Titolo: Vodka&Inferno. La morte fidanzata
Autrice: Penelope Delle Colonne
Casa Editrice: Milena Edizioni
Genere: horror
Trama
- Venezia.
Frattaglia, ladro di cadaveri, si innamora di un ragazzo senza vita ritrovato nella laguna. Unici segni distintivi: un anello e una cicatrice sul volto.
Rintracciato dai familiari, Frattaglia riuscirà a scoprire l’identità del giovane: Viktor Mickalov, nobile russo.
Ossessionato dall’idea di perdere l’oggetto del suo amore, il ladro si mette al servizio di Gaspare Mallardo, zio di Viktor e burattinaio, che ha il gravoso compito di portare la salma a Soroka, tenebroso paesino russo.
Ma Viktor risorge, dopo il suo funerale: è ormai un vampiro. Fa irruzione nel Maniero dei Mickalov, pronto a riportare la famiglia agli antichi splendori e donare la vita eterna alla sua progenie.
La Morte Fidanzata: Recensione
“Soffocami tra le spire dei tuoi abbracci, dolce e mortale piovra. Tu che sei solo una manciata di incubi e desideri immolati, prendimi e stringimi. M’inginocchierò davanti a te nell’orrore del tempo. Vorrei unirmi con te in un eterno ritratto. Quelli che non cambiano mai. Vorrei fare di noi due un unico nodo di pelle, sangue e lacrime. Vorrei soltanto non esistere insieme a te. Essere uniti nell’inesistenza. Vincere la morte, le nostre colonne d’Ercole prima di sfiorarci ancora.”
È struggente, l’amore di Frattaglia; è immenso, smisurato, cieco davanti ai difetti. Che importanza ha se Viktor è morto? Perché è proprio nella morte che lui lo ama. Lo desidera tanto da annullare se stesso, da considerarsi niente di fronte al suo essere splendidamente imperfetto.
In una vicenda di sangue, desiderio e morte, sfilano i Mickalov, ognuno con le sue ossessioni, le sue manie e i suoi difetti. Una grande famiglia sull’orlo della caduta, che scorge nel figlio unico del dolore, quel nipote creduto morto per sempre, Viktor, una possibilità di rivalsa. È ora di alzarsi e sottomettere la città, come avrebbe sempre dovuto essere.
Il mondo introspettivo di ogni personaggio è profondo, e si allaccia al mondo interiore del parente più prossimo come solo in una grande famiglia nobile può accadere. Le tentazioni sono sempre in agguato, la superbia è dietro ogni angolo e il desiderio è un filo invisibile che accomuna i personaggi. C’è decadenza, tra queste pagine, un tormento dolce e infinito, l’accumulo di pulsioni represse e istinti omicidi. C’è la morte, cruda in tutto il suo splendore macabro, c’è il sangue che è fonte di vita perenne, e ci sono loro, i vampiri, le creature della notte per eccellenza. Cadaveri distrutti che desiderano ancora vivere, che sperano di trovare nella morte ciò che non hanno mai avuto in vita.
Parere personale
Ho amato questo libro dalla prima all’ultima parola. A volte capita nella vita di trovare dei gioielli nascosti, delle gemme irregolari e imperfette, che non hanno bisogno di essere diverse da ciò che già sono, perché in loro risiede già uno splendore originale e puro. Per me questa storia è così.
Ho adorato Frattaglia e la sua verità nascosta e ho amato Viktor insieme a lui. Ho adorato Pëtr e la sua essenza fanciullesca, che però non è bastata per preservare l’infantile ingenuità. Sono stata assorbita dal fascino silenzioso di Boris e dall’incostante pazzia di Katjuša. Ho compatito Eva, per poi detestarla nella sua crudele forma vampiresca, e ho odiato Lazar’. Sono rimasta intrigata dalla figura misteriosa del Dottore della Peste e ho tentato di comprendere l’amore folle e doloroso di Yuri.
È stato un viaggio movimentato e turbolento, condito con un lessico impeccabile – poetico nella sua cruda malinconia -, con riferimenti letterari e musicali, e con pensieri e riflessioni non da poco. Un libro che fa riflettere sulla vera essenza dell’amore e dell’ossessione, su ciò che si può celare dietro l’animo umano e sulle sfumature della morte, la spaventosa fine di ogni esistenza. Un piccolo gioiello da incastonare nella mia libreria.
Il secondo volume, Vodka&Inferno. Baciami Giuda, è già stato pubblicato e credo che sarà presto una delle mie prossime letture. Un brava meritatissimo all’autrice, non vedo l’ora di immergermi di nuovo nelle atmosfere cupe di Soroka.
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