“Il Ragazzo con lo Zaino in Spalla”, debutto letterario di Mariano Mastuccino, è una raccolta di racconti brevi, pubblicata dalla casa editrice Scatole Parlanti. Un paio di settimane fa, abbiamo avuto l’occasione di assistere alla presentazione del libro di cui, oggi, vogliamo parlarvi con più cura.
Le dimensioni contenute del testo ci suggeriscono che l’autore provi ad entrare nel mondo dell’editoria in punta di piedi, senza fare troppo rumore. Eppure, i racconti che compongono questa raccolta, di rumore ne producono molto, sia per i temi trattati, sia per lo stile narrativo. Ma partiamo dall’inizio.
Il Ragazzo con lo Zaino in Spalla – Trama
L’escamotage letterario è rappresentato da un giovane che, ogni mattina, percorre sempre la stessa strada per andare a scuola, ovviamente con lo zaino sulle spalle. Ciò che si ripete, ogni giorno, non è solo il tragitto in sé, ma anche un “incontro” con un uomo dalle fattezze ben definite. I due non si parleranno mai, ma questo incontro stuzzicherà la curiosità del ragazzo: tante sono le domande che vorrebbe porre al signore e tuttavia non riesce a trovare la giusta motivazione per avvicinarlo e chiedere. Per questo motivo, il ragazzo proverà a trovare le risposte che sta cercando da solo, generando un racconto di fantasia.
È così che scopriremo che quello zaino, che porta in spalla, non è solo un semplice contenitore di materiale scolastico, ma un vero e proprio scrigno in cui il ragazzo tiene custoditi tanti altri racconti (n.d.r. Veri? Inventati? A detta dell’autore tutte le storie sono frutto dell’immaginazione, ma personalmente mi piace credere che qualcosa di vero sia presente in ogni singolo racconto!). A ogni modo, nel tentativo, maldestro, di conservare anche la storia appena nata, tutti gli altri racconti cadono dallo zaino e il ragazzo dovrà raccoglierli (e riviverli) uno a uno.
I racconti
Le storie che compongono questa raccolta sono dodici e ognuna di esse narra di un evento indipendente e slegato dagli altri. Solo per citarne alcuni: l’ultimo giorno di scuola, il dolore della separazione, un funerale… Alcuni racconti sono a dir poco stravaganti: come il litigio tra due borse. Eppure, per quanto assurdi possano apparire i fatti descritti, la narrazione coinvolge e travolge fin dalle prime parole. Ciò che si dipana, parola dopo parola, è uno squarcio di realtà, semplice e tragica come solo la realtà sa essere e proprio per questo motivo capace di affascinare e suscitare grande interesse.
L’imprevedibilità
Se dovessi tentare di trovare una costante universale, direi che l’elemento che emerge in modo chiaro ai miei occhi è il tema della ripetizione, ineluttabilmente spezzata (quasi aggredita) dall’imprevedibilità della vita. È come se la realtà si prendesse costantemente gioco dell’essere umano che cerca un ordine e un senso in ogni cosa. La capacità dell’autore è tale che, dopo appena un paio di racconti, il lettore accede in maniera molto naturale e spontanea all’interno di questa dinamica dell’imprevedibile. Ed è per questo che eventi irrazionali, come il già citato litigio tra due borse, non appaiono più così tanto assurdi.
Le frasi sono brevi, come brevi sono gli episodi narrati: l’autore ci costringe a guardare in faccia il presente e nient’altro. Ci invita a mettere da parte la ricerca di un significato dal valore universale. Paradossalmente, anche questa recensione che, per natura, tenta di presentare in maniera chiara il contenuto di questo libro, va contro quello che emerge essere l’intenzione del libro stesso.
La sovversione
Imprevedibilità? Sì. Irrazionalità? Dipende. Dipende perché a divenire irrazionale è il comportamento razionale. Irrazionale diventa l’uomo che, meticolosamente, ogni giorno, indossa gli stessi vestiti per andare a lavoro. Irrazionale diventa la ragazza che, diligentemente, ogni giorno, utilizza lo stesso metodo per studiare. In sintesi, irrazionale è il modo di agire delle persone che procedono con il pilota automatico e a cui la vita, ogni tanto, decide di mettere lo sgambetto. Comportamenti a favore della funzionalità e a discapito della creatività. Quella creatività di cui, al contrario, il ragazzo con lo zaino in spalla, si carica (sulla schiena) per far fronte al grigiore della monotonia che necessariamente deve affrontare ogni giorno quando va a scuola (ma probabilmente anche nella vita).
Il rumore
Quella de Il Ragazzo con lo Zaino in Spalla è una narrazione intima e suggestiva, che mette sul piatto (della bilancia) prime volte, talvolta emozionanti, talvolta dolorose; ricordi, in questo caso molto spesso tormentati. A essere presentate sono quelle riflessioni personali, e per questo solitarie, che un po’ tutti siamo chiamati a generare nel corso della vita, ma che forse non tutti ci soffermiamo a provare e sentire con l’attenzione che meritano. Ed è per questo che penso che questo libro sia a tratti rumoroso e scomodo, proprio come ogni buon libro che valga la pena leggere.
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