Sereno giorno, amici Nightowls.
Con questo primo articolo dedicato al mondo di Sanguis – romanzo fantasy horror, scritto da Carlotta Leto – faremo due chiacchiere sulla figura del Dampiro.
Posto fin troppo spesso in secondo piano per lasciare il palcoscenico al suo più famoso genitore – il vampiro, quello vero, quello feroce e spietato -, il Dampiro è una creatura poco conosciuta. Ma, all’interno di Sanguis, l’autrice ha voluto donargli un vero spazio, tanto che uno dei protagonisti principali, l’affascinante dongiovanni Kilian, appartiene a questa specie.
Nel folklore
Secondo la tradizione zingara dei Balcani, il Dhampir (in serbo vampijerović, in bosniaco lampijerović, letteralmente “figlio di un vampiro”) è il frutto nato dall’unione di un vampiro e una donna umana. Alcune leggende serbe ipotizzano che abbia selvaggi capelli scuri e sia privo di un’ombra. Nel folklore bulgaro invece, si pensa che sia molto sporco e abbia un segno sulla schiena simile a una coda. Un naso pronunciato, orecchie, denti e occhi più grandi del normale erano considerati spesso un tratto distintivo per riconoscerlo.
L’antropologo serbo Tatomir Vukanović (1907-1997) tentò di fornirne una descrizione accurata. Grazie alla sua discendenza il Dhampir sarebbe in grado di uccidere tutti i vampiri. Intorno agli anni ’60 si pensava esistesse in Serbia una di queste creature, Murat di Vrbica, che scovava i vampiri e li uccideva servendosi di un semplice fucile; secondo gli studi di Vukanović, il suo compenso era di mille dinari o dieci capretti.
Nella letteratura inoltre è ritenuto che alcuni di essi posseggano un corpo scivoloso e gelatinoso, e vivano solo una breve vita.
Nella fantasia
All’interno del suo libro, Carlotta Leto, si serve di queste antiche tradizioni per modellare la figura del Dampiro secondo la sua immaginazione. Questi è di fatto figlio dell’unione tra un vampiro e una donna, non possiede un’ombra e ha una particolare voglia a forma di coda sulla schiena, ma non possiede alcuna forza particolare in grado di sconfiggere un vampiro, anzi rappresenta una ghiotta preda per quest’ultimo.
Altro dettaglio importante è che esistono solo Dampiri maschi, non è mai nato un Dampiro che fosse femmina, anche se… forse è possibile che ci sia qualche eccezione.
Caratterizzati poi da una breve vita, i più fortunati riescono ad arrivare a un massimo di trent’anni. Lo scontro perenne che avviene nel loro corpo tra le cellule vampiriche e quelle umane, non dà loro la possibilità di raggiungere una veneranda età. Sempre sul filo del rasoio, la loro esistenza è una continua scommessa contro il destino; già precari nella loro condizione di schiavi del mondo soprannaturale, imparano sin da bambini a temere la morte, sempre in agguato, nascosta tra le spire buie delle loro particolarità genetiche.
Quando la leggenda diventa fantasia
Avvolgendo le basi delle proprie fantasie alle radici della leggenda popolare, il risultato è sempre qualcosa di unico e allo stesso tempo antico. Affascinati dalla nostra stessa cultura multiforme, con la letteratura siamo in grado di fare del mondo un unico paese, unendo le tradizioni di popoli diversi per creare nuovi pilastri fantastici.
Si dice che nelle leggende ci sia sempre un pizzico di verità, ma è solo quando queste si fondono con la fantasia che diventano davvero senza tempo.
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non vedo l’ora di leggere il libro e questa figura del dampiro mi attira un sacco perché non la conoscevo <3