Grettir a Thorhall-stead narra una delle avventure dell’eroe/bandito islandese Grettir (o Grettis) dell’omonima saga scritta da Frank Norris. Anche questo racconto appartiene al percorso che abbiamo intrapreso attraverso la lettura di Draculea di ABEditore. Prima di procedere con la recensione e le nostre considerazioni, Vi ricordiamo come sempre di passare anche per il blog di Bloody Reader e leggere il suo articolo parallelo.
Grettir a Thorhall-stead – Trama
La fattoria di Thornhall è giunto per l’inverno uno strano pastore che aspetto in modi e ben poco apprezzato dalla popolazione locale. Tuttavia la scomparsa di quest’ultimo e strani eventi che cominceranno a verificarsi nella regione daranno vita a una serie di strane vicende.
Recensione
Il racconto scelto da ABEditore si divide in due parti. Nella prima troviamo la storia di Glamr e di come egli sia scomparso, mentre nella seconda viene narrata l’avventura di Grettir vera e propria. Te le premesse, ovvero che quella di Grettir si tratta di una saga, è bene spendere qualche parola sull’opera.
La saga di Grettir
Grettir Ásmundarsonar è un guerriero di origine islandese vissuto presumibilmente fra il IX e il X secolo. Tuttavia, sebbene l’intera saga sia basata su un personaggio che pare essere storiamente reale, le vicende narrate assumono il tono del fantastico e del mitologico.
Per certi versi è possibile che lo scopo della vicenda sia proprio quello di dare prestigio all’eroe. Una pratica che risulta certo non nuova se si pensa a nomei del calibro di Gilgamesh o persino dei alcuni personaggi di matrice più occidentale come la leggenda di Enea, certamente più vicina a noi, che ha lo scopo di dare prestigio alle origini di Roma. Ancora, qualche similitudine protrebbe essere riscontrata in saghe bretoni come quella del Beowulf che in realtà potrebbe aver ereditato qualcosa dal Grettir, appunto.
Abbiamo attribuito all’inizio di questo articolo, la paternità del Grettir a Frank Norris, ma in realtà bisogna dire che egli è più che altro un traduttore in quanto l’opera è molto più antica come abbiamo spiegato già all’inizio.
Glamr: genesi del mostro.
Il protagonista indiscusso della prima parte della vicenda è Glamr. Nella sua figura possiamo riscontrare gran parte delle caratteristiche che abbiamo potuto associare a coloro che, alla loro morte, sono mutati in vampiri. Glamr non è un credente, non andava ale messe e rifugiva il suono delle campane. Non cattivo forse, ma certamente rude e schivo. E se nessuno ha avvertito realmente la sua dipartita in quanto essere umano, è stato il susseguirsi di nefasti eventi a rendere l’atmosfera già cupe della fattoria di Thornhall ancora più tetra. Altre caratteristiche del vampiro sono quelle della forza, della brutalità e la sua capacità di tormentare i vivi con la sua sola presenza. L’aspetto pallido, seppure Glamr risulti molto più grosso, potrebbe ricordarci per alcuni tratti quello del Nosferatu.
Grettir: l’eroe e la maledizione
Come in molti miti in cui è presente un eroe che affronta innumerevoli nemici, rettir fiisce per trovarsi alla fattoria di Thornhall per caso. E seppure messo in allarme dalle leggende che gircolano sul luogo egli decide comunque di passarvi la notte. Ed è proprio in questo modo che finisce per confrontarsi con il mostro, che si scopre essere proprio il morto Glarm.
La lotta presenta gli elementi tipici delle saghe epiche, come ad esempio quelli fra il Beowulf che abbiamo già citato e Grendel. Ed è forse proprio questo uno degli elementi che rende molto particolare questo racconto, un mito che dir si voglia. È la maledizione che segue lo scontro avrà influenza sul resto della vita dell’eroe, così come nel resto della saga, preannunciando alcuni degli eventi che avverranno in seguito come ad esempio il suo esilio. Anche questo è un elemento non del tutto nuovo alla mitologia tanto che lo stesso Eracle era stato a suo tempo vittima di una maledizione.
In conclusione, se per alcuni tratti potrebbe forse stupirci la presenza di una creatura simile a un vampiro in tali antichi miti, dall’altra sembra più che naturale che processi e creature simili abbiano sempre affascinato l’essere umano come abbiamo ampiamente visto all’interno di questa raccolta.
Inoltre, come già detto per il caso del Gatto di Nabeshima, se foste interessati a continuare a scoprire la saga del Grettir fatecelo sapere con un commento alla fine di questo articolo e provvederemo a venire incontro alle vostre esigenze.
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Noto uno stile diverso in questo racconto o sbaglio? Comunque il tutto è davvero ben documentato e mi piace molto l’assortimento dei racconti che ci hai mostrato in questi mesi!
Sì, è molto diverso.Penso derivi soprattutto dal fatto che sia parte di un’opera più grande e di carattere quasi epico.
Molto interessante l’inserimento di un vampiro in un contesto epico del genere
Sì, se si pensa poi a quanto in origine sia antica questa opera diventa ancora più interessante ^^