Giu 29, 2021 | 2 commenti

UBIK: aldilà della Vita e della Morte… di Philip Kindred Dick

Giu 29, 2021 | Beyond the veil - Universi Fantastici, Libri, Philip Kindred Dick | 2 commenti

Ubik è un romanzo di fantascienza nato nel 1969 dalla penna del visionario scrittore statunitense Philip Kindred Dick. Egli è nato a Chicago il 16 dicembre del 1928 e la sua giovinezza è stata tormentata sia dai sensi di colpa per la morte della sorella gemella sia dal complicato divorzio dei genitori. Questi eventi  lo porteranno a soffrire di disturbi psichiatrici “curati” con anfetamine e stupefacenti vari.

La scrittura dei suoi celebri romanzi La svastica sul sole, Il cacciatore di androidi, Ubik, La trilogia di Valis e molti altri si intervalla a matrimoni falliti, crolli nervosi tutte esperienze che ne hanno influenzato il pensiero regalando al mondo degli scenari futuristici, paranoici, distopici e a volte imperscrutabili.

Dick si spegne il 2 marzo 1982 a Santa Ana in California a soli 54 anni a causa di un ictus, poco prima che venisse completato Blade Runner, il primo lungometraggio ispirato proprio a Ubik del quale egli stesso aveva già previsto una sceneggiatura.

Ubik – Trama

Ubik di Philip K. Dick

Ubik di Philip K. Dick
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Glen Runciter comunica con la moglie defunta per avere i suoi consigli dall’aldilà. Joe Chip scompare dal mondo del 1992 e si ritrova nell’America degli anni Trenta. Una trappola mortale ha annientato i migliori precognitivi del sistema solare. È in corso una lotta per scrutare il futuro, in un’impossibile dissoluzione del presente; mondi e tempi diversi fluiscono contemporaneamente, la vita si scambia con la morte.

Recensione –  Io sono vivo, voi siete morti

Io sono Ubik.

Prima che l’universo fosse, io ero.

Ho creato i soli. Ho creato i mondi.

Ho creato le forme di vita e i luoghi che esse abitano; io le muovo nel luogo che più mi aggrada.

Vanno dove dico io, fanno ciò che io comando.

Io sono il verbo e il mio nome non è mai pronunciato, il nome che nessuno conosce.

Mi chiamano Ubik, ma non è il mio nome.

Io sono e sarò in eterno.

Recensire questo volume non è cosa semplice vista la molteplicità degli stimoli indotti dalle parole durante la lettura. Ci si ritrova catapultati nel 1992, non in un futuro lontanissimo del quale nessuno potrebbe avere cognizione, eppure gli anni ’90 di Dick non hanno nulla a che vedere con i nostri terrestri.

Si assiste alla presenza di individui dotati di particolari talenti psichici che vengono assoldati dalla Runciter Associates di Glen Runciter, tra i quali ne spicca uno in particolare lo squattrinato Joe Chip che diventerà poi il principale attore. Questa particolare società ha il compito di proteggere i cittadini dalle incursioni psichiche negli eventi della vita privata tramite soggetti al limite tra il medium e il mentalista bilanciando i contro-talenti di una fumosa società antagonista nominata Talenti Hollis.

La realtà si disgrega davanti ai nostri occhi come un castello di sabbia abbattuto da un vento che soffia in più direzioni contemporaneamente.

Scansione a bassa risoluzione di (Ubik by Philip K. Dick, 1969 Doubleday first edition hardcover) per l'utilizzo in aticoli illustrati sul romanzo.. Retrieved from http://pictures.abebooks.com/ROYALBOOKS/687627467.jpg and subsequently cropped.

Scansione a bassa risoluzione di (Ubik by Philip K. Dick, 1969 Doubleday first edition hardcover) per l’utilizzo in aticoli illustrati sul romanzo..

Retrieved from ABEBOOKS and subsequently cropped.

Nel libro non vi sono certezze, appigli sui quali incardinare le deduzioni finali e in molti lo hanno riletto più volte per vederci chiaro. Si è in balia dell’Ubiquità e non si comprende quale sia la funzione di un portentoso spray la cui fabbricazione è ancor più misteriosa.

Joe Chip ci fa vivere sulla sua pelle emozioni al limite della follia. È una corsa contro il tempo se di tempo si può parlare in una realtà alternativa e sospesa.

Come alcuni autori decadenti usavano sostanze stupefacenti per avere accesso a mondi ignoti, così il bagaglio emotivo e medico dello scrittore ci offrono un’opera enigmatica e contorta che lascia molti dubbi sul fatto che si stia dando la giusta interpretazione, perdendosi continuamente nel labirinto della sua mente. È un’esperienza consigliata da fare per il gusto di attraversare le tenebre e guardare in faccia la nostra esistenza con occhi nuovi.

La coesistenza di più soluzioni

I personaggi, come anche il lettore, cercano di giustificare gli eventi che accadono, ma ogni volta falliscono perché viene introdotto un nuovo elemento destabilizzante che mette tutto in discussione.

In Ubik si ha la coesistenza di più soluzioni. Come se una cosa potesse essere bianco e nero contemporaneamente, sia negativo che positivo. Si nota pertanto un parallelismo con il mondo quantistico dove un’unica particella nello stesso momento, si trova in due posti diversi dimostrato con il noto esperimento della Doppia Fenditura.

La Morte non esiste

Nel contesto letterario proposto, la morte in realtà non esiste in quanto alla vita succede uno stato definito “semi-vita”. Qui il cadavere attraverso l’anima ancora può continuare a comunicare con il mondo dei non trapassati attraverso un innovativa tecnologia disponibile presso delle sale mortuarie attrezzate per lo scopo. Glen, ovvero il presidente della Runciter Associates, consulta la moglie Ella in merito a delle importanti decisioni aziendali e lo fa recandosi nel moratorium del dottor Herbert von Vogelsang sito in Zurigo. Il team del dottore porta la bara in una stanza e con un sistema elettronico consente ai coniugi di colloquiare in assoluta privacy pagando un’aliquota annuale.

La semi-vita però non è infinita, più passa il tempo e più il cosiddetto defunto si “scarica” fin quando non si esaurisce del tutto quando subentra un processo simile alla reincarnazione.

Philip K Dick in early 1960s

Arthur Knight (photographer), Public domain, via Wikimedia Commons

La vita in sostanza per Dick segue il principio di conservazione della massa dove nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma e il cambiamento è segnato da un’intensa ondata di freddo passando dalla vita alla semi-vita, mentre bisogna far attenzione alla luce rossa prima di reincarnarsi.

Le abilità psichiche

L’autore introduce alcuni talenti precognitivi posseduti solo da determinati personaggi definiti “inerziali”, come ad esempio prevedere il futuro e cambiare il passato. Questi attributi non sono menzionati come poteri paranormali, bensì come spiccate doti dai risvolti pericolosi che vanno contenuti e gestiti affinché non si raggiunga il caos informativo. È la mente di qualcuno il vero problema in questa storia. La psiche di un essere che cannibalizza i semi-vivi per poter estendere il suo limbo in modo indefinito acquisendo sempre maggior potere.

Conclusioni generali  – L’inquietudine non ha fine

Come si può ben intuire Ubik non è un romanzetto di semplice fantascienza ma un pozzo sull’abisso dove il lettore è un Teseo che perde continuamente il bandolo della matassa, dove il Minotauro è sempre in agguato cambiando i pezzi di una scacchiera al limite tra dimensione reale e quella onirica. Ci si trova in un quadro surreale dove si tenta di riconoscere degli elementi familiari, ma non si fa in tempo perché è tutto un divenire in quanto l’artista con un pennello cancella e disegna indizi, soluzioni, problemi. Un libro molto complesso scritto da una mente non comune che ha tratto la propria forza dal dolore regalando ai posteri un enigma sensoriale.

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2 Commenti

  1. ELEONORA

    Che emozioneeee!!! 🙂

    Rispondi

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