Nel procedere con le nostre interviste agli attori del film SYMMES oggi abbiamo con noi Alberto Bonvento.
Nell’opera di Sebastiano, Alberto ricopre il ruolo di Mida un maestro della conoscenza.
Prima di procedere con l’intervista vera è propria, ci scuserà Alberto se ci prendiamo un piccolo spazio per fare un breve annuncio. Purtroppo a causa dell’emergenza covid-19 le riprese del film sono state interrotte. Riprenderanno certamente il prima possibile, tuttavia questo non può che causare dei ritardi sulla tabella di marcia. Ovviamente Sebastiano si scusa con tutti coloro che attendevano con ansia questo film, ma siamo tutti ben consapevoli che in questo caso, non ne abbiano nessuna colpa.
Fatta questa breve premessa, torniamo al tema principale del nostro articolo, ovvero l’intervista ad Alberto Bonvento.
Benvenuto Alberto sul nostro portale. Puoi dirci qualcosa di te?
Buongiorno a te e grazie per avermi donato la possibilità di farmi conoscere tramite questa intervista. Sono un attore italiano, milanese, amante del proprio Paese e della sua cultura. Devo confessarti, anche se non ci crederai, che parlare di me come uomo e come professionista mi crea sempre un po’ di imbarazzo, ma riuscirò sicuramente a superarlo anche in questa occasione!
Il mio percorso è stato un po’ altalenante, probabilmente, anzi quasi sicuramente, per aver incontrato degli ostacoli all’inizio della mia carriera. Ho iniziato a studiare recitazione presso la scuola teatrale milanese Quelli di Grock all’età di diciott’anni, età nella quale noi attori sentiamo concretizzarsi la passione per questo mestiere. Ho poi proseguito la mia educazione artistica frequentando Il Centro Teatro Attivo a Milano il quale mi ha permesso di perfezionarmi a livello attoriale.
Grazie a queste esperienze ho preso parte a diversi spettacoli, per poi abbandonare le scene per un periodo abbastanza lungo nel quale mi sono dedicato alla mia vita personale, senza mai rinnegare o dimenticare che la recitazione è sempre stata molto presente e importante, tanto da ripresentarsi puntualmente alla mia porta durante tutto l’allontanamento. Nonostante questo, non ho mai perso il contatto con la mia parte spirituale credendo, ed essendone fermamente convinto, che i messaggi e gli influssi positivi che inviamo all’Universo prima o poi ritornano al mittente. Per me è stato proprio così! È stato in questo frangente che ho conosciuto il mio mentore Michael Rodgers, con il quale tutto è cambiato.
Michael, attore, regista, coach ed insegnante, ha alle spalle oltre vent’anni di esperienza nell’ambito del cinema e dello spettacolo e grazie al dono di saper leggere dentro al cuore delle persone, mi ha spinto e guidato sia come performer che come uomo.
Con lui e da lui ho imparato molto, specialmente in un momento delicato della mia vita nel quale mi è stato vicino come un padre o meglio, come un fratello. Purtroppo, mentre collaboravamo insieme ho subito un’enorme perdita affettiva. I miei genitori sono venuti a mancare e da quel momento la mia vita è cambiata, si è stravolta, annullata. La mia famiglia di origine non c’era più lasciandomi da solo a fronteggiare ogni avversità, imponendomi di imparare a camminare con le mie gambe. Posso dirti però che, se all’inizio non è stato per niente semplice, ora riesco anche a correre! Quando perdi un genitore, soprattutto una mamma che hai accudito fino alla fine della propria malattia, è davvero dura andare avanti, indipendentemente dall’età che hai.
Io però non mi sono mai arreso, anzi, ho lottato facendo quello che dovevo fare, ossia renderli orgogliosi del mio lavoro e rinascere per una seconda volta sentendomi come un adolescente che ha lasciato la propria famiglia e la propria casa, per intraprendere la vita da adulto.
Parliamo un po’ del tuo personaggio, Mida. Il nome ricorda quello di un re della mitologia greca, c’è qualche connessione tra i due personaggi?
Secondo il mito, re Mida ebbe in dono da Dioniso il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Il re si accorse presto però che in tal modo non poteva neppure sfamarsi, in quanto tutti i cibi che toccava diventavano istantaneamente d’oro. Rendendosi conto che la sua cupidigia di denaro lo avrebbe portato alla morte, implorò Dioniso di togliergli tale potere. Il dio, impietosito dal pentimento del re, esaudì la richiesta.
Nel film Symmes (in tutt’altro contesto e scenario) la cupidigia degli uomini per l’Avere ha fatto sì che un intero pianeta venisse privato di ogni risorsa e “nutrimento”, ma proprio il mio personaggio, il maestro Mida, intuisce prima che sia troppo tardi la necessità di lasciare ai posteri un “oro” che non sia di natura materiale: la saggezza dell’Essere.
Sempre le fonti mitiche riportano anche l’episodio in cui un servo sussurrò a una buca nel terreno il segreto “Re Mida ha le orecchie d’asino”. Dal terreno nacquero poi delle canne che rivelarono al vento quel segreto “sotterraneo”. Perciò in qualche modo Mida è anche collegato al concetto di segreti sepolti che devono tornare alla luce, verità da recuperare, proprio come nel film. Sebastiano del resto è sempre molto attento ai simboli, ai richiami mitologici o letterari nelle sue opere. Ama creare collegamenti di significato che non sempre saltano subito all’occhio.
Mida è un maestro del passato, puoi dirci di più su questa sua caratteristica e sul suo compito?
Adoro follemente Mida e sono orgoglioso di averlo impersonato! Come detto il suo ruolo all’interno del film è quello dell’antico maestro ritenuto l’essere più sapiente dell’universo. Mica poco eh?! Il suo compito è quello di registrare la propria conoscenza e nasconderla sul pianeta devastato, nella speranza che questa un domani possa raggiungere qualcuno, come in un futuristico “messaggio nella bottiglia”. In tal modo i segreti da lui appresi sul senso della vita e il significato delle cose potranno essere forse salvaguardati e tramandati, per un’umanità che saprà dimostrarsi più matura a riceverli e assimilarli.
Symmes è un film dalle sfumature molto filosofiche, puoi dire che Mida sia fondamentale per raccontare e incarnare queste caratteristiche?
Assolutamente si! Mida è una sorta di asceta, un saggio precettore dedito a diffondere la conoscenza dell’essere umano e dei suoi valori, cercando di fare breccia nelle anime per rianimarle dal torpore che le ha rese sterili nei confronti delle persone intorno a loro. Tutto questo è riconducibile alla società che impone ai personaggi la brama di possedere cose materiali. Possiamo tranquillamente dire che si parla dell’eterna lotta tra l’Essere e l’Avere.
La cosa interessante però è che Mida non comunica con i suoi contemporanei, evidentemente si rende conto che il suo messaggio resterebbe lettera morta. Cerca invece un modo per farli arrivare agli uomini del futuro, perché in loro ripone le sue speranze.
Con Mida affrontiamo il tema della trasmissione del sapere di generazione in generazione. C’è stato qualcuno nella tua vita, tra i tuoi parenti e conoscenti, docenti, o autori che hai letto, cui ti senti particolarmente legato per quanto ha potuto insegnarti?
Analizzando la mia vita in pochi secondi, giusto per rispondere in maniera diretta e istintiva, posso dire che gli insegnamenti più importanti li ho ricevuti dai miei genitori. Hanno saputo seminare e coltivare la mia coscienza attraverso il loro esempio, trasmettendomi le basi principali del vivere in società. L’umiltà, l’educazione e il rispetto verso gli altri, sono i valori più essenziali nella mia quotidianità e per il confronto con le altre persone.
Oltre a questo, devo dire che amo circondarmi da persone che possano insegnarmi qualcosa, come ad esempio i bambini. Loro sono un enorme fonte vitale di creatività, naturalezza e di estrema fiducia verso il prossimo. Aspetti che purtroppo mancano a molti adulti, colti e navigati! Non vorrei tralasciare le persone anziane dalle quali ho imparato a saper ascoltare. I Genitori o i nonni dei miei amici, con le loro storie e le loro esperienze, a volte belle e a volte brutte, sono stati esempi dai quali attingere per crescere e migliorare.
Nella nostra società i mezzi più comuni per diffondere la conoscenza e la cultura possono essere l’arte e i libri. Di fatto nel corso dei secoli l’uomo ha sempre voluto lasciare una traccia di sé stesso attraverso opere scritte e/o visive (c’era chi si faceva ritrarre, chi ha fatto costruire monumenti a proprio nome e chi invece si è fatto inserire in opere letterarie). Puoi parlare un po’ del rapporto fra il tuo personaggio e questo concetto?
Il mio personaggio incarna perfettamente questo concetto, tuttavia credo che Mida non sia tanto interessato a lasciare traccia della sua persona, non si tratta di una volontà egoistica o culto della personalità, tant’è che non si preoccuperà minimamente di lasciare testimonianze del suo aspetto o della sua biografia. Il suo scopo almeno apparentemente è permettere la sopravvivenza di un messaggio, parole che attraversino il tempo senza raccontare realmente qualcosa di chi le ha pronunciate. Un anonimato che tra l’altro ricorda molti saggi del passato, i quali predicavano o lasciavano opere scritte senza preoccuparsi di firmarle, di guadagnarci in termini economici o di fama.
Tuttavia nel caso specifico di Symmes, vista l’ambientazione futuristica distopica, l’eredità di Mida non sarà affidata all’arte o la letteratura, bensì… alla tecnologia. Per il momento non posso dire di più per non rovinare la sorpresa.
Torniamo a parlare di te, trovi qualche similitudine fra la tua personalità e quella del tuo personaggio?
Il personaggio rappresenta un uomo pacato, riflessivo, introspettivo, molto acuto e saggio. In parte questi aspetti mi rappresentano e sono attratto da personalità di questo tipo. Il sapere e la conoscenza dovrebbero essere radicati in ogni uomo, in modo che possa lui stesso in prima persona metterle a disposizione di chi lo circonda. La cosa alla quale auspico, sicuramente in età più adulta, è quella di diventare una sorta di Mida. Vorrei crearmi l’opportunità di tramandare le mie conoscenze ai posteri, tramite il mio lavoro di attore o per mezzo di interviste come questa!
Parliamo della tua carriera. Hai già recitato in altri progetti?
La mia carriera è ancora in fase di sviluppo ma sono molto fortunato per le grandi possibilità che mi vengono donate! In questi anni ho preso parte a diversi progetti, teatrali, alcuni cinematografici e molti altri pubblicitari sia in Italia che all’ estero.
Confesso che Il teatro è stato la mia prima passione. Il palcoscenico mi ha sempre dato la possibilità di entrare subito in contatto col pubblico e avere un feedback diretto da loro. Questo mi fa sentire vivo, energico, entusiasta insomma, mentre il cinema ha un altro fascino e mi da l’opportunità di prendere tempo per me stesso ed ascoltarmi nel profondo prima di entrare nella parte e girare la scena. I tempi sono diluititi rispetto al teatro.
Il mio ultimo lavoro, prima di Symmes, è stato il corto Penelopes di Ludovico Cantisani, nel quale ho interpretato un uomo solo, afflitto dal dolore e tormentato a causa di un amore finito anni prima.
Generalmente i personaggi che amo sono quelli con delle problematiche psichiche, con un estremo bisogno di essere amati e capiti. Gli stessi, mi offrono la possibilità di lavorare a livello introspettivo e scavare così nel mio intimo più profondo.
Come è stata la tua esperienza sul set SYMMES? Ti va di raccontarci qualche momento memorabile del backstage?
L’esperienza è stata pazzesca, divertente, curiosa e totalmente nuova per me! Quando finivamo di girare rimanevo ancora a riflettere sul personaggio, sulla trama e sul messaggio che volevamo dare. Sebastiano mi ha sempre reso partecipe di ogni step e non vedevo l’ora di vedere le immagini girate, appena si spegneva la telecamera. Ogni volta che mi inviava un frame girato rimanevo elettrizzato, a bocca aperta per l’emozione e l’orgoglio!
Lui è stato geniale!
Abbiamo girato tutte le scene in Svizzera usando delle location normalissime tanto da rimanere sorpreso vedendo come Sebastiano le ha fatte sue, ricreandole e trasformandole in un’era fantascientifica. Colgo l’occasione per ringraziarlo nuovamente, per avermi scelto come protagonista in questo ruolo e per la sua professionalità e bravura. È sempre attento al dettaglio e non è mai banale o scontato in quello che fa. Ho scoperto in lui un uomo generoso e di cuore, una persona che sa sorprenderti ogni giorno. È un giovane regista del quale sentiremo ancora parlare e col quale mi auguro di lavorare nuovamente in futuro.
Grazie mille Alberto di essere stato con noi, spero ti sia trovato bene. Vuoi lasciarci un ultimo saluto raccontandoci un motivo per cui, secondo te, i nostri lettori dovrebbero vedere questo film?
Sono io a dover ringraziare voi per avermi fatto sentire a mio agio durante questa intervista. Mi sono trovato benissimo e spero di poter ripetere l’esperienza.
Il mio consiglio a tutti i lettori di Vampire’s Tears è di andare a guardare il film Symmes quando uscirà per entrare a far parte di un mondo fantastico, in cui la realtà è molto più simile alla nostra nonostante quello che si possa immaginare! È un film che fa riflettere molto, che ti porta a domandarti quanto realmente ognuno di noi sia realmente in grado di conoscere sé stesso fino in fondo.
Pagina Ufficiale SYMMES
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