Once I crossed 7 rivers to find my love
And once, for 7 years, I forgot my name
Well, if I have to I will die 7 deaths just to lie
In the arms of my eversleeping aim
Mettendo da parte l’introduzione musicale (sì, mi piace associare le canzoni ai libri) che trovo però molto inerente al contesto di questo romanzo in quanto l’amore, qui descritto si protrae di vita in vita, in cui i protagonisti si ritrovano di volta in volta. E ogni volta la protagonista si innamora dello stesso amore sebbe sia perfettamente cosciente che non può avvicinarsi a lui se non per prestargli soccorso in caso di necessità.
Brûlant – Trama
Christian è sempre stato una persona con un carattere particolare. Per definizione della sua stessa madre, il tipo che guarda vivere gli altri come se la propria vita fosse al di sopra di tutto.
In effetti, sebbene non ne sia a conoscenza, Christian è l’Archetipo, l’anima più antica di tutte. Vive comunque un vita che potrebbe considerarsi normale, ha un buon lavoro ed è innamorato di Brigitte, quella che lui chiama la sua fata francese. Ma la sua vita va completamente in pezzi quando la stessa Brigitte decide di allontanarsi da lui.
In realtà Brigitte è una Brûlant e il suo compito è quello di proteggere l’anima dell’Archetipo e correre in suo aiuto qualora ne avesse bisogno.
Tuttavia Brigitte, nonostante il suo doveroso compito, rimane innamorata di Christian, e tutto questo è contrario alle regole Brûlant. Ormai stanca di trovarsi in ogni sua reincarnazione più vicina a lui senza mai poterlo amare veramente, decide di lasciare le Brûlant, ma la sua amica Michelle riesce a farla desistere da questo proposito e a convincerla a prendersi un momento di distrazione a Praga, presso una delle altre congreghe Brûlant, dove la attende qualcosa di inaspettato…
Recensione
Brûlant è essenzialmente un romance. Una storia d’amore ben congeniata che unisce l’amore con qualcosa di magico. Non mi sento di definirlo soprannaturale perché la magia in Brûlant è fortemente naturale, l’anello di congiunzione fra la scienza e la religione, come lo definisce Morrigan. In effetti Brûlant è questo, magia allo stato puro. Per quanto concerne lo stile, il romanzo è scritto molto bene.
È pulito, curato, il testo scorrevole, si legge facilmente e con tranquillità, in breve non si rischia di perdere il filo della narrazione. La trama è ben strutturata, riesce a catturare l’attenzione del lettore e portarla chiedersi il perché e il come di quello che sta per accadere. Per quelli a cui piace c’è anche la storia d’amore, il distacco, la sofferenza per la perdita della persona amata, la gioia del ritrovamento e anche qui il romanzo risulta ben articolato.
Personalmente però non sono proprio un amante delle storie d’amore, percui ho apprezzato molto più la parte legata alle tradizioni e ai costumi delle Brûlant, i loro rituali, le loro conoscenze, le reincarnazioni, le biblioteche. Per quanto riguarda ciò, l’autrice dimostra di avere un’ottima conoscenza del materiale esoterico e del resto come disse ella stessa ai tempi dell’intervista che mi concesse per l’Isola, sono questi argomenti che la riguardano particolarmnte da vicino.
Mi riservo quindi di consigliare questo romanzo anche a chi abbia un qualche interesse per tali concetti, oltre, come detto a chi ama il romance e a questo proposito risultano interessanti anche i salti temporali dovuti principalmente ai sogni dei due protagonisti. L’autrice, Anita Borriello, ha la capacità di fare entrare il lettore nella mente dei due protagonisti e fargli vivere la loro storia come se fosse un’esperienza personale. Brûlant vi insegnerà che la magia è nelle piccole cose, nel quotidiano, ma soltanto se sappiamo guardare, se ci crediamo veramente, possiamo riuscire a scorgerla.
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