City of Angels è lo spin-off nato da mondo di Penny Dreadful.
Il nome, è un chiaro riferimento a Los Angels, il che ci lascia ben intendere di avere un’ambientazione completamente differente da quella alla quale la vecchia serie ci aveva abituati.
Trama
1938 Los Angeles.
La città è un luogo profondamente infuso di tensione sociale e politica in quegli anni. Quando un macabro omicidio sconvolge la città, il detective Tiago Vega e il suo partner Lewis Michener si trovano coinvolti in una storia epica che riflette la ricca storia di Los Angeles: dalla costruzione delle prime autostrade della città alle sue profonde tradizioni messicane. Il folklore americano, le pericolose azioni di spionaggio del Terzo Reich e l’ascesa della radioevangelizzazione. In poco tempo, Tiago e la sua famiglia sono alle prese con potenti forze che minacciano di distruggerli.
City of Angels – Recensione
Quello che mi aveva fatto storcere il naso nel momento in cui era stata annunciata questa stagione era il fatto che l’ambientazione fosse completamente differente da quella della vecchia serie. Precisiamo, non è che l’ambientazione americana della fine degli anni 30 mi sia indifferente, semplicemente la vedevo molto distante dal filone principale.
La prima serie, per chi l’ha guardate e l’ha amata, racchiudeva in sé tutti i classici della letteratura gotica e, chiaramente, questo è un elemento che è venuto a decadere in questa stagione. Nessuno dei “mostri” classici era presente qui. Nessun Dracula, Frankestein, Dr. Jeckyll (di cui qualcosa in più ci sarebbe piaciuto vedere) erano presenti.
Gli anni 30 fra nazisti, razzismi e Dia de los Muertos
Questa nuova serie dunque trova un’atmosfera molti più tipica di un noir. Gli anni 30, ma che ormai sono quasi i 40. Siamo in piena recessione, Los Angels è una concregazione multietnica dove però, questi diversi gruppi non sono perfettamente in armonia fra loro.
Abbiamo così le High Class, il ceppo dominante composto dalla popolazione bianca, la maggior parte dei quali possiamo definire i ricchi, coloro che hanno il maggiore peso sociale e che, fordamentalmente prendono le decisioni più rilevanti a livello amministrativo. Dall’altro parte ci sono i Chicanos, le popolazioni di origine messicana. Più poveri, rispetto ai bianchi, cittadini di serie B, se non addirittura di serie C. Costretti a i lavori più umili e altre volte implicati alla malavita, cosa che spesso accade a chi fa parte di una minoranza che viene in qualche modo discriminata.
L’omicidio con il quale si apre la serie è la chiave di volta per presentare i vari personaggi e introdurli all’interno della narrazione. Cominciamo a vedere i volti dipinti in tema Giorno dei Morti, tipica celebrazione messicana. Il neo Detective Tiago Vega dovrà indagare sul caso con il fiato sul collo dei suoi colleghi che in lui vedono sempre un appartenente al popolo messicano. Fortunatamente, avrà dalla sua il supporto del suo partner il Detective Lewis Michener. Come Tiago, anche Michener appartine a una minoranza, quella giudaica.
E qui arriviamo al primo punto. Odio e discriminazione la fanno da padrone nella Los Angeles degli ultimi anni 30. La volontà di spazzare una minoranza (nel caso specifico quella messicana, ma potrebbe oggi esserne una qualunque) porta a livello politico al desiderio di costruire un’autostrada proprio sulle case di quella gente.
Non stanno costruendo strade, creano muri
Una rivelazione fondamentale che di fatto non fa che annunciare quello che lo spettatore già sa giungerà presto: il secondo conflitto mondiale. Non è spoiler, è semplicemente storia. Ed è in questo scenario che prendono vita movimenti filonazisti, sì anche in America che guardano alla supremazioa della razza bianca. Ricordiamo, a tal proposito, che in Germania Hitler era diventato cancelliere le 1933 e Führer nel 1934.
E cosa meglio di eventi come questi allora potrebbe attirare l’attenzione del demone Magda, portatrice di Chaos?
Natalie Dormer e le molteplici identità della Discordia
Per quanto abbia potuto fare ricerche sul personaggio di Magda, non sono riuscita a scovare un corrispondente nel Pantheon messicano.
La migliore delle associazioni che io abbia potuto fare è quella con la dea Eris, la discordia greca, giacché lo scopo di questa entità, demone, figura o comunque la si voglia chiamare è quello di portatrice di Caos.
Sia nei panni di Elsa, che in quelli di Rio, così come in quelli di Alex Malone non fa altro che tentare di aizzare i vari personaggi, o meglio le varie fazioni, una contro l’altro. Il suo personaggio è effettivamente odioso, e per carità, deve esserlo. La Dormer è sicuramente brava, eccezionale, a caratterizzare tre personaggi che possono apparire molto diversi fra loro e che e altro non sono che il riflesso di un’unica persona. Di Magda sappiamo, o almeno così ci rivela Maria, essere la sorella della Santa Morte. Di sicuro il suo personaggio avrà ancora molte e molte carte da giocare nella prossima stagione.
City of Angeles – Considerazioni finali
Nonostante le remore iniziali, City of Angels si rivela una serie parecchio piacevole in cui il soprannaturale fa più da sfondo a una narrazione investigativa. Sicuramente sono interessanti i molti riferimenti alla cultura messicana, così come quelli storici. Certo bisogna completamente distaccarsi da quella che era l’atmosfera della vecchia serie. Tuttavia resta godibile e ha comunque i suoi momenti di particolare forza.
Consigliato? Decisamente sì, almeno per quello che mi riguarda, sono in attesa della prossima stagione.
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