Mi sono imbattuta per caso nella visione di un film del 2014 che mi ha colpito subito spingendomi a volervene parlare. Il titolo è The giver – Il mondo di Jonas, diretto da Philip Noyce e tratto dall’omonimo primo romanzo fantascientifico distopico di Lois Lowry.
The giver – Il mondo di Jonas – Trama
In un futuro imprecisato la società vive in una civiltà perfetta in cui amore, gioia, violenza e crudeltà sono assenti. Le persone vivono divise in unità familiari composte solitamente da quattro persone (i genitori e i due figli, in genere maschio e femmina).
Ai giovani viene assegnato all’età di 18 anni il lavoro che svolgeranno per il resto della loro vita. A Jonas il giorno del suo 18º compleanno viene affidato il compito di diventare il prossimo Accoglitore di Memorie. Per questa mansione verrà addestrato dal Donatore.
Con il passare del tempo Jonas inizia ad apprezzare il suo incarico, percependo nelle memorie a lui trasmesse momenti piacevoli, ma anche momenti sgradevoli, della vita che era un tempo. Raccontando ciò che aveva visto e provato a Fiona, una sua cara amica d’infanzia, Jonas comincia a comprendere cosa sia l’amore.
Recensione
La pellicola è fatta davvero bene. La fotografia è eccellente, tanto nella prima parte, interamente girata in bianco e nero, quanto nella seconda, dove piano, piano i colori diventano sempre più accessi e decisi.
La scelta descrittiva di un mondo che passa da due colori a miliardi di sfumature e tinte diverse è altamente simbolica. Racchiude il senso di una vita resa sterile, schematica e priva di qualunque sentimento o emozione. Una vita che non è vita. Senza animali, confinata in uno spazio geografico preciso senza possibilità di evasione che poi all’improvvisa si trasforma in qualcosa di più realistico.
Moltissime riflessioni scaturiscono da una storia simile. Quando si dice che le cose non possono essere descritte soltanto come positive e negative, ma ci sono miliardi di punti di vista differenti e occasioni di crescita interiore per le persone. Bisogna conoscere e comprendere per potersi definire realmente umani.
Assolutamente vero e innegabile che la maggior parte delle azioni compiute a memoria d’uomo siano negative e causa di violenza, fame e morte, ma è pure vero che una società che priva le persone del libero arbitrio trasforma tutto in un mondo piatto, freddo e robotico.
Non si può escludere l’oscurità fondamentale dalla storia umana, senza cancellare anche la maggior parte delle pulsioni positive che generano arte, compassione e rappresentano il fondamento dell’amore per il prossimo e per la vita stessa.
I personaggi
Jonas (Brenton Thwaites) già famoso per diversi ruoli famosi come quello in Pirati dei Caraibi, Titans, Maleficent, qui è il giovane protagonista, offre un’ottima performance. Mostra il cambiamento radicale che avviene nella sua vita passando da essere esattamente come tutti gli altri all’opposto.
Seguendo l’esempio del precedente Accoglitore, ora donatore (Jeff Bridjes) diventa capace di guardare oltre, di sentire tutto ciò che è possibile provare grazie ai ricordi del passato. Cosa scontata per noi, ma non lo è affatto in un mondo privo di ogni ricordo antecedente.
Dove ignorava l’esistenza di miliardi di sensazioni, piccole e grandi e si limitava soltanto a ciò che dalla nascita gli hanno indotto a pensare e sapere. Jonas si riappropria della capacità di agire con la propria testa e di sentire e capire la verità delle cose. Tutto ciò che gli viene mostrato mi ha commossa moltissimo.
Grazie al suo esempio e al suo coraggio potranno risvegliarsi anche gli altri, prima tra tutti la sua migliore amica Fiona (Odeya Rush). Il migliore amico Asher (Cameron Monaghan) il Joker di Gotham e Ian di Shameless. Che incarna lo spirito del giovane quasi ribelle, che infine soccombe al dovere e al dogma dell’incarico che gli viene “affidato-imposto” dalla società.
Il leader di questa società distopica e sterile è la grandiosa Meryl Streep che copre il ruolo della glaciale Capo Elder. Mentre i genitori di Jonas vengono interpretati dai famosi Alexander Skarsgård (Tarzan, The Northman) e Katie Holmes (Batman begins.)
In definitiva
Consiglio a tutti la visione di questo film, una di quelle pellicole che davvero ti appassionano fin dalle prime scene e rimangono impressi per i significati profondi che infonde. Premiato come miglior film drammatico scelto dal pubblico. Io mi associo completamente a questo riconoscimento. Mi auguro che possa esserci un seguito e leggerei volentieri anche il libro.
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