L’ultimo appuntamento con Il Giorno dopo il lieto fine di Alice Chimera è dedicato ad Alice nel Paese delle Meraviglie. È chiaro che l’autrice nutre una particolare affezione per questo personaggio, tanto da dedicarle addirittura un doppio finale. La storia risulta tra l’altro molto diversa da tutte le altre che ci sono state proposte in quanto è Alice stessa a raccontarla e non un narratore esterno.
Alice nel Paese delle Meraviglie – Il giorno dopo il lieto fine – Trama
Alice, tornata dal Paese delle Meraviglie si prepara a diventare in tutto e per tutto una vera Lady. È tempo di mettere da parte i sogni bizzarri e le fantasie dell’infanzia. Eppure, dentro di lei, il desiderio di tornare in quel mondo dove ogni regola è sovvertita torna a farsi strada forte e prepotente e il desiderio di resistervi non sembra altrettanto forte.
Recensione
La storia di Alice si snocciola, a differenza delle favole precedenti, sotto forma di diario. Questo fa sì che abbiamo una visione molto più intimistica del racconto. Alice mette su carta quel mondo che è solo suo e che non riesce a condividere con coloro che la circondano che non solo non la capiscono, ma addirittura la criticano, la fanno sentire come un’outsider, una folle che non vuole abbandonare l’infanzia per l’età adulta.
Il Paese delle Meraviglie e la fuga dalla realtà
Raggiungere il Paese delle Meraviglie diventa per Alice un vero e proprio modo di fuggire dal mondo fatto di regole, etichette, trini e merletti. Quel mondo che la vorrebbe come perfettamente inserita nella società, una moglie sobria, devota, quasi un bell’ornamento per quello che potrebbe essere un buon partito.
Alice avverte la sofferenza di questa situazione che la opprime e la soffoca. E cerca rifugio, come può. In realtà nemmeno sorprende il fatto che proprio questa ricerca la porti al consumo di sostanze psicotrope.
E per Alice, dopo aver scoperto la sua stata per raggiungere il Paese delle Meraviglie, questa si trasforma in una vera e propria dipendenza.
Diventa un vittima di sé stessa, mentre la consapevolezza che quella stessa strada che ha scelto finirà per distruggerla si fa largo dentro di lei segue anche quella di non voler più abbandonare il Paese delle Meraviglie per quella realtà che vive quasi con un senso di apatia e che non le porta ormai più alcun interesse.
In questo lungo percorso Alice si distacca dalla vita, dalle persone che la circondano. Alice si riconosce solo nell’Alice dei suoi sogni, quella Alice che non si sente accettata dalla comunità, dalla famiglia. L’Alice che chiamano pazza e che esiste come una sorta di marionetta, un’attrice che recita la parte della figlia perfetta.
Alice è sola, ed è forse proprio questa sua solitudine a renderla così fragile. La sua storia è una delle più complesse e allo stesso tempo una delle più tristi. Perché Alice si spegne, giorno dopo giorno e passo dopo passo fino a decretare la sua stessa fine…
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