Il Mistero di Ken di Julian Hawthorne è il primo dei racconti proposti dalla raccolta Draculea di ABEditore. Pubblicato nel 1883 sull’Harper’s New Monthly Magazine è un racconto breve, ma nemmeno troppo, narrato per buona parte in prima persona dal suo stesso protagonista, in altra parte da un suo amico, che si rispecchia con l’autore, in visita al primo.
Ovviamente vi consigliamo sempre di leggere il corrispondente articolo sul blog di Bloody Reader con cui questa rubrica è in collaborazione.
Il mistero di Ken – Trama
Il narratore è in visita presso un suo amico di ritorno da un viaggio in Europa. Keningale era un artista che si era recato in quei luoghi ufficialmente per motivi di studio, ma tutti i suoi amici, in realtà, dubitavano del fatto che vi si sarebbe mai realmente applicato. Tuttavia di ritorno dal suo viaggio, Ken sembra molto cambiato. E di fatto, racconta al proprio amico, di quella sua bizzarra avventura, in Irlanda.
Nella Notte di Ognissanti, quando coloro che non sono più vivi camminano sulla terra, ebbe il suo incontro con una strana donna. Una notte decisamente strana, che sarebbe apparsa solo come uno strano sogno, se al mattino dopo, non si fosse risvegliato con il banjo che gli era stato regalato prima della sua partenza che però appariva ormai invecchiato di secoli.
Recensione
Il primo racconto che ci viene presentato nella raccolta viene posto come una esperienza diretta da parte del povero e sventurato Ken, sul quale, certamente, gli eventi di cui è stato testimone hanno lasciato un segno. La legenda di Ethelind Fionguala fa da apartura all’intera vicenda. Ed in effetti, solo nella leggenda troviamo una vera e propria menzione ai vampiri, mentre mai, invece, all’avventura specifica di Ken. Eppure la creatura che egli incontra, sicuramente ha delle caratteristiche che possono ricordarne la figura. La pelle bianca come i raggi della luna, lo sguardo in grado di affascinare colui sul quale si posa, a carne fredda come quella di un morto.
Ci sono piccoli indizi, dunque, che il lettore può cogliere e che lasciano intendere come possa essersi svolta la vicenda o di come questa, di lì a poco poco, potrebbe andare a districarsi. Il tutto in uno stile che è figlio del suo tempo, ma mai in alcun modo pesante, anzi, piuttosto rispetta la colloquialità di un racconto che ben si interfaccia con ciò come cui effettivamente si prendenta.
Una vampira “particolare”
Sebbene, come abbiamo detto, il termine “vampiro” non venga mai utilizzato per Fionguala nello specifico possiamo comunque supporre che essa lo sia. Tuttavia emergono alcune particolarità che la differenziano dalla figura che siamo solitamente soliti conoscere.
Pare, difatti, che la donna sia legata alla Notte di Ognissanti, quasi potesse agire solo e soltando in quel preciso giorno dell’anno. Una caratteristica che emerge per la prima volta nella letteratura, almeno quella che abbiamo affrontato in questo spazio.
Inoltre essa non viene mai descritta nell’atto di mordere o succhiare il sangue, seppure Ken sperimenti un repentino indebolimento mentre invece le gote di Ethelind sembrano prendere colore. Spesso, addirittura, i due personaggi si trovano a una certa distanza eppure gli effetti della sua presenza sembrano colpire comunque Keningale. Sembra dunque basti la sua sola presenza perché essa si appropri della sua energia vitale.
Infine, non può sfuggire l’assonanza fra il nome di Kern di Querin e quello di Keningale. Soprattutto in base al comportamento della donna nei suoi riguardi. Ma del resto, nelle sue Dissertazioni, Calmet ci ha già spiegato come essi scelgano come vittime i propri familiari. E quindi, forse, si potrebbe perfino presumere un certo legame in questo senso. O forse no, sono solo congetture.
Conclusione
Sicuramente il racconto, per quanto sia effettivamente poco conosciuto, può offrire un’ottima prospettiva a tutti gli amanti del genere. Il vampiro descritto da Hawthorne è sicuramente interessante. Così come lo è la sua scelta di legare figura al “vecchio continente” e nello specifico alle terre di Irlanda che offrono un panorama folcloristico e leggendario già i per sé decisamente ampio (ne riparleremo, promesso).
In ogni caso, risulta, per me, una bella scoperta che mi sento fortemente di consigliare a chiunque voglia espandere le proprie conoscenze su queste figure tanto affascinanti quanto misteriose.
Bella scoperta anche per me che non conoscevo questa storia!
Sono felicissima infatti di aver preso questo volume. Ci sono diversi racconti poco conosciuti 😉