La Tentazione Harringay è un racconto breve di Herbert George Wells pubblicato per la prima volta sulla St. James Gazette e successivamente nella raccolta Il bacillo rubato e altri casi anche conosciuta con il nome di Novelle Straordinarie. Noi la leggiamo grazie quello che avrete capito essere ormai uno dei nostri editori preferiti, ovvero ABEditore, nella sua raccolta dei Micromondi.
La Tentazione Harringay – Trama
Il pittore Harringay raccoglie un suonatore di organetto italiano dalla strada per crearne un dipinto. Tuttavia un po’ alla volta comincia a ritoccare l’opera prima in un punto e poi in un altro. Il ritratto , così, comincia ad assumere un aspetto sempre più inquietante fino a quando non prende a parlare.
Recensione
Cosa sareste disposti a fare per la creazione di un capolavoro? Fino a dove potrebbe spingervi l’insoddisfazione verso la vostra stessa arte? E se un giorno il diavolo in persona si palesasse con l’offerta di risolvere le vostre preoccupazioni accettereste la sua offerta?
Il tema è un classico eppure il modo in cui viene trattato non lo è affatto. Il desiderio di Harringay resta per lo più in espresso, tanto che gli parla più con sé stesso che con un vero e proprio interlocutore. E se il diavolo si palesa lo fa di sua spontanea volontà ascoltando quei discorsi di parole gettate al vento. E il diavolo, si sa, è con contrattatore eccellente e sa quali corde toccare e come rigirare il coltello nella piaga, qualora dovesse. Eppure al nostro protagonista qualche dubbio sorge ed è così che nasce una vera battaglia a colpi di retorica e di pennello.
Il racconto è breve, ma certo non annoia. Piuttosto, anzi, diverte nel modo in cui i due, mossi da interessi opposti, cercano di dar valere le proprie ragioni. Il ritratto diviene quindi un tramite che consente questa conversazione anche se, a conti fatti, non ha nulla di speciale.
Perché il diavolo decida di fare la sua offerta proprio a Harringay? Resta un mistero. Il personaggio non ne dà spiegazione e nemmeno l’autore
Il diavolo e l’arte
Da Tartini a Paganini, dal Faust a Dorian Gray passando per il pittore Christoph Haizmann (caso che fu studiato anche da Freud) il tema del patto con il diavolo nel campo artistico non è né nuovo né poco chiacchierato. Che si tratti di personaggi fittizi o reali sicuramente tutti questi personaggi hanno avuto modo di far crescere le leggende sul loro conto. Del resto sembra apparire abbastanza evidente come il diavolo stesso sembri attratto da artisti e poeti ed in linea generale da tutti coloro che agognino a uno stato maggiore della conoscenza. Non è un caso che la famosa mela derivi proprio dall’albero della conoscenza, appunto.
Il cliché dell’artista maledetto, in ogni caso, non è da sottovalutare. Molti grandi artisti, per lo più fra quelli che trattano temi cupi vengono associati a questa espressione e del resto non è forse un elemento che costituisce a incrementare la loro fama? Il diavolo rappresenta spesso il gusto del proibito e una sorta di elevazione opposta a quella canonica.
In effetti l’argomento è complesso. E se volessimo davvero analizzare questa figura nel mondo iconografico dovremmo parlarne per ore, se non per giorni. E ancora una volta potremo dire che non è un caso di quanto spesso questa figura appaia all’interno delle opere di pittori, scrittori e quante volte la musica stessa si rifaccia alla sua figura. Ma questa è un’altra storia che però avremo certamente premura di approfondire.
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