Il Crocifisso di Fergus Hume è il quarto racconto de Il Giglio Nero della collana La Biblioteca di Lovecraft edito da Edizioni Arcoiris. Diversamente dai racconti precedenti, questo non è propriamente ambientato in Firenze, ma la città dei sommi poeti avrà comunque un ruolo fondamentale nella vicenda narrata.
Trama
L’assistente di Hagar, Bolker, riesce a ottenere per l’ufficio pegni un singolare crocifisso. L’oggetto di grande valore nasconde dentro di sé un segreto e una storia molto peculiare. Guido da Fiorenza, infatti, costruì questo crocifisso alla scoperta del tradimento della moglie Bianca e vi nascose al suo interno la lama di un pugnale. Quando il legittimo proprietario torna per reclamarla, Hagar non è ben certa di voler rendere un oggetto di simile fattezza non essendo certa delle intenzioni confessatele dall’uomo.
Tuttavia, dal canto suo, non ha certo modo di rifiutarsi.
Il Crocifisso – Recensione
Più che dell’intera vicenda, Firenze è, in questo racconto, la patria di origine dell’oggetto maledetto, il Crocifisso di Fiesole, così come fiorentini sono Bardi e sua moglie Gemma. In questo racconto, abbiamo una trama sviluppata principalmente come un giallo più che un vero horror. Del resto Hume era un giallista e Hagar potrebbe essere a tutti gli effetti considerata una versione femminile di Sherlock Holmes.
Potremo anche dire, senza vergognarcene, che come stile e abilità scrittoria non ha nulla da invidiare al più celebre collega Sir Arthur Conan Doyle.
La mia curiosità mi ha portato a voler cercare questi racconti per capire esattamente in quale contesto essi dovessero essere collocati. Purtroppo, ho notato che essi sembrano essere reperibili solo ed esclusivamente in lingua inglese. Un vero peccato, perché porta il pubblico a perdersi delle ottime opere.
Ma tornando a Il Crocifisso.
Le doti dell’oggetto vengono scoperte molto casualmente dall’assistente di Hagar. Questo infatti nasconde una lama al suo interno. In realtà oggetti come questo non sono così rari, ci spiega La Biblioteca, in quanto sono stati usati perfino dai templari. Peculiare ne é lo scopo, ovvero quello di essere l’arma del delitto verso una moglie infedele. La leggenda di Guido da Fiorenza narra come questo sia stato creato proprio per questo scopo.
Il mistero comparirà verso la parte finale del racconto, ovvero quando Bardi proverà a mettere in pratica quelle che sono le proprie intenzioni. L’uomo dovrà farei conti con un’amara scoperta e verità che molto probabilmente non si era aspettato. Oggi, con un linguaggio moderno, lo definiremo quasi karmico. Ma non voglio dirvi di più.
Ammetto che è un racconto che ho molto apprezzato. L’autore ha un ottimo stile che mi ha incuriosito sulle proprie opere. Sono certa, quindi che parleremo ancora di Hume su questo portale.
Molto intrigante, alla fine mi sono decisa a prendere il volume e non vedo l’ora che arrivino tutti e tre i gioielli della Biblioteca di Lovecraft!
Sì, questo insieme al prossimo (che per inciso è il mio preferito) è uno dei più belli della raccolta. In realtà tutti i loro libri sono molto interessanti ed infatti appena potrò recupererò anche i primi due volumi che mi mancano.
Tra l’altro i personaggi di questo racconto sono protagonisti di altre vicende (un po’ come i racconti di Sherlock Holmes) e spero davvero che la Biblioteca prenda in considerazione l’idea di recuperare anche gli altri perché lo stile di Hume mi piace molto.
P.S. = grazie di essere passata e aver lasciato il tuo commento <3