Ed eccoci al primo appuntamento ufficiale della rubrica riguardante il self-publishing. Come ho già accennato spero di essere, per quanto possibile, il più costante possibile impegni permettendo.
A tal proposito faccio una premessa. Non sono un’amante delle love story e questa in effetti è una cosa che ripeto ogni qual volta mi capita di trattarne una, quindi in questi casi perdonatemi se mi focalizzo più su altri dettagli che su questo in particolare. Ora, aggiungo anche che ci tenevo a leggere un libro di Connie perché su questa autrice pare che ci siano opinioni parecchio discordanti e per tale motivo avevo intenzione di crearmene una mia personale.
Aggiungo un’altra cosa, ammetto che all’inizio ero un po’ incerta su questo volume in particolare perché il titolo mi ricordava un po’ Striges di Barbara Baraldi, la cui recensione al momento non ricordo se ho già riportato in questa sede. Tuttavia, prima che qualcuno urli al plagio, affermo subito che ci sono delle rilevanti differenze fra le due opere. Di fatti se la Baraldi ha un’opinione molto più pagana/wiccan del concetto di strega, la Furnari invece si ispira molto di più ad un concetto che trae la sua origine dal cristianesimo dove le streghe vengono viste come donne che intrattengono stretti rapporti con il diavolo.
E questo concetto smonta anche un po’ quella recensione (perché sì, le leggo) che ho visto su Amazon che assimilava l’opera a una famosa serie televisiva di nome Charmed, qui da noi Streghe, dato che chi come me l’ha seguita dalla prima all’ultima stagione può tranquillamente affermare che quelle streghe con il diavolo non avevano davvero nulla a che fare. Tornando al confronto con Zoe, forse quello che si potrebbe definire come l’unico punto in comune possa essere quello che riguarda il tema del forbidden love che comunque in letteratura esiste ancora prima che dai tempi di Romeo e Giulietta.
Proseguiamo. Il romanzo è leggero, la trama semplice. Sarah, come anche sua sorella, è una strega che dopo la propria morte continua a reincarnarsi. Nella sua prima vita era innamorata di un giovane, ma questo suo sogno d’amore non si è mai coronato sfociando nella tragedia. E per questo motivo Sarah, quasi portasse su di sé il peso di quegli eventi, non riesce a concedersi di amare ancora fino a quando non incontra Scott e di qui non vi dirò altro perché voglio lasciarvi il piacere di scoprire il resto da soli.
Lo stile è pulito, lineare, non complesso, tanto da rendere la lettura scorrevole e piacevole. Il volume è caldamente consigliato agli amanti del teen-fantasy, ma, visto che ogni libro ha il suo pubblico, lasciate perdere e dedicatevi ad altro se state cercando un horror. Styx non è un horror e nemmeno vuole esserlo. Se cercate un romanzo leggero che per rilassarvi la sera magari sotto le coperte prima di andare a dormire (io per la verità l’ho letto in autobus, ma fa lo stesso) è perfetto.
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