Miracoli Hanno Strade Curiose Per Pigliarti Alle Spalle è il contributo di Domenico Mortellaro per la raccolta Pandemonium.
Ormai, siamo quasi giunti alla fine del nostro viaggio in cui affrontiamo insieme il tema dei comandamenti con quello della peste. Mortellaro propone così la sua versione affrontando il tema della menzogna e quindi di conseguenza il celebre
Non dire falsa testimonianza.
Miracoli Hanno Strade Curiose Per Pigliarti Alle Spalle – Trama
Il risveglio può essere un qualcosa di molto strano quando ti rendi conto essere morto, che la peste ti ha preso e che pure sei di guardarti intorno. Qualcuno potrebbe gridare al miracolo, ma tu conosci la verità sebbene non vi sia maggior sordo di chi non vuol sentire.
Recensione
Immaginate di aver avuto la peste, la Nera, quella cui non si stampa, e di risvegliarvi i morti. Ma proprio morti-morti, senza nessuna possibilità di equivoco. Insomma, siete proprio morti, sopra milioni di altri morti, eppure riuscite a muovervi, a parlare, a camminare… E a venire fuori da quel buco in cui mi hanno lasciato a marcire.
Ora, però, il problema è che non sapete che cosa ne dovete fare perché a esser morti non è che ci sia molto da poter dire. Tanto più che nemmeno sapete come mai dopo essere morti siete quasi resuscitati. E così, per una serie di sfortunati eventi, vi trovate a diventare un simbolo, un miracolo, che la peste possa esser battuta.
La bugia, la menzogna, diventa sorella dell’avidità che abbiamo già sperimentato nel racconto precedente Non andiamo a far altro se non a combatter. Un circolo vizioso il cui finale è già annunciato fin dalle prime righe del racconto.
La trama si svolge completamente dal punto di vista del protagonista, che non ha un nome, e che racconta come una sorta di diario, o dialogo a un amico immaginario, di quello che gli accaduto e di come gli eventi siano precipitati. Un viaggio nelle sue ultime memorie, o forse non così ultime come gli stesso pensa. Il riepilogo della vicenda, le sue sensazioni e quella volontà di voler in qualche modo solo trovar la pace ci fanno simpatizzare con lui.
Lui, che non è un bugiardo, si trova vittima delle bugie altrui, bugie che diventano come un grande male che guidano il popolo verso un destino che egli aveva già immaginato. Nulla valgono i suoi tentativi di distogliere l’attenzione, di cercare di portare alla luce la verità. Perché l’uomo si aggrappa ogni speranza, si aggrappa a ogni luce, anche a un miracolo che non è un miracolo. E in fondo la verità non è altro che questa: i miracoli hanno strade curiose per pigliarti alle spalle. In tutti i sensi che si possa immaginare.
Stile e opinioni
Il racconto è pregno di un’ironia e di un sarcasmo che ci fanno apprezzare molto questo personaggio. Il modo in cui egli vede il mondo intorno a sé, quasi distaccato, e che comunque continua a cascargli addosso e a trascinarlo è alquanto interessante. Se, a tratti, è una forma di apatia, in altri momenti vi è una profonda consapevolezza e anche un profondo senso del giusto e una grande sensibilità.
Ho apprezzato molto ti racconto, quindi, che lo stile dell’autore. Sicuramente posso annoverarlo fra quelli che riescono a lasciarti qualcosa, anche se in un primo momento non riesci nemmeno a renderti conto di cosa effettivamente sia questo qualcosa. È un po’, a essere onesti, che ci penso. Per qualche motivo ha attirato la mia attenzione, mi ha fatto vedere le cose così come poteva vederle il protagonista. Capire, sotto certi aspetti, quella pace che tanto desiderava. E che una morte vera è sempre meglio di una finta morte dove, a dirla tutta, non sei né qui, né lì. Solo nel mezzo.
sembra davvero molto peculaire per tema e tipologia di storia, leggerò sicuramente la raccolta
A me è piaciuto tanto