Il 12 febbraio 2021, a cinque anni dal loro ultimo lavoro, è uscito finalmente il nuovo album del gruppo The Pretty Reckless, pubblicato dalla Fearless Records. Il nome del disco deriva da una delle canzoni da cui è composto: Death by Rock and Roll.
Un grido di battaglia
Durante questi lunghi anni di silenzio, i The Pretty Reckless sono stati frenati da due gravi lutti: il suicidio di Chris Cornell, avvenuto durante un tour nel quale i The Pretty Reckless aprivano i concerti; la morte del loro produttore, Kato Khandwala, a seguito di un incidente motociclistico.
Questo periodo difficile ha condotto la cantante della band, Taylor Momsen, sull’impervia e sofferta strada della depressione. Ed è stato proprio il Rock and Roll a salvarla, come dichiara lei stessa. “Ci sono molti temi oscuri e pesanti di questo disco solo a causa delle circostanze“, spiega Momsen per il sito inglese NME. “Lo vedo come un disco pieno di speranza. Death By Rock And Roll, la canzone, potrebbe suonare molto morbosa e molto oscura a causa del solo titolo; ma quella frase, morte per rock and roll, era qualcosa che Kato diceva sempre. Era un’etica e un codice di stile di vita.”
Potremmo dunque definire questo album un grido di battaglia alla vita; la prova che la sofferenza va canalizzata, così da essere combattuta. Fa parte del nostro bagaglio di emozioni e spesso ci mette a dura prova, ma con coraggio possiamo sfidarla, e uscirne più forti.
Recensione
Death by Rock and Roll è compost da 12 tracce. La prima è proprio la canzone che lega l’intero album e che dà origine al titolo. Il testo di questo singolo, particolarmente oscuro, cavalca l’onda perfetta degli strumenti, in una simbiosi ben equilibrata di rock e di roll, con una cadenza che mi ha ricordato il ritmo della country music. Ho apprezzato molto l’assolo di chitarra elettrica non troppo lungo.
Il disco prosegue con Only Love Can Save Me Now, nella quale la potente voce di Taylor Momsen prende sfumature basse e ombrose, per poi salire su vette più alte con il ritornello; e continua con And So It Went, prodotta in collaborazione con Tom Morello, nella quale ho percepito il crepitare della scintilla esplosiva che da sempre appartiene ai The Pretty Reckless.
25 è il centro di tutto l’album, la canzone più sofferta, in cui sale a galla tutto il dolore di Taylor Momsen; la canzone nella quale si mette a nudo, e pare quasi fragile, eppure forte nella sua fragilità. Apre a ventaglio uno spettro di sentimenti, che mescola la musica e cade su ogni singola parola. Da vedere anche il video musicale, molto ben fatto, che rispecchia la malinconia del testo.
Il ritmo energico di My bones è quello che ho apprezzato di più, con effetto molto tribale di sottofondo che si trasforma in rock, seguita poi da I Got So High, più melodica e con un tono di chitarra più pulito. Anche in quest’ultima canzone, Momsen sembra svelare qualcosa di sé, di come a volte salire più in alto significhi allo stesso tempo non raggiungere niente.
Broomsticks funge da interludio per introdurre la seconda parte del disco, e in particolare per introdurre Witches Burn, in cui la magia della notte sembra consumarsi nel rock. Standing at the Wall e Rock and Roll Heaven riprendono un ritmo più mite, per tornare a salire con Turning Gold.
L’album chiude con Harley Darling, un vero omaggio al rock classico, scritta in onore di Kato Khandwala, in riferimento al suo incidente. Ancora una volta vengono messi in gioco sentimenti forti e brani emozionalmente importanti, che toccano il cuore.
Attimi preziosi
Con questo album i The Pretty Reckless tornano sulla scena, trasportandoci su un’altalena di brani rock, dal più classico al più hard. Il loro stile si è fatto più malinconico ma anche più duro, serio. Ancora una volta stupiscono i loro fans, lasciando un segno molto personale.
Impariamo tutti a sfidare la vita, a viverla a modo nostro, seguendo ciò che è importante per noi. Siamo fatti di attimi preziosi, non sprechiamoli e combattiamo le nostre battaglie ad artigli sguainati.
Vado ad ascoltarla