Un po’ di tempo fa abbiamo recensito Raido, il romanzo di Rubino Alfieri, pubblicato con Pav edizioni. Oggi l’autrice ha risposto ad alcune domande per permetterci di conoscerla meglio.
Benvenuta Rubino sul nostro portale.
Grazie mille a te, Luana, e a tutto lo staff per questa occasione.
La prima domanda che vorrei farti è questa: Quando hai iniziato a scrivere Raido sapevi già come avresti strutturato la trama?
Assolutamente no, Raido, come tutti i miei libri, nasce dalla pura ispirazione. Tutto ha inizio con una semplice idea che mi ronza nella testa per giorni, e come una diga a cui si rompono gli argini, una volta che metto la penna sul foglio tutta storia viene da se. Nulla di costruito programmato, semplicemente sono i protagonisti a creare la loro storia.
Parlaci anche un pochino di te non soltanto del tuo lavoro, ma soprattutto della tua vita. Chi è Rubino? Cosa fai nella vita oltre alla scrittura?
Bella domanda, nasco come architetto e pittrice, poi come una barca in balia delle onde, la vita mi ha sospinta da una parte all’altra dell’oceano, cambiando le situazioni. Le circostanze che volta per volta mi si presentavano mi hanno modellata e sospinta su altre terre, rendendomi una grafica, una scrittrice e ora collaboro con una casa editrice, la Pav Edizione di Roma che ha fatto tanto per me.
Ho un marito e due figli, tante passioni e poco tempo per coltivarle, la moto, lo yoga, il bricolage, la pittura e le escursioni in montagna, anche se tra covid e traslochi vari, ma sì, mettiamoci anche l’età, a trentacinque anni è difficile lavorare, ritenuta già vecchia, quindi per il momento mi accontento di continuare la ricerca.
Ci sono mondi immaginari nella mente di ogni scrittore che possono venire alla luce grazie ai propri scritti. Sei mai stata in Norvegia o l’ambientazione è frutto di ricerche?
Raido nasce in pieno covid, quando stare in chiusi in casa e la paura di uscire ci soffocava costantemente, ecco, lì sognare di essere altrove era abbastanza facile. La Norvegia prese piede durante una lezione di yoga, avevo il video sullo schermo del pc con musica rilassante e ricordo che rimasi affascinata dai fiordi, il mare del nord e notte dopo notte l’idea nacque, la mia Selene e Reidar presero vita. Il libro prese vita in un mese tra scritture di getto e studi sui luoghi, le tradizioni e percorsi di viaggio.
Ho amato molto i tuoi personaggi, ovviamente Selene la protagonista mi ha colpito in maniera molto profonda, dolce, fragile ma anche decisa e forte alla fine. Ma per te quale di tutti i tuoi figli letterari pensi sia quello meglio riuscito?
Ogni mio libro nasce da ciò che mi circonda, il momento che sto attraversando, le persone che conosco, quindi ognuno ha una sua identità e credo che Raido sia il mio preferito perché mi fa letteralmente viaggiare con la mente in posti lontani e meravigliosi.
Reidar è senza dubbio uno dei più affascinanti personaggi maschili, mi ha fatta sospirare, come hai fatto a crearlo in maniera così nitida?
Da premettere che amo descrivere ogni dettaglio possibile dei luoghi e dei personaggi, affinché il lettore possa immaginarsi all’interno della storia. Gli odori, i suoni, i colori, le sensazioni, tutto deve essere ricco per coinvolgere fino in fondo che si tratta di sofferenza, sorpresa ed eccitazione. Con Reidar è stato facile, in quel periodo divoravo la serie Vikings e quindi tra Rollo, Ragnar e norreni vari, la creazione del mio protagonista è nata da sé.
Quale dei grandi autori del passato o di quelli contemporanei hanno ispirato il tuo lavoro e ti hanno fatto appassionare al mondo della scrittura?
Sin da ragazzina divoravo quintali di libri urban fantasy, vampiri, licantropi, streghe, valchirie e così via, ma non so per quale motivo alla fine mi son ritrovare a scrivere tutt’altro. Un giorno mia zia mi propose di leggere un libro di Paulo Coelho e da lì non ho più smesso, imparando dalla sua spiritualità e nello studio di lavorare su se stessi, e credo che il suo Brida mi influenzi tutt’oggi.
Il secondo autore preferito è Carlo Ruiz Zafon, mistero, giallo, suspance, mi hanno sconvolta e coinvolta perché dietro ad ogni sua pagina c’era sempre qualcosa di intimo e da decifrare sull’essere umano.
Cosa consiglieresti agli autori esordienti che lottano per farsi strada nel mondo editoriale italiano?
Per prima cosa bisogna capire per chi stanno scrivendo, per se stessi o per fare carriera? Io credo d’appartenere alla prima categoria, mi godo il viaggio, scrivo per il mio piacere e poi ovviamente mi auguro che i miei libri vengano apprezzati, quindi non mi stresso sul numero di vendite e sto tranquilla.
Sulla seconda categoria bisogna fare un ragionamento diverso, lì si deve investire su tutto e in grande, farsi notare e spingere sull’acceleratore per ogni cosa. I concorsi, le fiere, le presentazioni, la pubblicità, le collaborazioni, la radio, la tv, i personaggi famosi. Ci vuole tempo e denaro.
Puoi svelarci qualcosa dei tuoi prossimi progetti editoriali? Quando uscirà un tuo nuovo libro?
Come dissi tempo fa, Non ho ancora trovato il mio genere, dopo un noir e due romance, ora sono alle prese con un Urban Fantasy, e poi chissà che altro mi inventerò.
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