Uno Scheletro (Un Squelette) è un racconto breve dello scrittore francese Marcel Schwob. La storia appartiene alla raccolta Coer Double edita nel 1891 e dedicata allo scrittore Robert Louis Stevenson che ebbe una notevole influenza sulla scrittura di Schwob.
Arriva a noi, oggi, nella traduzione di Margaret Petrarca per le Imbustastorie di ABEditore nella collezione Il Doppio.
Uno scheletro – Trama
Non tutte le case stregate sono come quelle descritte nelle storie di fantasmi. Non sempre si tratta di tetri manieri avvolti dalla tempesta, percossi da luci spettrali e dove il vento ulula fra le pareti. Alcune case stregate non hanno nulla di tutto questo eppure, a volte, possono portare a strani incontri.
Recensione
Come tutte le Imbustastorie, Uno scheletro è uno di quei racconti che dure il tempo di un un té, perfetto per una serata in compagnia alla luce di una candela, sotto un caldo plaid a raccontarsi storie, magari dell’orrore o magari anche no. In realtà Uno scheletro non è un horror nei termini classici, piuttosto possiamo definirlo un racconto fantastico con elementi che appartengo alla sfera del macabro e del grottesco. Il protagonista del resto non è terrorizzato da quella figura dalle orbite cave e le gambe ciondolanti. Vi discute come con un vecchio conoscente ricordandosi, però, mano a mano come perfino in vita quella conoscenza non riscuotesse delle sue simpatie. Tom Bobbins, in vita, era un manigoldo della peggior specie e sebbene la sua versione scheletro non sia più onesta forse è leggermente preferibile a quella in carne.
Testimonianze
Il racconto ci appare come una sorta di testimonianza. L’autore lo racconta quasi come un fatto personale e con la verve di chi descrive le proprie vicende a un conoscente. Ciò ci avvicina, in un certo qual modo, al protagonista, quasi lo avessimo davanti a noi, e ci permette di empatizzare con esso. Proviamo pena, e poi astio e infine ribrezzo per Bob così come lo prova lo stesso protagonista. Ci sentiamo anche “giocati” così come egli stesso viene giocato dallo scheletro che non ha certo perso il vizio di imbrogliare il prossimo. E sì, vogliamo in un certo senso vederlo andar via, tornarsene nella sua tomba o in qualunque buco giacciano le sue ossa.
Tornando alla tecnica, non ci è certo nuova. Diversi autori che abbiamo trattato e che forse molti dei lettori di questo portale ben conoscono, Poe e Lovecraft sono i primi, la utilizzano e di certo non ci meraviglia. Come abbiamo detto ci permette di vivere l’avventura raccontata come se fosse la nostra e come se noi stessi ne facessimo parte.
Piccole storie nere
Come abbiamo già detto le imbustatorie sono racconti molto brevi e questo permette davvero loro di coprire quei piccoli momenti di vuoto durante la giornata, magari quando si è troppo stanchi per dedicarsi a qualcosa che potrebbe portarci via molto più tempo. Non per questo hanno meno valore. Uno scheletro ha buone atmosfere tipiche di una storia di fantasmi forse un po’ atipica. Comprendete il gioco di parole. La casa non è stregata, gli ambienti non lo sono, ma riesce Tom Bobbins a creare quel “non-so-che” tale da mantenere vigile il lettore, che si aspetta un tiro mancino. Piacevole per chi apprezza il genere e certamente consigliato per chi ha voglia di scoprire qualcosa di nuovo che forse non in molti conoscono.
Seriamente, non smetterò mai di ringraziare questo editore per queste piccole perle.
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