativa del cattolicesimo. Tanto per l’umanità tanto per la natura, la luce e l’oscurità, il bene e il male sono concetti molto importanti e così radicati da essere la base di ogni cosa.

Il sole ha senza dubbio un’importanza fondamentale per la vita sulla terra e in ogni cultura  rappresenta qualcosa di benefico e di venerabile. Ogni antica civiltà lo ha deificato.

Ecco perché Jule in effetti è la festa della luce e di fatto quali sono i simboli primari del Natale?

Le lucine intermittenti, le candele, le candele. Insomma tutto ciò che illumina e ristora, ma moltissime altre sono le cose che collegano paganesimo e cristianesimo.

I simboli dello Yule

ruota di yuleAnche nelle decorazioni tipiche che ritroviamo ovunque nelle nostre case, nelle strade, nei negozi non c’è nulla d’innovativo o moderno. I cristiani all’epoca hanno semplicemente ripreso tutti gli oggetti usati per adornare l’altare decorativo.

Persino i colori usati a quel tempo sono ancora oggi quelli tipici: il bianco, il rosso, l’oro non dimentichiamo l’argento, ma anche il verde.

L’Abete, eh sì anche questo, miei cari amici era usato dagli antichi come decorazione primaria, insieme a molte altre piante. Non mancava infatti la famosa Stella di Natale, il vischio, sotto il quale gli innamorati usano baciarsi.

Anticamente i druidi coglievano il Vischio per Deuoriuos durante la prima settimana di Dicembre, all’incirca nel periodo in cui il Cristianesimo festeggia l’Immacolata Concezione, quindi ogni famiglia essiccava un mazzetto di Vischio e lo appendeva nelle case a scopo protettivo e beneaugurante.

Ovviamente il pungitopo o agrifoglio tipicamente riconoscibile con le sue foglioline appuntite e le palline rosse, era un’altra pianta molto tipica da usare in varie decorazioni. Simbolo di buona fortuna secondo gli antichi romani.

E poi cosa dire delle stelle, dei cervi o meglio delle renne e dei tipici fiochi di neve e dei cristalli di ghiaccio? Ricordano sì il freddo, quello del nord, non certo quello della notte desertica in Betlemme.

Il ceppo di Yule e l’avvento

Secondo il rituale nostrano, per così dire, si usa come centro tavola un tronco di pino o di quercia su cui sono disposte quattro candele in genere rosse o anche bianche, da accendere ogni domenica che precede la vigilia. Ciascuna per ogni domenica d’avvento.

Ovviamente anche questo non è altro che l’evoluzione del ceppo di Yule. Gli antichi utilizzavano i suddetti alberi, le candele, i nastri. La sua funzione era quella di realizzare desideri e preghiere. Esso era parte integrante del rituale ed era fondamentale che bruciasse per giorni per realizzare i benefici che si intendevano ricevere.

Ovviamente ancora oggi chi celebra le tradizioni neo-pagane, usa il ceppo di Yule, lo adorna con bigliettini, oli essenziali, pigne e tutto ricavato in modo più naturale possibile dai boschi, o dalla natura in generale, senza dimenticare di ringraziarla.

I doni

santa claus, babbo natale , sulla slittaIn fine i regali che noi sappiamo bene siano ormai figli di una società votata al sacro dio denaro e al consumismo sfrenato, almeno attualmente, rappresentavano i doni fatti dai magi al pargol divino.

Passando poi per Santa Lucia, la santa martire che nella notte del 13 dicembre reca regali ai bambini e infine Santa Klaus ovvero Babbo Natale che come sappiamo sulla slitta trainata da renne volanti porta i regali in tutto il mondo ai bambini buoni.

Così la tradizione dei doni era usata anche durante le celebrazioni dello Yule e sono anche il retaggio delle culture più antiche. Tutti concordi nell’uso di donare ai propri cari con spirito di offerta, di generosità e di affetto.

In definitiva

Nulla di nuovo è stato inventato e con il passare dei millenni, nulla di quanto è stato tramandato sembra andare perduto. Cambiano i nomi, i tempi, si progredisce, ma la passione e il fuoco che anima la festività, non passa mai di moda.

Che crediate in Dio, negli dei, nella natura o nel consumismo, lo spirito del Natale, per chi lo sente è qualcosa d’impetuoso e forse contagioso. Le parole d’ordine sono tante: festeggiare, mangiare, divertirsi, danzare, essere felici, soprattutto negli ultimi anni il desiderio di vivere momenti spensierati e in compagnia assume ancora più valore.

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