Nana è una serie animata giapponese basata sull’omonimo manga di Ai Yazawa andata in onda per la prima volta tra l’aprile 2006 e il marzo 2007. La prima stagione è composta da 47 episodi (in Italia divisa in due stagioni separate) e ne era prevista una seconda mai però realizzata.
Nana – Trama
Due ragazze con lo stesso nome si incontrano per caso su un treno per Tokyo. Si ritroveranno poi nuovamente a dividere un appartamento il 707. Nonostante siano molto diverse, fra le due nascerà una profonda amicizia.
Recensione
Nana è una serie di animazione giapponese che narra la vita di due ragazze con lo stesso nome (scritto però in modo diverso) che per uno scherzo del destino si ritroveranno a dividere lo stesso appartamento. Le due ragazze non potrebbero essere più diverse fra loro. Nana Komatsu, detta Hachi, è una ragazza che ama la moda, i bei vestiti, cresciuta in una famiglia amorevole e allegra che si innamora anche fin troppo spesso. Nana Osaki, invece, indossa un abbigliamento punk, ama la musica e il suo grande sogno è quello di diventare una cantante affermata in tutto il Giappone.
Nana e Nana
Una delle premesse che abbiamo fatto all’inizio di questa recensione è quanto possano essere diverse fra loro le due protagoniste. Eppure nonostante tutto una profonda amicizia nasce fra loro in grado di superare qualunque ostacolo, pure quello della lontananza.
Entrambe voci narranti delle vicende sembra quasi che le due ragazze si stiano scrivendo delle lettere che però sono destinate a non raggiungere mai le dirette interessate, ormai troppo lontane eppure così vicine.
Durante il tempo che hanno trascorso insieme Nana e Hachi, nonostante i loro difetti, sono diventate in qualche modo l’una il punto di riferimento dell’altra, la mano a cui sorreggersi quando erano in difficoltà.
Un rapporto che va al di là dell’amicizia stessa, al di là dell’amore, oltre perfino la famiglia. Un destino legato da un filo Invisibile che attraversa i confini del tempo e dello spazio. Eterno, indissolubile. Inestimabile.
Tu per me sei più importante di qualunque fidanzato!
L’amore e la famiglia – Il sogno di Hachi
Hachi è un personaggio molto semplice sotto alcuni punti di vista. Il suo più grande sogno è trovare l’amore, avere dei bambini e rendere felice il proprio sposo come una brava moglie. All’inizio dell’opera si mostra come una ragazza un po’ svampita e anche un po’ superficiale che non fa altro che combinare un guaio dopo l’altro. Si fida delle persone sbagliate. Soprattutto si innamora di chiunque si mostri appena gentile con lei. La vita però le insegnerà che non sempre quello che desideriamo corrisponde alla scelta migliore e di bivi Hachi ne troverà tanti dinanzi a sé.
Diventerà un personaggio sempre più maturo, capirà il significato di dover compiere dei sacrifici per il bene di chi le sta intorno e sempre, in ogni istante, anche nei momenti dolorosi tenterà di affrontare la vita con il sorriso sulle labbra non solo per sé stessa.
Quando anni fa lessi per la prima volta il manga non avevo una grande stima per il personaggio di Hachiko. La ritenevo una ragazza molto superficiale che non si preoccupa di quelli che sono i veri problemi della vita. Quasi non si rendesse davvero conto dei problemi. Oggi vedo il suo processo di crescita e come anche lei abbia qualcosa da insegnare a una giovane lettrice.
La musica e i fiori di Ren – Il sogno di Nana
Nana Osaki è esattamente quel tipo di personaggio che si potrebbe definire un astro che illumina a giorno la notte. Eppure sotto quell’apparenza da dura nasconde una fragilità comune a pochi. Nana Osaki ha un passato triste in cui ha dovuto lottare per ogni singola vittoria della sua vita. Giungere a Tokyo è una sfida a se stessa, al suo passato, ai suoi sogni, al fiore di Ren che porta tatuato sul braccio.
Nana è un mare in tempesta, un animo irrequieto che ha il terrore di mostrare le proprie fragilità, ma che in alcuni frangenti è costretta, suo malgrado, a lasciarsi cadere in braccia amiche.
Nana, la vera protagonista dell’opera, catapulterà Hachi e tutti gli altri personaggi in un mondo fatto di musica rock e luci scintillanti, ma anche di sogni infranti, solitudine e tremori.
Nana con la sua forza in grado di trascinare con sé tutti coloro che la osserva in un vortice di emozioni. Nana con il fiore di Ren tatuato sul braccio a ricordare chi era, da dove arriva e cosa ha dovuto mettere da parte per il suo sogno.
E Ren da amare e da respingere. L’amore che si scontra con l’orgoglio. Due anime ferite che si incontrano, si riconoscono, si fanno forza e allo stesso tempo si trattengono l’un l’altra. Due naufraghi che cercano continuamente di tirarsi a bordo a vicenda e che senza rendersene conto si trascinano a fondo.
BLAST Vs. Trapnest
BLAST e Trapnest sono le due band che si trovano spesso, se per certi versi affini, l’una contro l’altra. Da una parte vi è una profonda rivalità, dall’altra dei legami molto forti fra i membri dell’una e dell’altra band.
I BLAST sono la band di Nana, una band nascente che potrebbe essere una grande promessa per il mondo musicale a patto che tutti loro siano disposti a impegnarsi seriamente nel progetto.
I Trapnest, di contro, sono la band di Ren (e soprattutto di Takumi). Il rapporto fra le due band è alquanto complicato. Se da un lato alcuni membri sono profondamente legati gli uni agli altri, per uno strano scherzo del destino vi è una forte rivalità che abbiamo intenzione di approfondire in altra sede.
Quello che comunque salta maggiormente all’occhio è il diverso rapporto che i rispettivi membri hanno gli uni per gli altri. I Trapnest, per certi aspetti, sembrano incanalati in una struttura molto rigida, dove invece i BLAST appaiono quasi come una famiglia dove i vari componenti possono avere il sostegno gli uni degli altri. Fra tutti la figura di Yasu (ne parleremo magari a parte) diviene quella di chi si fa carico dei problemi dell’intero gruppo e anche qui potremmo scrivere pagine e pagine.
Colonna Sonora
Trattandosi di una serie a tema musicale è naturale che venga corredata anche due meravigliosi voci del panorama asiatico. La voce di Anna Tsuchiya ci ha regalato alcuni dei meravigliosi pezzi di Nana, mentre la voce di Reira appartiene a Olivia Lufkin. Le canzoni di cui nell’anime vengo presentati alcuni spezzoni sono le stesse che si alternano come opening ed ending dello stesso. Esistono diversi album ispirati delle due artiste e una versione complementare. Che scegliate le une o le altre, vi consigliamo in ogni caso di ascoltarle (anche su Spotify che è gratis), sono molto belle.
La scrittura di Ai Yazawa
Prima di concludere questa recensione (che no, non è certo esaustiva come ci auguravamo che fosse forse perché c’è veramente, veramente troppo da dire) due parole vorremmo spenderle sull’opera in generale. Perché Nana riscosse all’epoca molto successo e probabilmente ne riscuote ancora oggi? Senza fare spoiler l’opera tratta diverse tematiche e ogni personaggio ha le sue peculiarità che permettono a un lettore di affezionarsi all’uno o all’altro e a volte anche di riuscire per certi aspetti a identificarsi o meglio provare empatia nei loro confronti.
Senza dunque scendere troppo nel dettaglio, Nana ha raccolto una generazione di sogni e speranze, ha sollevato dinanzi agli occhi di giovani lettrici un mondo fatto di luci scintillanti senza nascondere però quel lato umano e paure, delusioni e sofferenze che possono restare nascosti dietro di esse.
Volente o nolente, tutti coloro che l’hanno letto o visto, ne conservano una traccia all’interno del loro cuore.
Voi conoscevate questa serie? L’avete amata? Chi era il vostro personaggio preferito? Vi piacerebbero altri articoli di approfondimento? Fatecelo sapere con un commento.
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