La Redenzione dei Capilavori è un racconto di Luigi Capuana scritto nel 1900. Prosegue il nostro percorso alla scoperta dei racconti raccolti nel volume il Giglio Nero.
Trama
E se un giorno le opere d’arte trovassero il modo di diventare vive? C’è chi sostiene che ciò possa essere possibile. E anzi è esattamente ciò che accadrà un giorno.
La Redenzione dei Capilavori – Recensione
Questo testo si presenta come un racconto nel racconto. Un “dottore” racconta l’esperienza accaduta al proprio mentore e alla quale ha assistito personalmente.
Questi, infatti, asseriva che tutte le opere d’arte prima o poi avrebbero preso vita così come l’uomo fatto d’argilla dinanzi a Dio. Ed egli stesso, aveva aggiunto, era in possesso della prova in quanto poteva mostrare un quadro di Sebastiano Luciani detto del Piombo. L’uomo stesso aveva fatto rubare quest’opera dal Museo degli Uffizi proprio per proprio per provare la sua teoria. E in effetti, deve ammettere il narratore, quell’opera pareva ‘sì viva che sembrava voler strisciare in fuori della parete.
Un prodigio strano, certo, e molto rilevante tanto da far ricredere perfino uno scettico come lui.
Il racconto di Capuana prosegue da qui sino all’immancabile epilogo che sarà poi il punto di forza dell’intero romanzo. Il quadro appare come un’opera meravigliosa, ma allo stesso tempo mostra un aspetto assai inquietante che di quello di un oggetto inanimato che prende vita. E del resto all’arte è sempre stata data un anima, non poche sono infatti i miti nei quali si narra che possano celare parte della personalità del proprio creatore o in alternativa della figura in essi rappresentati.
Già al tempo dei greci possiamo ricordare il mito di Pigmalione, dove lo scultore si innamorò così tanto della propria opera che Afrodite la rese viva, concedendogliela in moglie. Un fine meno lieto spetta al mito di Pandora, dove la donna fatta di argilla diviene viva come punizione per il mondo essendole stato donato il vaso pieno dei mali dell’umanità. Seguono, in epoche successive, altri racconti. Come ci fa notare l’editore stesso, uno di questi potrebbe essere il ritratto di Dorian Gray che carica su se stesso tutto male che il giovane che vi è rappresentato compie.
Del resto l’editore consiglia anche un’altra serie di racconti e autori come Hoffman, Oliphant, Poe e perfino D’annunzio che certo non mancheremo di trattare a tempo debito.
In definitiva, forse meno suggestivo dei precedenti, ma sicuramente un ottimo racconto è La Redenzione dei Capilavori. Una piccola perla che non più mancare in qualunque biblioteca dell’orrore.
0 commenti