Disponibile da febbraio su Netflix la seconda stagione di Vikings: Valhalla. La serie televisiva storica canadese, irlandese creata e scritta da Jeb Stuart e Michael Hirst.
Come sappiamo è il sequel della serie televisiva Vikings. Ambientata un secolo dopo la serie originale e racconta la storia di alcuni dei più famosi norreni realmente esistiti.
Tornano nel cast i protagonisti della prima stagione Sam Corlett, Frida Gustavsson, Leo Suter, Canuto il Grande, Jóhannes Haukur Jóhannesson.
Trama di Vikings Valhalla
Gli eventi della serie si svolgono tra Kattegat e l’Inghilterra e illustrano le tensioni esistenti sia tra i vichinghi e i regnanti inglesi che quelle interne ai vichinghi stessi legate ai contrasti tra i convertiti al cristianesimo e i fedeli alla religione tradizionale.
I personaggi principali sono figure storiche realmente esistite, Leif Erikson, Freydís Eiríksdóttir e Harald Hardrada, di cui vengono narrate le vicende fino al termine dell’era vichinga con la battaglia di Stamford Bridge del 1066.
Recensione
Buona fotografia, bravi gli interpreti e bellissimi i paesaggi. Ho apprezzato anche la colonna sonora e i costumi.
Tuttavia, proprio come nel caso della prima sono giunta all’ultimo episodio con grandi riserve, non sapendo dire se mi sia piaciuto oppure no.
Lo show tutto sommato è piacevole, storicamente abbastanza curato. Ma il rischio di una serie con molti personaggi è di occuparsi poco del lato relativo allo spessore emotivo. Quanto meno le vicende mostrate non sono riuscite a catturarmi molto. Non sarà una stagione che ricorderò per la sua storia.
L’azione c’è, i duelli, l’amore, l’eroicità anche in buona misura, ma di fondo manca quella vena poetica/eroica, che contraddistingueva la serie originale. Non si raggiunge mai l’apice del climax.
Posso parlare a favore soltanto di Freydís Eiríksdóttir, interpretata da Frida Gustavsson che è stata forse l’unica a ricordarmi moltissimo la shield maiden per eccellenza: Lagertha.
In lei ho rivisto lo stesso spirito guerriero e la fede nelle divinità vichinghe che era in lei. In definitiva è stato l’unico personaggio forte e ben caratterizzato a mio avviso.
Vediamo vari giochi politici e di potere, ma nessuno che resti impresso o che valga la pena di osannare. Un vero peccato, ma mi confesso un pochino scontenta.
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