Titolo: Io Sono Gay: Almeno Credo (Primo Volume)
Autore: Salvatore Savasta
Casa Editrice: Self Publishing
Genere: M/M
Narrazione: prima persona (Andrew)
Primo Volume della trilogia e finalista al Sanremo Writers Festival 2014, quest’opera ambientata in Sicilia è un diario. Il protagonista è Andrew, un ragazzo che, nel pieno dell’adolescenza, comincia a comprendere la propria sessualità all’interno di un contesto familiare e sociale chiuso e legato ai valori cristiani. Il racconto ha inizio in una camera d’ospedale dove Andrew si ritrova dopo due mesi di coma, a causa dei quali ha perso completamente la memoria.
Insieme a lui e ai suoi racconti quotidiani conosceremo la sua famiglia, le sue relazioni eterosessuali ed omosessuali, le ricadute nell’alcol e la disperata ricerca della felicità.
Attraverso le pagine del suo diario impariamo a conoscere la difficoltà nell’accettarsi come omosessuale, scoprendo che l’omofobia della società è un accanimento che emerge solo dopo il diniego che il protagonista vive nei confronti di se stesso, definendosi egli stesso un bigotto omofobo. Scopriremo luoghi reali della Palermo in arcobaleno e ci sembrerà di camminare per le strade insieme a lui, mentre noteremo quanto ancora la società sia legata agli stereotipi e ai pregiudizi.
“Mi sentivo sbagliato e non vedevo l’ora che quella serata avesse fine. Ero un uomo abominevole, un aborto. Mi sentivo stranissimo. Ma non riuscivo a pentirmene. Mi era piaciuto. Per questo mi odiavo. Stavo bene, libero di essere me stesso. Uno schifoso frocio di merda.”
Ho letto molti manga giapponesi (fumetti) di gente yaoi (M/M cioè con storie omosessuali), invece è il primo libro che leggo di questo genere.
Io Sono Gay: Almeno Credo per me è un libro formativo. Spiega i problemi che si celano dietro l’essere omosessuale.
Pochissime persone etero hanno un’idea quantomeno realistica di cosa significhi veramente essere omosessuale. Voi tutti confondete l’omosessualità con l’efeminafezza. Persino la scienza l’ha considerata, per tantissimo, forse troppo tempo come una patologia curabile. Una malattia.
Andrew è un ragazzo ventenne che ha perso la memoria dopo un incidente.
Si sveglia in ospedale dove non ricorda nulla e come terapia iniziano a fargli scrivere un diario. Questo diario sarà proprio ciò che noi leggeremo. Conosceremo Andrew dalle parole che annota sul suo diario.
Di come torna a ricordare.
Di come ha paura della sua sessualità, di come ha tentato di reprimerla e di come è stato rifiutato.
Dalla famiglia in primis, dalla società e dal ragazzo di cui era attratto che l’ha prima accettato e poi pugnalato alle spalle.
Viene raccontata la presa di coscienza di essere gay. Del accettare di poter essere invece bisessuali.
Di come Andrew odia i tradimenti di uomini sposati che poi sfogano gli impulsi sessuali con rapporti occasionali con uomini.
È un romanzo che parla di amore. Di sacrificio. Di incomprensioni.
Andrew non è un pervertito, un pazzo, un playboy o un gigolò. Andrew è un ragazzo normale che possiamo incontrare ovunque.
Andrew non si veste da donna e non è effemminato, non è drogato. È un comune ragazzo che però nella vita privata preferisce amare uomini anziché donne.
Mi piace pensare che ognuno di noi sua una stella. Mi piace l’idea che i nostri avi siano lassù a guardarci, a proteggerci e a sorreggerci quando cadiamo. Io credo che ognuno di noi, morendo, divenga una stella.
Questo romanzo mi ha fatto molto pensare a chissà quanti casi ci siano in giro come quelli di Andrew. Ragazzi normali ma gay, e purtroppo l’essere gay viene ancora bistrattato. I gay vengono emarginati come se fossero appestati o Satanisti e quindi si trovano nei loro circoli (proprio come se fosse una setta), ma solo in quel modo possono non essere giudicati ed essere se stessi.
Nel 2018 mi sembra assurdo che ci si debba ancora nascondere. Che si tenti il suicidio perché si è omosessuali e che la famiglia ti guardi come se fossi brutto e cattivo.
Vi consiglio apertamente questo romanzo. Sarà per voi come per me spunto di riflessione.
Tral’altro è scritto magistralmente, in modo scorrevole e dettagliato.
È un vero e proprio viaggio nella mente di un ragazzo gay.
Devo ammettere che è stato un piacere conoscere Andrew, non ho sempre compreso il suo punto di vista ma per me è diventato un amico.
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