Prosegue il nostro viaggio nel mondo di Pandemonium con il secondo racconto De Vulgari Eloquentia di Riccardo Mardegan. Così come per il primo anche qui ci rifacciamo ad uno dei comandamenti che fa da apripista all’intera vicenda.
Trama
lI piccolo villaggio di Camponogara, in quel del Padovano, è colto da una tremenda maledizione. Ai suoi cittadini è infatti interdetta la bestemmia, tanto che nel pronunciarla questa si blocca nella gola dei loro cittadini fino a soffocarli.
Recensione – De Vulgari Eloquentia
Non nominare il nome di Dio invano
Un nuovo racconto e quindi un nuovo comandamento da rispettare, o forse anche no. Del resto, sì sa, di togliere la bestemmia al popolo veneto è certo un grave affronto. O almeno è quello che pensano i cittadini di Camponogara, quando il primo di loro, a seguito della maledizione del vescovo Cornero, ne resta ucciso.
L’epidemia trattata in questo caso è quella della parola, o della mala parola, vista come un morbo se la si tratta dal punto di vista del vescovo, mentre dal punto di vista del popolo, il vulgus, l’epidemia è la maledizione stessa che confina e uccide gli abitanti privandoli del diritto di esprimersi come meglio gli si confà .
Lo stile riprende quello di un’opera trecentesca come quella dello stesso Boccaccio e allo stesso tempi il titolo è un chiaro riferimento dantesco considerando l’opera omonima del sommo poeta che però trattava di temi differenti, seppure affini al linguaggio. Vuole essere quindi se non alto, comunque anticato.
Si distacca, dunque dal primo, mantenendo comunque il tema del morbo mefitico più dell’animo che del corpo.
Questo blog è ufficialmente uno dei miei preferiti proponete sempre belle cose! Grandi!
Mi sento solo di dire Grazie mille <3
Molto curioso come racconto, la censura ecclesiastica come morbo delle genti è sicuramente interessante. Questo libro acquista punti
E vedrai il seguito 🙂