Torniamo a parlare di cinema dato l’alto indice di gradimento dell’articolo precedente in merito Il Caso Spotlight che potete trovare appena più indietro.
Torniamo a parlare di cinema e lo facciamo prendendo in esame un altro dei film vincitore degli Oscar 2016, in questo caso quello per la miglior attrice non protagonista alla bellissima e bravissima Alicia Vikander nel ruolo di di Gerda Wegener, moglie di Einar Wegener, il protagonista interpretato da un altrettanto bravo Eddie Redmayne.
La Storia di Lili Elbe
Il film The Danish Girl si basa sulla storia vera di Lili Elbe (o Lili Elvenes 1882-1931), uno dei primi casi nella storia di transazione sessuale.
Nata nel corpo maschile di Einar Mogens Andreas Wegener, pittore danese.
Einar conosce Gerda all’accademia e la sposa, ma solo successivamente, quando la moglie gli chiederà di posare per lei al posto della modella che non è giunta all’appuntamento, la personalità di Lili che è rimasta sopita fino a quel momento si risveglia poco a poco. Per la verità tutto comincia come uno scherzo quando Gerda ed Einar decidono di partecipare a un evento pubblico con la personalità di Lili. Da quel momento, il protagonista non riesce più ad allontanarsi da quella personalità riscoperta, tanto che sempre più spesso riprende i panni di Lili, finendo per abbandonare quasi definitivamente quelli di Einar.
Da quel momento la sua vita non è affatto facile, fra chi lo crede un pazzo, chi semplicemente un deviato, Einar deve andare contro quella visione di vita distorta della gente che lo circonda che vedono in un una personalità altrettanto distorta e deviata. Perfino sua moglie inizialmente fatica ad accettarlo, in quanto si sente profondamente tradita (e come darle torto del resto) dal venire a scoprire che l’uomo che ha sposato in realtà non è mai esistito se non come una sorta di velo che nascondeva in realtà la personalità di Lili, così ben celata che nemmeno lui era riuscito a vederla fino a quel momento.
Tuttavia, almeno su quest’ultimo punto, c’è da dire che dopo questo lungo momento in iniziale in cui Gerda vive un vero e proprio conflitto con se stessa, divisa fra l’amore che prova per il marito e il sentimento di sentirsi da esso tradita in un modo più profondo e interiore, riesce a superare questa fase ed è lei stessa a condurlo dal medico che lo sottoporrà agli interventi necessari per rendere il suo corpo esterno così come egli è realmente dentro se stesso.
Nel film non vengono illustrate singolarmente, ma Lili si sottoporrà a ben cinque operazioni, l’ultima delle quali le risulterà fatale a causa di un’infezione (teniamo presente che stiamo parlando di fatti avvenuti quasi un secolo fa e che quindi era molto più facile incorrere in rischi simili).
Un film forte
Come per Il Caso Spotlight anche questo film tocca argomenti sociali e, sebbene sia passato molto tempo, anche attuali. Sebbene il film non lo precisi, ma ne dia solo un vago accenno, l’ultimo intervento, quello che le risulta fatale, doveva servire per dare a Lili la possibilità di avere dei figli propri. E sebbene sia stato accennato appena in una scena è possibile anche assistere a come questa donna nel corpo di un uomo abbia dovuto scontrarsi con chi non comprendeva il suo bisogno di manifestare quella che era la sua vera natura. Ancora più importanza assume la frase pronunciata dalla stessa Lili parlando con un amico
Dio mi ha fatto donna, ma in un corpo sbagliato.
In questa frase si può racchiudere l’intero senso del film. Nonostante tutto, nonostante la società , la gente, i medici stessi possano asserire il contrario, non è Lili ad essere sbagliata. E non c’è nulla di deviato nella sua personalità . Lei così, lei era così, lo era sempre stata perfino nel momento in cui indossava quell’aspetto che non le apparteneva. È un concetto importante da tenere presente, ora come in passato.
L’insegnamento davvero importante al di là di questo film è proprio questo, ovvero che le persone dovrebbero essere considerate al di là di quello che suggerisce il loro corpo e il loro sesso. Lili aveva una sensibilità unica, a volte perfino fin troppo fragile, altre estremamente forte, perché un percorso del genere non si può seguire se non con una grande forza interiore. Garda stessa aveva una personalità forte che forse aveva sempre percepito questa personalità così delicata già in Einar. In alcuni momenti è proprio lei a sostenerlo, è lei la base solida della coppia. Sempre, dall’inizio fino alla fine, sebbene in qualche momento diventa davvero difficile.
Senza dunque togliere al personaggio di Lili, che essendo nel ruolo di protagonista ha tutto lo spazio che merita, bisognerebbe anche soffermarsi sul personaggio di sua moglie, perché anche lei dopotutto, e come abbiamo già detto, si ritrova a combattere una battaglia certo non semplice.
Ad essere onesti, li ho trovati entrambi come personaggi molto ben strutturati e di grande impatti, l’una per dei motivi, l’altra per altri molto diversi.
E dunque anche questo è un film a cui ci raccomandiamo di dedicare qualche attimo, possibilmente con la mente aperte 😉
 Piccolo appunto. Fino a questo momento non avevamo una vera e propria categoria cinema. Vorremo inserirla all’interno del blog così da dargli una visibilità del tutto sua. Senza togliere nulla all’articolo, dato che il film di per sé tratta di argomenti molto importanti sui quali ci piacerebbe sapere il vostro parere e i vostri commenti (non costa niente lasciarli, sono gratis), vorremo chiedervi anche di suggerirci un nome per questa categoria, sempre qui sotto e sempre nei commenti. Il più bello potrà venire utilizzato.
La redazione ringrazia dell’attenzione.
L’ha ribloggato su Vampires Tears.