Il racconto che andiamo a esaminare oggi, Quel vampiro di Lovecraft di Robert Bloch, è molto particolare rispetto a quelli che abbiamo visto sino ad ora. Questo estratto, molto breve, è infatti parte di un racconto pubblicato su una rivista. Bloch lo scrisse come risposta scherzosa nei confronti di Lovecraft, di cui era corrispondente.
Ovviamente anche per questo racconto troverete un articolo corrispondente sul blog di Bloody Reader, in quanto parte della sfida Quarantena col Vampiro.
Trama
Non so perché l’ho fatto. Giuro che non lo so. Forse ero pazzo. Ogni volta che mi rado mi viene la bava alla bocca.
Sì, voglio ammetterlo. Sono pazzo. Tutti sono pazzi qui, in questo manicomio. Perfino gli scarafaggi sono persone importanti.
Se solo l’avessi saputo! Ma come potevo saperlo? «Siete cordialmente invitato a cena da H. P. Lovecraft», diceva il biglietto d’invito. E io, come un folle, ho accettato.
Recensione
Il racconto, come abbiamo detto, è forse uno dei più brevi fra quelli che abbiamo selezionato. La persona reale di Lovecraft è stata di grande ispirazione alla scrittura dello stesso. Lovecraft e Bloch intrattenevano in quegli anni una corrispondenza ed erano in rapporti di stretta amicizia, sebbene non si fossero mai visti di persona. Fu in effetti proprio questo atteggiamento di Lovecraft, di essere molto riservato e non incontrare mai nessuno a dare origine a diversi miti sulla sua persona. C’era chi dicesse fosse un Vampiro, chi un lupo mannaro, chi altro ancora. Bloch gli dedicò dunque questo racconto.
Il tono ironico, si nota anche dalla struttura del racconto stesso. L’autore spesso parla con il lettore, gli chiede perfino consiglio su quali forme usare all’interno della sua scrittura. Tuttavia, il tono amichevole della narrazione, non distoglie certo dall’atmosfera che è lugubre in tono quasi parodistico. La dimora del Lovecraft-Vampiro è circondata di tombe e l’interno della stessa pullula di scheletri e cadaveri. Lovecraft stesso appare grottesco. Piccolo, ma con una lunga barba bianca che lo nasconde quasi completamente e che egli dichiara di “non poter tagliare”.
In ogni caso, la visione del vampiro di Bloch è sicuramente originale tanto che, per quanto la figura di Lovecraft possa generare un certo ribrezzo, certo non ci va a pensare a quella di un vampiro. Almeno fino a quando non si rivela insieme a quella che era stata la sua intenzione originale. Il suo, di fatto, non era da considerarsi tanto un invito a cena, quanto a fare da cena.
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