Dic 7, 2021 | 0 commenti

Intervista col vampiro di Anne Rice – Dissertazioni su “Le Cronache dei Vampiri”

Dic 7, 2021 | Anne Rice, Crimson Kiss - Storie di Vampiri, Dissertazioni su le "Cronache dei Vampiri”, Hai paura del buio? - Racconti dell'Orrore | 0 commenti

Intervista col vampiro è il primo e più famoso romanzo della saga “Cronache dei Vampiri”. Pubblicato per la prima volta nel 1976, è divenuto rapidamente un best seller che ad oggi conta più di otto milioni di copie vendute nel mondo. Nel 1994 ne fu tratto il film omonimo e grazie ad esso l’universo visionario, colto, seducente e tenebroso di Anne Rice è divenuto popolare anche in Italia.

La Rice è nata a New Orleans nel 1941 ed a suo marito Sten si deve l’ispirazione per il suo personaggio più famoso, il vampiro Lestat. Scrittrice prolifica, oltre alle Cronache dei Vampiri e la saga delle Streghe Mayfair, con lo pseudonimo di Anne Rampling ha scritto Exit to Eden e Belinda e come A. N. Roquelaure ha pubblicato The Beauty Series una serie di romanzi erotici oltre ad innumerevoli altri testi.

Intervista col vampiro si compone di 368 pagine attraverso le quali prende vita una trama semplice quanto geniale.Un giornalista riesce, per caso, ad intervistare una creatura mitica, un immortale, e questi gli rivela duecento anni di vita “oscura” fatta di emozioni, delusioni, speranze e abbandoni. Questo permette al lettore di empatizzare non con le vittime, come normalmente accade, ma con i “mostri” ai quali l’autrice dà subito un’impronta chiara e precisa: malgrado le reminiscenze della perduta condizione umana, i tentativi di eludere la solitudine di una vita senza fine, nonostante si ostinino talvolta, a praticare il bene, possono trovare pace e piacere solo attraverso il sangue umano.

Questo è il vero vampirismo: niente sbrilluccichii al sole e niente storie d’amore tra mortali ed esseri sovrannaturali fin troppo inseriti nel mondo umano.

Intervista col vampiro – Trama

Intervista col Vampiro di Anne Rice

Intervista col vampiro di Anne Rice
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San Francisco, anni novanta.

Daniel Molloy è un giornalista a caccia di vite interessanti ed una notte si imbatte in Louis De Point du Lac, un vampiro di duecento anni, che accetta di raccontargli la sua storia.

“…era il 1791, avevo 24 anni, ero più giovane di te adesso ma erano altri tempi, ero un uomo, il proprietario di una grossa piantagione a sud di New Orleans…”

Comincia così a spiegare le motivazioni che lo portarono a diventare un immortale: dopo il suicidio di suo fratello minore egli perse ogni interesse ed attaccamento alla vita. Incurante dei suoi averi e incapace di darsi la morte prese a cercarla ogni notte nei quartieri più malfamati della città. Lì incontrò Lestat, un vampiro, che intuiti i suoi tormenti lo ammaliò con la promessa di una nuova vita, un’esistenza priva di sofferenze dove le malattie e la morte non lo avrebbero più riguardato.

Louis accettò ma scoprì ben presto i macabri risvolti della sua nuova semi-vita, la sete di sangue, l’omicidio ed il freddo cinismo del suo creatore:

“Dio uccide indiscriminatamente e così faremo noi…”

Lestat infatti si rivela un pessimo maestro che invece di incoraggiare, deride la curiosità e lo stupore che Louis prova nella sua nuova condizione ed in particolare sbeffeggia il rispetto che il suo pupillo continua a mostrare verso la vita umana. Louis comincia ad inorridire al pensiero di stroncare vite innocenti e cerca di sostentarsi col sangue animale. La precaria convivenza tra i due vampiri pare trovare un equilibrio con Claudia, una bambina che Lestat trasforma per legare a sé Louis che infatti le si affeziona, ma ciò che è stato compiuto è il più grave reato tra i non- morti: una manciata di decenni dopo, i due devono affrontare la rabbia della loro protetta divenuta donna nell’eterno corpo di bimba.

Il racconto prosegue con quello che successe dopo la “presunta” uccisione di Lestat da parte di Claudia, la fuga in Europa alla ricerca di altri vampiri e delle tante agognate risposte sulla loro origine fino all’arrivo a Parigi dove tutto andò in pezzi…

Louis - Intervista col Vampiro

Louis – Intervista col Vampiro

È quasi l’alba quando Louis termina la sua storia ed al suo interlocutore sempre più esterrefatto ed affascinato dichiara che dalla morte di Claudia non prova più nulla, di sentirsi vuoto e privo di interessi ma il punto di vista del giornalista è ben diverso, lui darebbe qualsiasi cosa per vivere quello che ha vissuto Louis, per essere come lui… ma è quasi l’alba…

Recensione

È estremamente riduttivo definire Intervista col Vampiro solo un’opera fantasy/goth.  I numerosi spunti di ragionamento che offre rendono questa, e le opere seguenti, romanzi di riflessione filosofica, teologica, antropologica e storica.

L’autrice affronta, inoltre, molti temi controversi con la sfrontatezza ed il coraggio di chi culturalmente e intellettualmente è avanti anni luce. La prima cosa che ha catturato la mia attenzione è la profondità analitica con la quale Louis espone al suo interlocutore i fatti, ma soprattutto i sentimenti che l’hanno “tenuto in vita” da duecento anni.

Dal suo racconto emerge, infatti, che sono le emozioni, la motivazione, l’amore addirittura, l’altra linfa vitale per un essere immortale (e questo troverà conferma anche nei successivi libri). Egli riesce a sopportare ciò che ha scelto di diventare solo quando la sua esistenza incrocia quella della piccola orfana Claudia, una bambina di appena cinque anni che Lestat trasforma in una vampira insaziabile e spietata tanto quanto lui.

Intervista Col Vampiro di Neil Jordan

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Un libro sicuramente audace se consideriamo che fu scritto nel 1974 e pubblicato due anni dopo. Con i suoi personaggi carichi di erotismo fluid gender che anche quando commettono l’azione più cruenta riescono a farlo mantenendo intatta quell’aurea gotica e sensuale così distintiva dello stile descrittivo di Anne Rice.

Immedesimarsi in Louis è semplice: egli si pone domande “umane” sulla Fede, sul Bene e sul Male con l’anima timorosa di trovare le risposte o peggio, il Nulla come sostiene il vecchio e bellissimo vampiro Armand. Dalla confraternita di cui egli è il capo è possibile cogliere il messaggio forse più angosciante; essi si nascondono nei sotterranei di un teatro ed in questo si esibiscono agli umani portando in scena la morte che inevitabile ed imprevedibile può scegliere chiunque a prescindere dalla santità o dalla dannazione, dalla gioventù o dalla vecchiaia. Qui l’autrice descrive il vero Male, quello che agisce nascosto in bella vista sotto i nostri occhi. Indisturbato solo perché non crediamo possa arrivarci tanto vicino, solo perché le società, da sempre, appaiono fondate sulla presunzione di assenza di un lato oscuro.

I vampiri del teatro arrivano ad uccidere sul palco senza che nessuno degli spettatori se ne renda conto tanto sono affascinati ed ipnotizzati dalla rappresentazione del Male. Questo passaggio mi ha fatto pensare alle arene dell’antica Roma ed al moderno e scandaloso fenomeno dei “pellegrinaggi dell’orrore”. Il voyeurismo che spinge le persone a portarsi in luoghi dove è accaduto qualcosa di molto brutto…agli altri. La presunzione che il male non possa toccarci e l’assenza di empatia è ciò che descrive magistralmente Anne Rice e da quest’ottica, la superficialità della gente comune, ostinarsi a non vedere il marcio pur di giustificare a noi stessi azioni a volte discutibili, è osannare il male.

Intervista col Vampiro è, in un certo senso, la fiera dei preconcetti umani: le persone non solo si rifiutano di riconoscere il Male (il giornalista Daniel alla fine chiede di essere vampirizzato) ma agiscono allo stesso modo anche verso il Bene come la signora Freniere che nonostante i buoni consigli avuti da Louis non riesce a non vederlo come un mostro, ed egli stesso che, quando ancora era umano, rifiutò di accettare la santità di suo fratello. In tale contesto, ho trovato magnifica la furia iconoclasta con la quale il vampiro uccide il sacerdote della chiesa in cui si era rifugiato in preda ai suoi tormenti esistenziali.

Il passo che, secondo il mio parere, vale tutto il libro è la dissertazione che intercorre tra Louis ed Armand sul concetto di Bene e Male. Pagine che inducono il lettore a riflettere e a dover riconoscere infine, che ciascuno di essi rappresenta un giudizio e che il criterio dell’azione morale non può consistere  nella semplice concezione che il bene ha la forza di un imperativo categorico, e che il cosiddetto male può essere assolutamente evitato.

Conclusioni

Intervista col vampiro è strettamene il punto di vista di Louis del Point du Lac, gli accadimenti sono filtrati attraverso la sua morale, le sue visioni e le sue considerazioni e come succede sempre quando si ascolta un’unica campana, il lettore si fa una precisa idea di chi è il cattivo e chi la vittima. Ma tutto cambierà dal prossimo libro in avanti perché come spesso succede non sempre chi appare cattivo o misericordioso, lo è davvero!

È dopo questo primo e stupendo libro che l’universo tenebroso di Anne Rice rivelerà tutti i suoi intrecci storici arrivando alle origini della stirpe dei vampiri. Ma tornando ad Intervista col vampiro, ricordo che quando uscì la trasposizione cinematografica nel 1994, molti opinionisti ma anche persone comuni, colsero metafore alquanto “scottanti” che nel libro sono enfatizzate da un erotismo decisamente pervasivo: lo scambio di sangue per trasmettere il vampirismo fu percepita come un’allusione all’aids, una bambina di dodici anni (nb: nel libro ne ha cinque) privata dell’innocenza, “trasformata”, da due uomini adulti che creano di fatto una famiglia omo-genitoriale, come un’allusione alla pedofilia.

Quando ho letto il libro per la seconda volta, in effetti, mi son chiesta come abbia fatto la Rice a non incorrere in una qualche censura considerando i tempi in cui fu pubblicato il libro ed il contesto popolar-puritano degli Stati Uniti a metà anni settanta.

Intervista col vampiro non è un libro per tutti, Anne Rice è una scrittrice destinata a chi davvero ama leggere, fantasticare e riflettere mettendo in discussione concetti ormai dati per scontati. Il suo stile a volte può apparire prolisso, ma solo a chi tratta la lettura alla stessa stregua di un film di serie C da guardare senza il minimo impegno. Non posso non consigliare questo ed i successivi libri che compongono la saga de “Le cronache dei vampiri” e nel farlo vi avverto: provocano dipendenza!

 

 

 

 

 

 

 

Autore

  • Roxanne Caracciolo

    Affascinata dal lato oscuro che c'è in ogni persona, mi piace approfondire misteri e leggende. Ho studiato negli anni, tutto ciò che riguarda il vampirismo, a livello letterario, storico e reale. Quando non sono al lavoro o in palestra, sono immersa nella lettura, i miei autori preferiti sono Poe, Lovecraft, Wilde e tra i contemporanei King ed Anne Rice.

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