Le sette vie del drago è un romanzo di Francesco Codenotti del quale abbiamo partecipato a una delle tappe del blog tour e nello specifico quella dedicata all’antico. Ora nessuno potrebbe negare che il tema dell’antico, in letteratura e in particolare nel fantasy, è particolarmente sfruttato. Miti e leggende sono spesso la chiave e la base dalle quali molte delle storie che amiamo traggono la loro origine e spesso anche il motore che da il via agli eventi.
Le sette vie del Drago – Trama
Che cosa sono il Bene e il Male? Dove inizia uno e finisce l’altro? Queste sono le domande che guidano il cammino di sette ragazzi, provenienti da tempi e luoghi diversi. Il destino, un’antica profezia e le parole del Drago Tenryū hanno deciso di unirli in una missione rischiosa quanto fondamentale. Spinti da motivazioni differenti come la vendetta e l’amore, e aiutati dagli Spiriti guardiani, intraprenderanno un viaggio comune fino alle pendici delle Montagne del drago, dove tutto sembra avere avuto inizio. La profezia, però, parla anche di altro: qualcuno ha tradito. Chi? E perché l’ha fatto? La risposta, forse, è nelle mani dello Scrittore, la misteriosa figura che sembra muovere le fila della vicenda.
Miti e Civiltà ne Le sette vie del drago
Il romanzo in questione ben si presta a questo tipo di analisi in quanto conivolge diverse civiltà con miti e leggende.
Passando dal Giappone alla Lapponia trova modo di introdurre civiltà e miti relativi a queste culture che forse ai più sono sconosciute, riadattandole, ovviamente, alli’intera trama. Ora, se Giappone conoscevo qualcosa, dei miti delle leggende lapponi non posso dire altrettanto, e dunque poco posso riferire rispetto a quanto sia effettivamente storico e quanto frutto della mente dell’autore. Sicuramente, però, il pregio di un tale volume, sta nel fatto di generare interesse proprio in un tipo di cultura che sia sconosciuta.
Il Giappone
Sicuramente terra di grande fascino che, soprattutto nell’era moderna, può definirsi come parte integrante della cultura nerd, il Giappone qui mostra il suo aspetto più tradizionalista ovvero quello legato ai riti dei monaci di stampo buddista. Il buddismo, a dire il vero, non nasce in Giappone, ne è piuttosto una religione, o filosofia che dir si voglia, importata. Fatto sta che i giapponesi ne abbiano fatto parte integrante della loro cultura e la nostra storia, di fatto, parte proprio in Giappone.
Le tradizioni di questo popolo lasciano bene intuire, tuttavia, quanto essi siano profondamente legati alla loro storia e al loro passato. Nello specifico, poi, essendo il personaggio chiave un monaco ed anche un prescelto, ecco che ritorna il tema del mito e della profezia che indissolubilmente resta saldamente legato a quelle che sono antiche tradizioni.
Anche il libro del resto, il tomo che farà da guida al piccolo gruppo e che si trova nelle mani di Haru è antico, così come lo è il drago Tenryū. Drago che appare come una figura quasi mistica e che sarà un po’ il mandante dell’intera impresa. Su questa figura, poi, avremo ancora da parlare, ma lo faremo in diversa sede, ovvero quella della nostra recensione.
La Lapponia
Come già specificato, non possiedo grandi conoscenze rispetto i miti e le leggende che appartengono a questo popolo. All’interno del romanzo vengono comunque mezionate diverse figure mitologiche e divinità. C’è, nel romanzo, un sottile filo conduttore anche con la mitologia nordica, Astrid viene spesso paragonata a Freya. È chiaro che la figura appartiene a tutt’altro pantheon. Tuttavia si tratta di una figura conosciuta al personaggio e che il lettore medio può anche vagamente identficare. Si presuppone almeno.
Ora se il Giappone è l’inizio del viaggio dei nostri personaggi, la Lapponia è invece l’origine dell’intera storia, tanto che gli avvenimenti qui narranti fanno parte di una linea temporale diversa sita proprio nel passato, non serve dirlo. Un passto remoto, antico, appunto.
E quindi qui torniamo al nostro tema principale. Un passato che ha una forte influenza sul presente. E perfino sul futuro. L’origine stessa della profezia, della storia, del mito.
Il fascino del passato
Chi ci segue ormai da tempo sa bene quanto il nostro portale sia legato ai temi del mito e in geneale quello che riguarda antuche civiltà. Siamo sempre stati concordi che tutto questo vasto passato che ci appartiene sia una delle fonti essenziali per l’intero panorama che costituisce il fantastico e anche l’horror, in parte. Ne abbiamo in passato già parlato e quindi non vale la pena al momento di ripeterci, piuttsoto vi rimandiamo al nostro articolo introduttivo di una rubrica che, non temente, continuerà. Piuttosto qui, in questa sede, ci soffermentemo a rispondere a un’altra domanda: perché il passato esercita un così grande fascino su di noi a tal punto da dover inventare delle storie?
Se ci caliamo per qualche istante nei panni dello scrittore (non l’autore, ma proprio lo scrittore presente nel romanzo) ci renderemo conto di quanto l’istinto di lasciar scorrere l’inchistro sulla carta sia forte in lui. E di quanto tutto ciò che viene narrato sia parte del panorama di conoscenze che hanno circodato la sua vita.
Quando leggiamo queste antiche storie, quando osserviamo le rovine di un’intera civiltà le tracce di quello che tutti noi siamo stati a volte possiamo provare ad immaginarci lì, parte di quel mondo e di quella gente a chiederci come quelle antiche pietre siano state erette o nel tentare di scovare una delle creature di quelle antiche leggende. Quanti dopotutto avrebbero voluto ascoltare il canto delle sirene di Ulisse? Quanti volare conEracle nelle sue imprese? Quante volte le storie di quello che è avvenuto un tempo cia hanno affacinato a tal punto da voler divenire parte di esse?
La verità è che tutte queste storie, quelle con cui siamo cresciuti, quelle che ci hanno raccontato sui banchi di scuola. Ma anche quelle che sono venute dopo fanno di noi quello che siamo ed in esse è racchiusa la storia dell’intera umanità. Si trattadi un modo come un altro per dire che per sapere chi siamo, dobbiamo ricordarci da dove veniamo e come siamo arrivati a quello che siamo oggi. È così per tutti noi. Ed è così per i giovani protagonisti di questa impresa. È così per Haru, Jack, Valentine e perfino per James. Perchè nonostante lo scorrere delle ere e del tempo siamo tutti parte della stessa storia.
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