“ Il male è sempre possibile ed il bene è eternamente difficile”
da “Intervista col vampiro” di A. Rice
Quando l’intenzione è trattare ad ampio raggio l’argomento vampirismo, credo che la prima cosa che ci si aspetti è che venga dedicato spazio ai vampiri nonostante su di essi molto sia stato già scritto e detto in abbondanza. Tuttavia, visto che la peculiarità di questa figura è la continua capacità di adattarsi al tessuto sociale divenendone parte, gli spunti di riflessione di certo non mancano.
È la creatura più antica che abbia mai popolato la fantasia comune. È la leggenda più radicata nell’immaginario collettivo. Dall’inizio dei tempi a oggi, la figura del vampiro non ha mai smesso di spaventare e al tempo stesso attrarre. Non a caso questa creatura è presente nel folklore di ogni popolo, a qualunque latitudine e in ogni epoca anche se, in passato, il suo aspetto era decisamente diverso da quello che conosciamo oggi grazie alle serie TV.
Il vampiro nella storia
Il vampiro ha, da sempre, incarnato le paure e i turbamenti delle epoche che ha attraversato, mutando aspetto ma non sostanza.
Nell’era precristiana era un’entità che assumeva l’aspetto umano per ingannare e sedurre, portando alla perdizione uomini forti e giovani, per poi tornare al suo orribile aspetto. Le greche Empuse ad esempio potevano assumere anche la forma di uccelli con terribili artigli.
Nel Medioevo era un putrescente cadavere animato da volontà diabolica che si aggirava nei villaggi rurali di mezza Europa in cerca di vittime da dissanguare. In questo modo finiva per incarnare l’incomprensione totale riguardo la causa delle pestilenze e dei processi di decomposizione dei corpi.
I primi anni del 1800 vedono l’ultima grande evoluzione di questa figura mitica. Il vampiro non è più un ripugnante “ravenant”, ma un essere senziente, elegante e maledetto. Diventa l’interprete degli ideali tipici del Romanticismo letterario: il desiderio di completa libertà dai vincoli sociali, l’inquietudine, la delusione, l’infelicità individuale e cosmica, il tedio, l’ambiguità, la morte.
Gli ultimi anni
Da allora, all’immagine dell’immortale succhiasangue è stato attribuito sempre di più un aspetto ma soprattutto desideri umani fino ad arrivare ai sexy adolescenti di “The Vampire Diares” o “Twilight” continuando a impersonare ciò che è “l’altro” per noi, il diverso, e nello stesso tempo la paura dell’ignoto, di qualcosa col potere di sconvolgere o abolire le limitazioni.
Ma com’è possibile che a un personaggio che per secoli è stato immaginato come un immondo redivivo portatore di consunzione sia, poi, stata data una deriva così affascinante che ancora oggi è più in voga che mai?
Qual è lo spirito dell’era moderna?
Più di ogni altra figura leggendaria, il vampiro moderno presenta peculiarità ed esigenze assolutamente riscontrabili nei desideri inconsci della vita reale. Non si tratta solo di possedere l’immortalità e i sensi ipersviluppati, il suo fascino ha radici nella pulsione più atavica dell’anima umana. “Eros e Thanatos”, come avrebbe spiegato Carl Gustav Jung, la spinta primordiale della vita e della morte, il lato conscio di ogni essere umano e il suo lato ombra.
Nella società moderna che pare fondata sulla presunzione di un assenza del lato oscuro, ecco cosa rende il vampiro così magnetico e attuale. Egli esprime la dualità presente in ognuno di noi, la diffidenza verso ciò che appare diverso e la segreta invidia verso chi riesce a vivere secondo i propri canoni non conformi alle aspettative della società. Questo stimola inconsciamente pulsioni e desideri che a malapena riusciamo a percepire e ammettere, rappresenta inoltre la passione, il potere e gli istinti che siamo abituati a controllare.
Con l’atto di mordere al collo penetrandolo con i suoi canini, il vampiro compie qualcosa di terribile ed eccitante al tempo stesso.
Pensateci. Sfiorare il collo con le labbra è un gesto sensuale, ma il morso che ne consegue e la perdita della vita richiama alla mente l’oltraggio di uno stupro.
Il potere del sangue
Ad alimentare emozioni sopite è anche ciò di cui si nutre. Il sangue, il tabù per eccellenza, il cui consumo è sacrilego per le religioni, regolato dalla legge, sinonimo di vita stessa. Una suprema trasgressione che porta all’eterna giovinezza, e chi non vorrebbe vivere per sempre?
Come ho scritto nell’articolo precedente, al sangue è stata sempre data una valenza molto forte. Dagli antichi egizi agli antichi romani, fino a pochi secoli fa era opinione abbastanza comune il fatto che il sangue di persone giovani fosse capace di ringiovanire soggetti in età avanzata. E la somministrazione era intesa per via orale. Le trasfusioni in endovena, infatti, sono state effettuate con successo solo dopo il 1901, quando furono scoperti i gruppi sanguigni.
E se fosse vero? Se nel sangue fosse davvero nascosto l’elisir dell’eterna giovinezza?
In fondo, cos’è una leggenda se non un fatto non accuratamente verificato?
Proveremo a capirne di più nel prossimo articolo…
Letture pertinenti
“Vampiri. Una nuova storia” di Nick Groom
Una storia spaventosa ed eccitante, salutata da più parti come la più autorevole mai scritta, dalla cui lettura si esce con una consapevolezza profonda delle inestricabili sizigie fra leggenda e medicina, letteratura e religione che hanno portato alla nascita di un archetipo immortale.
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